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TAURIANOVA (RC), VENERDì 13 DICEMBRE 2024

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Risveglio Ideale: “Ancora Caos nelle ATERP della Calabria” Dopo la delibera regionale che ha costituito l'Aterp Unica, l'associazione reggina "Risveglio Ideale" torna sui problemi delle aziende territoriali per l'edilizia residenziale pubblica

Risveglio Ideale: “Ancora Caos nelle ATERP della Calabria” Dopo la delibera regionale che ha costituito l'Aterp Unica, l'associazione reggina "Risveglio Ideale" torna sui problemi delle aziende territoriali per l'edilizia residenziale pubblica
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A dimostrazione che in questa regione il caos è sapientemente organizzato, la delibera di metà febbraio con cui la giunta regionale ha deciso di revocare i cinque commissari delle Aziende Territoriali per l’Edilizia Residenziale della Calabria continua ad avere effetti pesanti per gli inquilini, imprenditori, fornitori, tecnici, professionisti, commercianti che abbisognano di certificazioni di legge; interlocutori istituzionali con cui devono essere gestiti beni trasferiti; oltre al blocco dei piani di risanamento, di riqualificazione, realizzazione, consegna e riscatto di alloggi popolari, nonché della manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio, con la perdita di milioni di euro per ATERP e imprenditori.
La delibera, nell’ottica della costituenda Aterp regionale unica, conferiva al dott. Domenico Pallaria, dirigente del Dipartimento Politiche della Casa ed E.R.P., il compito di “individuare” per ogni singola ATERP i “referenti”, evidentemente non abilitati alla firma. A tutt’oggi, nessun dirigente nelle ancora giuridicamente e funzionalmente esistenti Aterp provinciali è stato nominato dalla Giunta. E se non ci fosse un indirizzo per nominare in ciascuna Aterp dei dirigenti colà in servizio, qualunque dirigente regionale da qualunque parte della Calabria potrebbe essere investito della gestione di un’ ATERP locale; con quale produttività è facile intuire. Sempre che i designati siano d’accordo a fare da semplici istruttori o passacarte di pratiche da convalidarsi da un Dirigente che non c’è, se la Giunta non designa ulteriormente un Commissario Unico regionale ad hoc.
Ma, stando a quanto si è a conoscenza, la precedente giunta aveva con delibera designato alle funzioni di Commissario Unico per la fusione delle Aterp calabresi l’ing. Antonio Capristo, dirigente del settore Programmazione e Gestione delle Infrastrutture di Trasporto. Non è dato di sapere se questa delibera sia stata mai revocata, anche se tutte le delibere dovrebbero riportare il rituale “è abrogato ogni precedente atto contrario”. Se la Regione dovesse nominare un Commissario Unico si esporrebbe ad un possibile scontro di competenze con ulteriore paralisi di servizi. Servizi che sono un atto dovuto di chi ha l’obbligo di farli funzionare e non un libitum arbitrario.
Nel quadro della persistente mortificazione del positivo lavoro delle professionalità nelle ATERP locali, la Giunta aggiunge dunque ulteriori elementi di confusione: centinaia di bozze di delibere da inviare al Dipartimento regionale, che potrebbe anche restituirle con osservazioni; come ricominciare tutto l’iter da zero. Se un responsabile ATERP locale non può più firmare un atto, gli assegnatari da tutta la Calabria per stipulare il contratto di assegnazione o di riscatto dovranno recarsi a Catanzaro? E gli imprenditori? E i professionisti? Il notariato calabrese cosa penserà di questa condotta che sottrarrebbe alle province centinaia di atti, ancora oggi bloccati? Prosegue tecnicamente una arbitraria interruzione di un pubblico servizio condita con l’omissione di atti dovuti, oltre che un abuso d’ufficio con svantaggio patrimoniale per la Regione e per i creditori.
Il ruolo dell’assessore reggino al ramo, che pure conosce benissimo il problema, è indistinguibile. Il manuale Cencelli della “nuova” Calabria definirà gli organigrammi, magari prima che la Corte Costituzionale abroghi questa legge elettorale (fatta apposta per essere impugnata, nonostante la distrazione o l’incompetenza del Governo che l’ha fatta passare) e, pur senza sciogliere il consiglio, prescriva che tutti gli atti dell’Assemblea dovevano essere adottati con chi ne era escluso.
Le delibere regionali hanno l’obbligo di tenere conto delle Autonomie Locali. Nel caso di Reggio, non si può eludere il ruolo dell’istituenda Area Metropolitana. Dalla Giunta si conferma una istituzionale arroganza, centralistica e autoreferenziale, che produce danni permanenti, purtroppo fino ad ora fuori da ogni controllo giurisdizionale.