Lettera aperta di un calabrese a Pif “Il Ponte sullo Stretto unisce l’Italia”

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REGGIO CALABRIA (ITALPRESS) – Una lunga lettera aperta a Pif in difesa del progetto del ponte sullo Stretto. A scriverla in un post su Facebook è Daniele Sica, content creator calabrese. “Il Ponte non è di Salvini. Non è di questo o quel ministro. È del popolo del Sud. È di chi si sveglia ogni mattina per lavorare, studiare, curarsi e viaggiare… e per farlo deve ancora prendere traghetti del secolo scorso, aspettare coincidenze impossibili, essere trattato da italiano di serie B”, scrive Sica rispondendo alle critiche avanzate dal regista siciliano al Ponte sullo Stretto.

“Dici che abbiamo ospedali fatiscenti, strade interne da rifare, treni lenti come nel Dopoguerra. Vero – prosegue -. Ma proprio perché siamo arretrati, dobbiamo guardare avanti. Il Ponte è un punto di partenza, non di arrivo. Non si tratta di scegliere: o il Ponte o gli ospedali. O le ferrovie o i cantieri. Si può – e si deve – fare tutto insieme, se davvero vogliamo cambiare il Sud, non solo raccontarlo nei film. Tu sei bravo a raccontare le storie, ma qui servono fatti, infrastrutture, concretezza. Per anni ci hanno raccontato che “non è il momento”, che “ci sono priorità”, che “prima risolviamo il resto”… Risultato? Non è stato fatto né il Ponte, né il resto. Oggi, per la prima volta, c’è un Governo che ci crede, che ha avuto il coraggio di approvare un progetto vero, definitivo, che genera lavoro, attrattività e sviluppo. Il Ponte non isola la Sicilia, la collega. Non toglie soldi, ne porta – aggiunge -. Non è un capriccio, è una visione. Hai detto che per andare da Trapani a Messina ci vogliono ore. E hai ragione. Ma sai cosa succede quando si crea un’infrastruttura strategica come il Ponte? Che diventa volano per tutto il resto. Vuoi treni moderni? Allora collega la Sicilia all’Alta Velocità”.

“Vuoi ospedali migliori? Crea sviluppo, attrai risorse, non restare isolato. Parli come se fossimo condannati al sottosviluppo, e chi prova a costruire qualcosa sia un illusionista o un narcisista – sottolinea Daniele Sica -. Ma non è così. Io credo in un Sud che non si piange addosso, ma alza la testa. E se per farlo serve il Ponte, io lo voglio. Io lo pretendo. Chi ha sempre detto no, ha fallito. Ora è tempo di dire sì. Sì al futuro, sì al riscatto del Meridione, sì a un’Italia unita davvero, anche nei collegamenti. Non serve essere salviniani per capirlo. Basta essere meridionali con dignità!”. Nel post si legge che “le emergenze sanitarie e le infrastrutture interne sono sì prioritarie, ma non escludono la possibilità di lavorare contemporaneamente a un’opera strategica come il Ponte. Lo Stato non ha un solo cantiere alla volta: non si tratta di scegliere, ma di fare”. “13,5 miliardi sono una cifra enorme: meglio investirli per fare ospedali o sistemare le strade interne”, aveva affermato Pif.

Questa la replica di Sica: “Quei fondi sono già stanziati per opere infrastrutturali. Non sono soldi “dalla cassa comune” prelevati a piacimento. Inoltre, investire in grandi opere significa creare decine di migliaia di posti di lavoro, attrarre investimenti e far girare l’economia, anche quella siciliana”. Il Ponte secondo la lettera aperta di Sica serve “per attrarre investimenti, stimolare la modernizzazione del trasporto ferroviario e della mobilità interna, diventando la leva per una rinascita infrastrutturale dell’intero Meridione. Il Ponte non è fine a sé stesso, ma l’inizio di una rivoluzione logistica che coinvolge Sicilia, Calabria e tutto il Sud”. L’opera “unisce l’Italia fisicamente, laddove oggi c’è ancora un tratto di mare che divide e rallenta tutto – prosegue -. Riduce l’inquinamento, eliminando centinaia di corse giornaliere di traghetti e mezzi pesanti. Accelera i collegamenti ferroviari ed autostradali tra Sicilia e Continente. Crea posti di lavoro reali per anni e attira nuove aziende e turismo. È una sfida tecnologica che l’Italia può vincere, con orgoglio e intelligenza. Chi oggi deride il Ponte lo fa per miopia o ideologia. Ma domani, anche i suoi detrattori, saliranno su quel ponte per andare e tornare più veloci, per sentirsi parte di un’Italia più vicina, più forte, più moderna! E magari, proprio da quel Ponte, cominceranno a vedere un Sud finalmente centrale, e non più periferico!“.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).