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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 11 DICEMBRE 2024

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Solo la metà degli scarichi fognari vengono depurati, Legambiente lancia l’allarme

Solo la metà degli scarichi fognari vengono depurati, Legambiente lancia l’allarme

| Il 20, Apr 2013

L’associazione ambientalista denuncia lo stato in cui si trova il sistema. «Situazione ancora molto lontana dalla sua soluzione e praticamente immutata, se non addirittura peggiorata rispetto all’anno precedente». E sottolineata l’importanza del ruolo che dovranno avere i sindaci

Solo la metà degli scarichi fognari vengono depurati, Legambiente lancia l’allarme 

L’associazione ambientalista denuncia lo stato in cui si trova il sistema. «Situazione ancora molto lontana dalla sua soluzione e praticamente immutata, se non addirittura peggiorata rispetto all’anno precedente». E sottolineata l’importanza del ruolo che dovranno avere i sindaci

 

 

CATANZARO – Nel corso del 2012 sono state accertate oltre 590 infrazioni, denunciate 639 persone ed effettuati 103 sequestri per illegalità connesse con scarichi abusivi, malfunzionamenti negli impianti di depurazione, gestione dei fanghi o altri fenomeni di inquinamento delle acque. Sono alcuni dati contenuti nel Rapporto 2013 sulla depurazione in Calabria presentato stamani a Catanzaro. “A tempo quasi scaduto – è scritto in un comunicato di Legambiente – è l’ora di affrontare di petto la questione, mettendo al bando la propaganda. Nel prendere atto dell’ennesima dimenticanza della Regione, Legambiente scende in campo, con Giorgio Zampetti e Giuseppe Toscano, e si pone il compito di avviare una seria riflessione sull’argomento insieme all’Unione Nazionale Consumatori Calabria, rappresentata dal presidente regionale Saverio Cuoco e da Fabio Milano, e Cittadinanzattiva Calabria, con il segretario regionale Ludovico Criserà”. “I dati sullo stato degli impianti, i numerosi interventi delle forze dell’ordine per le illegalità riscontrate e la presenza di scarichi abusivi o non allacciati alla rete fognaria messi in evidenza dal Rapporto 2013 – afferma Zampetti, responsabile scientifico nazionale di Legambiente – dimostrano una situazione ancora molto lontana dalla sua soluzione e praticamente immutata, se non addirittura peggiorata rispetto all’anno precedente. Carenze depurative che rischiano, anche per la prossima stagione estiva, di minacciare seriamente la qualità del mare calabrese, come avvenuto negli ultimi anni. Gli ultimi fondi stanziati e gli interventi previsti, dettati anche dall’urgenza della sentenza di condanna europea, dimostrano che ci sono gli strumenti per intervenire, anche se ancora oggi non si sono tradotti in risultati significativi, nonostante dal 2000 le risorse economiche messe in campo ammontino a oltre 700 milioni di euro”. “A oggi, stando all’ultimo censimento Istat – prosegue la nota – solo il 49,9% del carico inquinante è trattato da un servizio di depurazione adeguato e in linea con le direttive europee. Una situazione confermata anche dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea del 19 luglio scorso che condanna l’Italia per la mancata applicazione della direttiva 91/271 CE in oltre cento comuni italiani, 18 dei quali in Calabria. Gli impianti esistenti sono spesso malfunzionanti o gestiti in maniera illecita, anche con il coinvolgimento dei clan mafiosi locali, così come testimoniano i controlli eseguiti dall’Arpacal e i numerosi interventi delle forze dell’ordine”. L’Unione nazionale consumatori Calabria ha avviato un’azione collettiva di richiesta di rimborso dei canoni di depurazione a decorrere dall’anno 2000, per tutti i 22 comuni della Calabria che l’Unione europea ha ritenuto inadempienti per il trattamento delle acque reflue urbane. “Nello specifico – precisa Cuoco – la Cassazione (sentenza n 8318 del 12 aprile 2011) ha stabilito che i comuni sforniti di impianto di depurazione non possono richiedere la tariffa per il servizio”.