Tribunale Lamezia: il Consiglio Comunale sceglie la lotta collettiva
redazione | Il 31, Mag 2012
Riflessioni, interrogazioni e proposte su nuove strategie di contrasto alla legge delega che vuole accorpare il Tribunale di Lamezia a quello di Catanzaro. E intanto gli avvocati si incatenano nell’androne del Palazzo sostenuti dalla gente in strada
DI ANTONIETTA BRUNO
Tribunale Lamezia: il Consiglio Comunale sceglie la lotta collettiva
Riflessioni, interrogazioni e proposte su nuove strategie di contrasto alla legge delega che vuole accorpare il Tribunale di Lamezia a quello di Catanzaro. E intanto gli avvocati si incatenano nell’androne del Palazzo sostenuti dalla gente in strada
Di Antonietta Bruno
Il Consiglio comunale di Lamezia Terme è compatto contro la soppressione del tribunale e a dimettersi, nell’eventualità che la sciagurata legge delega trovi applicazione e il Palazzo di Giustizia della terza città della Calabria venga accorpato a quello di Catanzaro, non sarà solo il sindaco Gianni Speranza a dimettersi, ma tutti i consiglieri. Segnale ancor più forte, sarebbe che anche gli altri ventisette sindaci del comprensorio e rispettivi Consigli, seguissero la stessa strada. Questa la decisione a termine del lunga riunione tenutasi nella sede di corso Numistrano e che ha registrato interventi mirati e dettagliati di quasi la totalità dei presenti in aula. Interventi e riflessioni a partire da quello del primo cittadino che durante assise ha ripercorso le tappe più importanti della protesta, e in qualche modo si è detto fiducioso sia per quel che riguarda il possibile esito positivo dell’incontro romano del prossimo 4 giugno con il ministro Severino con la deputazione lametina, sia per la forte presa di posizione dell’avvocatura locale e della comunità che alla notizia dell’ennesimo “scippo” perpetrato ai danni di Lamezia, sta reagendo con determinata disapprovazione.
Tutto puntualmente ripreso e trasmesso in diretta, l’ultimo Consiglio comunale di Lamezia calendarizzato per discutere delibere e regolamenti, tra cui anche l’approvazione del piano comunale di Protezione civile (unico punto in programma poi trattato), si è trasformato in una vera e propria assemblea ad hoc per la riesaminare iniziative e strategie da intraprendere fino a quando la notizia di salvataggio non diventi realtà.
Tra gli interventi di chi era a favore e contrario delle dimissioni immediate di sindaco e consiglieri, da evidenziare quello del consigliere Francesco Grandinetti disposto senza mezzi termini, a liberare la poltrona occupata in seno al Consiglio se sindaco e almeno altre sedici consiglieri avrebbero condiviso la stessa scelta.
Volontà questa, che però non ha trovato il consenso dell’aula. In disaccordo a lasciare la carica politica,tra gli altri, i consiglieri Mazzei, Sdanganelli, Cristiano, Andricciola e Spinelli. Per tutti loro, così come per il collega Chirumbolo, “oggi più che mai bisogna stare uniti e fare sentire la propria voce non solo come semplici cittadini, ma anche e soprattutto in qualità di rappresentanti dell’intera comunità lametina”.
Concetti ampiamente espressi anche da Francesco Chirillo che nel prendere la parola e “riflettendo sulla politica della città e sull’antipolitica accesa dalla ‘Politica del Grillo'”, ha espresso il desiderio di dare maggiore forza al movimento a favore della legalità. “Il tribunale non va tolto – ha affermato Chirillo – e questo non solo per il tribunale in se, ma anche perché in tal caso, anche la Procura ne risentirebbe e con lei, tutta la città che non avrebbe più punti di riferimento certi”.
Disposto a dimettersi qualora malauguratamente la legge delega diventi realtà, Chirillo ha anche espresso l’impegno e l’auspicio al che nessuno degli attuali sindaci e consiglieri si ricandideranno. “Se il tribunale di Lamezia passa a Catanzaro, sarà una grande sconfitta e noi potremmo dare una risposta a questo soltanto tornandocene a casa”.
Tra pro e contro, arrivano anche le proposte di Giandomenico Crapis. Affermando che tutta la vicenda è satura di “contraddizioni che fanno a pugni con la logica”, Crapis ha suggerito tre nuove strade da percorrere. Gesti simbolici forti che possono essere sintetizzati in un sit-in romano di tutti i sindaci del comprensorio lametino e dei rispettivi Consigli comunali e la richiesta, o meglio la pretesa, di un incontro con le Commissioni Giustizia di Camera e Senato; in una marcia su Roma per consegnare le dimissioni di sindaci e consiglieri direttamente nella mani del prefetto, e il coinvolgimento mediatico nazionale affinché tutte le manifestazioni che si stanno portando avanti in città, abbiano rilevanza nazionale.
Tutte proposte e indirizzi di nuove strategie, al vaglio della classe politica lametina che almeno per quanto riguarda la questione tribunale, ha messo da parte colori e ideologia politica per combattere una guerra e vincere una battaglia sotto un’unica bandiera. Quella della difesa della legalità e del territorio.
Intanto, la protesta degli avvocati continua e per scongiurare lo sgombero dai locali, alla presenza delle forze dell’ordine si sono incatenati nell’androne del Palazzo di Pizza della Repubblica.