Visita ispettiva al carcere di Palmi, Lacquaniti presenta un’interrogazione parlamentare
redazione | Il 07, Set 2014
Il 15 agosto insieme a Domenica Sprizzi ha visitato la struttura penitenziaria
Visita ispettiva al carcere di Palmi, Lacquaniti presenta un’interrogazione parlamentare
Il 15 agosto insieme a Domenica Sprizzi ha visitato la struttura penitenziaria
Il 15 agosto, approfittando della pausa estiva, ho visitato la Casa circondariale
di Palmi, mia città d’origine, in provincia di Reggio Calabria, accompagnato dalla
Dott.ssa Domenica Sprizzi.
Ho riscontrato grande disponibilità da parte della direzione e del personale carcerario,
pure gravemente sottorganico.
La Casa circondariale di Palmi conta una trentina di detenuti in sovrannumero, ma
ciò che preoccupa è l’importante mancanza di personale di guardia, cosa che ha
facilitato, non molto tempo addietro, l’evasione di un detenuto poi ritrovato.
Qualche tempo fa, a Rossano (CS) un assistente capo della Polizia penitenziaria si
è suicidato nella caserma del carcere utilizzando la pistola d’ordinanza. E qualche
tempo prima nello stesso carcere calabrese un altro agente della Polizia era salito
sul tetto per protestare contro l’Amministrazione penitenziaria.
La difficile situazione del sistema penitenziario in Calabria è legata alla patologica
carenza di organico, dove si vivono oltre ai problemi di adeguamento delle strutture
alle recenti normative, anche quelli legati ad una gravissima situazione di organico.
Ci sono strutture carcerarie in cui gli agenti di Polizia penitenziaria non fruiscono
del previsto riposo settimanale, e il personale è costretto oramai da troppo tempo
ad effettuare circa 50 ore di straordinario mensile per sopperire alle serie carenze
di organico.
In Calabria, dove la legalità ed il rispetto delle regole devono valere per tutti
prima di tutto, si vive un paradosso: un’Amministrazione Penitenziaria, che a
causa della seria carenza di organico, registra la crisi di un sistema che deve rivendicare
la legalità come l’unico valore in grado di costituire un modello contro la ‘ndrangheta.
Su tali presupposti ho presentato un’interrogazione parlamentare al Ministero della
Giustizia congiuntamente a quello della Sanità, poiché ritengo che le condizioni
di sicurezza del carcere di Palmi, vista la presenza al suo interno di detenuti riconducibili
a famiglie e clan mafiosi, siano urgentemente da ristabilire, sia per i detenuti
che per il personale, ma anche per la cittadinanza che abita nei dintorni della struttura.
L’articolo 27 prevede che le pene non possono consistere in trattamenti contrari
al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Prevedere
percorsi di reinserimento, offrire alternative di vita e di modelli possibili all’illegalità,
è questa la missione che gli Istituti di pena nel nostro Ordinamento giuridico dovrebbero
perseguire, e i diritti delle persone detenute e del personale di Polizia penitenziaria
è per tutti quelli che affermano la legalità come valore assoluto, l’unico capace
di ridare dignità ad una terra devastata da sistemi corrotti e illegali.
La Casa circondariale di Palmi è strutturalmente in buone condizione, la manutenzione
effettuata è sufficiente. Tuttavia a seguito di un guasto nel 2010, le attrezzature
biomedicali e diagnostiche sono state danneggiate e finora non ne è stato ripristinato
appieno il funzionamento: lo studio dentistico e l’ambulatorio funzionano in modo
ridotto, mentre il laboratorio radiologico e oculistico non funzionano, obbligando,
in caso di necessità, il detenuto e il personale di sorveglianza a onerosi e rischiosi
trasferimenti. Onerosi per tutta la cittadinanza e rischiosi poiché è statisticamente
più semplice programmare un’evasione durante i trasferimenti, che non dalla struttura
stessa della Casa circondariale.
Un detenuto rieducato è un investimento verso tutta la società, che domani si troverà
ad avere un cittadino, capace di contribuire alla crescita economica, sociale e culturale
del Paese, anziché un recidivo incapace di agire nella società stessa, se non con
strumenti prevaricatori e contrari alla legge.
In Italia abbiamo ancora molto lavoro da fare in questo ambito, sia a livello legislativo
che culturale ed io mi impegnerò affinché il rispetto della nostra Carta Costituzionale
guidi ogni azione parlamentare e governativa indirizzate al miglioramento del nostro
sistema detentivo.
On. Luigi Lacquaniti (Libertà e Diritti – Socialisti europei)
D.ssa Domenica Sprizzi