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TAURIANOVA (RC), SABATO 14 DICEMBRE 2024

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Taurianova, il sociologo Mimmo Petullà interviene sulla condizione sociale della città Si tratta di un quadro situazionale piuttosto sottovalutato, che coglie impreparato anche il variegato panorama dell’associazionismo sociale

Taurianova, il sociologo Mimmo Petullà interviene sulla condizione sociale della città  Si tratta di un quadro situazionale piuttosto sottovalutato, che coglie impreparato anche il variegato panorama dell’associazionismo sociale
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Di Mimmo Petullà

Appare evidente che Taurianova stia attraversando un periodo di complessa transizione, che verosimilmente si trascinerà fino alle prossime elezioni comunali. Si tratta di un quadro situazionale piuttosto sottovalutato, che coglie impreparato anche il variegato panorama dell’associazionismo sociale, nuovamente avviluppato nel suo problematico e irrisolto nodo, vale a dire l’ostinata attitudine a evadere dal terreno delle grandi questioni che interessano la scena pubblica. All’origine di questa strutturale tendenza vi è tra l’altro il convincimento che, per conservare una riconosciuta presenza aggregazionale – e al contempo garantire visibili risultati – sia sufficiente approntare e realizzare il rituale delle programmazioni. Senza ombra di dubbio la promozione di certi eventi ingenera un notevole impatto nella dimensione simbolica dello spazio cittadino, creando nuove e arricchenti forme di appartenenze e di relazioni, ma rischia di rivelarsi inadeguata e fin troppo prevedibile se non è accompagnata – in taluni casi preceduta – da attività capaci di sollecitare e diffondere uno spirito civico e critico, dialetticamente influenzante la vita politica e culturale della città. Appunto per questo sembra ancora opportuno ricordare che la cultura associativa taurianovese non può rinunciare a discutere intorno ai temi della politica, intervenendo in modo particolare nelle fasi d’incertezza, che non raramente si rivelano come occasioni per leggere il mutamento e costruire spazi di espressività e di creatività democratiche, aperti al rilancio degli impegni e alla rivendicazione di ruoli decisionali sugli scenari futuri. Bisogna tuttavia ammettere che tale sfida – a onor del vero istituzionalmente non del tutto incoraggiata – è possibile raccoglierla a condizione che lo stesso associazionismo non perda di vista le forme del controllo sulle proprie relazioni, esponendosi a logiche che ne utilizzassero il potenziale di autorganizzazione.