Vendita anabolizzanti, operazione in diverse Regioni Tra gli arrestati c'è anche un calabrese
Il Reparto operativo dei carabinieri per la Tutela della salute di Roma, coadiuvato da oltre 200 militari dell’Arma di Enna, ha eseguito sul territorio nazionale un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 12 persone. Gli investigatori hanno scoperto una fitta rete di distribuzione di sostanze anabolizzanti, diffusa in tutta Italia. L’indagine è durata oltre due anni. Tra le persone arrestate c’è anche Rocco Pittelli, 31 anni, di Soverato. Con lui ci sono anche Andrea e Filippo Sauro, di 26 e 39 anni, residenti a Nissoria (Enna); Michele Ricco, 33 anni, residente a Capaccio Paestum (Salerno); Rocco Bernardi, 33 anni, residente a Capaccio Paestum; Stefano Nunziato, 33 anni, residente a Melissano (Lecce); Daniele Morello, 32 anni, di Alezio (Lecce); Alessia Esposito, 29 anni, di Gallipoli (Lecce); Andrea Roca, 37 anni, di Serramazzoni (Modena); Erio Cadeggianini, 58 anni, di Frignano (Modena); Massimo Margiotta, 38 anni, di Asti.
Coordinata dal giovane sostituto procuratore Giovanni Romano (di recente prematuramente scomparso), nasce dal monitoraggio dei social network e delle piattaforme e-commerce utilizzati anche per la vendita online di sostanze anabolizzanti e stupefacenti. Per eludere eventuali controlli gli indagati utilizzavano i mezzi di comunicazione telematici e strumenti di pagamento digitali, anche mediante identità artefatte. Gli stessi, inoltre, erano in diretto contatto con i centri di distribuzione nelle provincie di Salerno, Lecce e Modena, e con altri pregiudicati attivi nel medesimo traffico illegale. Dagli approfondimenti sui canali di vendita sono emersi collegamenti tra gli indagati e titolari o gestori di palestre, negozi di articoli per ‘body builder’ e, in alcuni casi, giovani atleti non professionisti, quali utilizzatori delle pericolose sostanze anabolizzanti. Per questo motivo sono stati emessi anche 57 decreti di perquisizione domiciliare e personale a carico di altrettante persone. I sequestri, effettuati su tutto il territorio nazionale, e le successive analisi chimico-tossicologiche sui campioni nei laboratori del Ris dei carabinieri di Roma e dell’Università del Sacro Cuore di Roma hanno consentito di riscontrare la produzione clandestina delle sostanze, per la maggior parte di provenienza estera.