Macabra scoperta in uno stabilimento in Calabria, cavalli macellati abusivamente, un arresto e cinque denunce. La carne pronta per essere distribuita
Nov 14, 2025 - redazione
Avrebbero violato i sigilli e macellato 13 cavalli in modo abusivo, distribuendo poi la carne potenzialmente pericolosa per la salute. Con queste accuse i Carabinieri del Nas di Cosenza hanno arrestato una persona e deferito in stato di libertà altre cinque ritenute responsabili a vario titolo di maltrattamento e uccisione di equini, commercio di cose pericolose per la salute e violazione dei sigilli. Nel corso di un’ispezione igienico sanitaria eseguita insieme a personale dell’Arma territoriale competente presso uno stabilimento di macellazione nel Crotonese, i militari hanno accertato la violazione dei sigilli e l’uccisione di 13 capi equini completamente sconosciuti all’anagrafe nazionale ovvero privi della prescritta documentazione di provenienza e attestante la destinazione alla produzione di alimenti.
In particolare, tutti i capi equini macellati risultavano privi di documentazione sanitaria. Di questi, dieci esemplari erano privi di qualsivoglia dispositivo di identificazione, mentre gli altri tre, individuati grazie a microchip sottocutaneo delle dimensioni di in chicco di riso che contiene un numero di identificazione unico, risultavano classificati “NO DPA” quindi non destinabili a produzioni alimentari (come animali da competizione sportiva). Ciò avrebbe comportato l’immissione sul mercato per il consumo umano di animali sottoposti in vita a trattamenti farmacologici non accertabili oltre che incompatibili con la finalità alimentare, con conseguente grave pericolo per la salute umana e con l’aggravante di aver assoggettato gli animali interessati a trattamenti crudeli fino alla morte.
Sequestro da circa 3 milioni di euro
Lo stabilimento, già interessato da procedura fallimentare, è stato posto sotto sequestro, insieme alle attrezzature, alle carni, agli automezzi usati per il trasporto dei cavalli che per la distribuzione delle carni, per un valore complessivo stimato da circa 3 milioni di euro. I militari hanno arrestato il custode giudiziale dell’impianto, deferendo all’autorità giudiziaria cinque persone, tra cui il titolare e gestore della struttura, ritenuti responsabili a vario titolo di concorso in violazione dei sigilli imposti dall’autorità, uccisione ingiustificata di animali all’interno di stabilimento non riconosciuto né autorizzato, commercio di carni irregolari non controllate. Il servizio veterinario dell’Asp di Crotone ha constatato le irregolarità accertate ed effettuato campioni di parti anatomiche degli animali, successivamente avviate alle analisi di competenza dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno di Catanzaro al fine di verificare l’eventuale presenza di zoonosi o principi attivi farmacologici, che andrebbero ad aggravare ulteriormente il quadro accusatorio. Le attività investigative, coordinate dalla Procura di Crotone, procedono per accertare la provenienza, l’origine e le modalità di approvvigionamento degli equini, nonché i canali di distribuzione delle carni clandestine. L’operazione del Nas dei Carabinieri di Cosenza ha evitato che oltre 3 mila kg di carne potenzialmente pericolosa potesse finire sulle tavole dei consumatori.



