Riapre centro anziani di Sant’Aiello, a Cosenza. Presidente Emilio De Giacomo Si è proceduto con i primi adempimenti alla nomina da parte dell' assemblea dei soci di Emilio De Giacomo, già Direttore Uoc Urologia della Azienda ospedaliera appena pensionato, nel ruolo di presidente ed alla nomina del consiglio direttivo
Riaperta, con una piccola cerimonia, la sede del Centro anziani di Sant’ Aniello a Cosenza dopo due anni di chiusura dovuti alla pandemia ed alla mancanza dello storico Presidente Amedeo De Giacomo per problemi di salute.
Si è proceduto con i primi adempimenti alla nomina da parte dell’ assemblea dei soci di Emilio De Giacomo, già Direttore Uoc Urologia della Azienda ospedaliera appena pensionato, nel ruolo di presidente ed alla nomina del consiglio direttivo.
Alla serata hanno partecipato l’Assessore alle attività economiche e produttive, Massimiliano Battaglia, il presidente di Federanziani Calabria Maria Brunella Stancato ed il vice presidente nazionale di Senior Italia Federcentri Antonio Volpentesta che ha inserito il centro nel circuito regionale e nazionale.
«Ho voluto avviare e riprendere questa iniziativa per non disperdere i sacrifici fatti e per rispetto di mio padre che ha dedicato la sua vita di pensionato alla fondazione e creazione di un centro diventato un fiore all’occhiello dell’associazionismo, grazie alla promozione di iniziative culturali e di intrattenimento in epoca pre Covid”, ha detto De Giacomo. “Seriamo che, nonostante le tante difficoltà amministrative, pensando anche alle nuove normative sul welfare, si possa contare sul pieno e incondizionato sostegno dell’amministrazione comunale e sulle nuove iscrizioni di soci, cosi da implementare una realtà utile a tanti anziani che vivono in solitudine. Siamo certi che questa sia la strada corretta per ritornare agli antichi fasti di un tempo.
L’aggregazione sociale è importante per le persone più in là negli anni”, la chiosa di De Giacomo. “Le amministrazioni comunali ed ancor più le Province e le Regioni hanno l’bbligo di occuparsi, attraverso azioni di welfare, anche di questa categoria di persone che non hanno bisogno soli di servizi sanitari ma di svolgere attività di socializzazione, sport, educazione culturale e, non per ultimo, tanta prevenzione”.