Uso medico della cannabis anche per gli animali
Giovanni D'agata | Il 09, Giu 2014
Industrie farmaceutiche lanciano sul mercato marijuana medicinale per cani. I proprietari sostengono che aiuta gli animali affetti da dolore e malattie croniche
Uso medico della cannabis anche per gli animali
Industrie farmaceutiche lanciano sul mercato marijuana medicinale per cani. I proprietari sostengono che aiuta gli animali affetti da dolore e malattie croniche
Proprietari di animali domestici e alcuni veterinari riaprono la discussione sugli
effetti medicinali della cannabis anche sugli animali domestici. Integratori a base
di canapa per cani e gatti sono ora sul mercato anche se alcuni scettici dicono che
non esiste nessuna ricerca o dati scientifici sugli effetti medicinali della marijuana
anche per la somministrazione provvisoria del farmaco per animali. Negli Stati Uniti
si è fatto finalmente chiarezza sull’utilità terapeutica della marijuana, che oggi,
sebbene illegalmente, viene comunque raccomandata da diversi medici americani a malati
di cancro e di Aids o come un trattamento utile per le persone che soffrono da dolore
cronico, nausea legata alla chemioterapia, convulsioni epilettiche.Ora, proprietari
di animali, veterinari e assistenti veterinari anticonformisti stanno sostenendo
che sta aiutando gli animali domestici a gestire dolori e malattie croniche.Secondo
alcune testimonianze gli animali domestici curati con la cannabis durante le ultime
settimane della sua vita dopo che avevano subito interventi di chirurgia per rimuovere
i tumori, non solo ha smeso di piagnucolare durante l’uso della cannabis, ma hanno
iniziato a mangiare, ingrassando e a riprendere a muoversi ancora una volta.Giovanni
D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rileva quindi che si allarga
a macchia d’olio la platea dei paesi in cui la somministrazione di cannabis a scopo
medicale è richiesta anche per uso veterinario. C’è da rimarcare come in Italia
la disciplina che ne consente l’utilizzo sia ancora farraginosa e quindi meritevole
di un’intervento legislativo che nel rispetto della normativa penalistica vigente
in materia, ne renda meno difficoltoso e soprattuto meno dispendioso l’accesso a
chi ne ha veramente bisogno anche come in questo caso per i veterinari che non sono
protetti.