Lutto a Paravati per la morte di un bimbo di soli 4 mesi. Il sindaco ha proclamato il lutto cittadino

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Aveva solo quattro mesi il piccolo Leonardo, deceduto lunedì 29 settembre all’ospedale Annunziata di Cosenza, dove era arrivato in condizioni critiche. I genitori lo avevano portato nei giorni precedenti all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, dopo che il bimbo aveva iniziato a mostrare sintomi preoccupanti.

I medici hanno tentato il possibile: arresti cardiaci, rianimazioni, poi la decisione inevitabile di trasferirlo in elisoccorso a Cosenza, nella speranza che un reparto di terapia intensiva potesse salvarlo. Ma il suo cuore fragile non ha retto.

La notizia ha colpito profondamente le comunità di Mileto e Paravati, dove la famiglia del piccolo è conosciuta e benvoluta. Il dolore, discreto ma tangibile, si è diffuso rapidamente tra le strade, le chiese, i gruppi sociali. Un dolore muto, ma collettivo.

L’amministrazione comunale di Mileto ha voluto esprimere cordoglio e vicinanza proclamando il lutto cittadino e ricordando Leonardo con parole semplici ma sincere, in un clima di profonda commozione.

IL GARANTE MARZIALE ESPRIME CORDOGLIO PER MORTE BIMBO A PARAVATI

In merito alla scomparsa del bambino di Paravati, il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, esprime il proprio cordoglio e la più sincera vicinanza alla famiglia.

“Di fronte a una notizia così dolorosa – afferma il Garante – non si può che esprimere silenziosa partecipazione al lutto di chi oggi sta vivendo una perdita che lascia senza parole. A nome dell’istituzione che rappresento, e personalmente, desidero far giungere ai familiari il mio pensiero di vicinanza e rispetto”.

Per Marziale: “Ogni bambino rappresenta un valore assoluto per la nostra comunità – prosegue Marziale – e quando una giovane vita si spegne, l’intera collettività ne è colpita. In questo momento, il dolore appartiene a tutti”.

Il Garante ha voluto manifestare anche la propria discreta presenza istituzionale: “Non ci sono parole adeguate, né gesti che possano lenire un simile dolore, ma è doveroso esserci. In silenzio, con rispetto.”