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TAURIANOVA (RC), SABATO 20 APRILE 2024

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“Un effetto shock che farebbe ripartire la Città Metropolitana” Rosy Perrone su ‘No Tax Area’ per il Sud

“Un effetto shock che farebbe ripartire la Città Metropolitana” Rosy Perrone su ‘No Tax Area’ per il Sud

La fase post Covid deve essere gestita cogliendo le opportunità che
derivano dai fondi europei del Recovery Fund e del Mes, qualora il
Governo su quest’ultimo decidesse di procedere senza condizionalità
stringenti. Perchè se così fosse, una nuova e vera occasione per il
Sud si presenterebbe nella misura in cui i territori e le regioni del
Mezzogiorno sarebbero pronte a far fronte unico alla sfida del futuro:
accorciare il gap tra le due ‘Italie’. Le regioni del Sud con un
ragionamento sinergico ed istituzionale e mai secessionista, con una
misura shock potrebbero davvero seguire il passo dell’area del Nord
Italia, il cui sviluppo ha tempi e processi molto più dinamici e più
competitivi.

Giusto riprendere dunque la sfida del nostro Segretario nazionale
aggiunto Luigi Sbarra, secondo cui una coraggiosa e intraprendente
scelta politica di istituire una ‘No Tax Area’ per il Sud per dieci
anni, rilancerebbe i territori e soprattutto la Città Metropolitana
verso scenari inaspettati.

Una grande No Tax area sarebbe capace di lanciare un messaggio potente
agli investitori del mondo, e darebbe al contempo, un reale sostegno
ai tanti artigiani e piccoli imprenditori che ogni giorno fanno
miracoli in territori difficili. Visto che il Governo sta lavorando
sull’iniziativa di attrarre investimenti al Sud, infatti, deve essere
consequenziale anche il concetto che a fianco di ogni misura di
sviluppo, occorre una forte azione di contrasto alla criminalità
mafiosa ed economica che purtroppo, viaggiano ormai troppo spesso in
parallelo.

I corposi investimenti che stentano ad arrivare soprattutto da
comparto privato, sarebbero la prima leva con la quale risollevare la
nostra periferia. Penso ai fantastici territori martoriati della
provincia; godrebbero di uno strumento concreto per valorizzare le
bellezze naturalistiche e storiche dell’area grecanica e ionica,
dell’entroterra tirrenico, della costa reggina bagnata da due mari.
Non solo l’aspetto turistico verrebbe rinfrancato, ma l’intero indotto
industriale e commerciale legato al Porto di Gioia Tauro. A più
riprese ho sottolineato l’importanza dell’infrastruttura
contestualizzata nel pieno dell’efficienza della Zes, ecco: una ‘No
tax Area’ sarebbe il sigillo definitivo ad un dispositivo economico e
finanziario ancora non realmente entrato in funzione. Ma anche le
altre infrastrutture godrebbero di un concreto aiuto di rilancio,
dall’aeroporto ai collegamenti sullo Stretto. Questi sarebbero
rinvigoriti da uno spostamento fisiologico di capitale umano ed
economico.

Ovvio è che questo grande sogno di uno strumento di un’area a
fiscalità di vantaggio, dovrebbe essere accompagnata da politiche
armoniche rispetto alle reali ed impellenti esigenze del nostro
territorio.

Dal miglioramento dei servizi essenziali, alla ripresa dell’edilizia
con la riapertura dei cantieri, ad una qualificazione della sanità,
con assunzioni e rigenerazione da parte del management commissariale,
alla costruzione di un welfare reale che si prenda cura delle esigenze
delle famiglie e delle fasce sociali più vulnerabili. Insomma un
processo organico che tenga conto di azioni mirate ad un approccio sì
verticale ma anche e soprattutto orizzontale. Perché la ‘No Tax area’
anche se non dovesse risolvere gli atavici problemi della burocrazia,
del deficit di infrastrutture, delle politiche di welfare per le
famiglie, potrebbe svegliare la politica italiana dal torpore verso il
Sud.