Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 25 APRILE 2024

Torna su

Torna su

 
 

“In Calabria c’è una malattia che si chiama indifferenza, che è causa di un altro male calabrese: l’individualismo”

“In Calabria c’è una malattia che si chiama indifferenza, che è causa di un altro male calabrese: l’individualismo”

Continua Salvatore Magarò : “E’ questa la grande malattia della Calabria che diventa poi complice della ‘ndrangheta,  perché la forza di questa mafia non dipende solo dai suoi affiliati, ma anche dai tanti che di fronte alla violenza del crimine organizzato voltano la testa dall’altra parte”

“In Calabria c’è una malattia che si chiama indifferenza, che è causa di un altro male calabrese: l’individualismo”

Continua Salvatore Magarò : “E’ questa la grande malattia della Calabria che diventa poi complice della ‘ndrangheta,  perché la forza di questa mafia non dipende solo dai suoi affiliati, ma anche dai tanti che di fronte alla violenza del crimine organizzato voltano la testa dall’altra parte”

 

 

COSENZA – “In Calabria c’è una malattia che si chiama indifferenza, che è causa di un altro male calabrese: l’individualismo. E’ questa la grande malattia della Calabria che diventa poi complice della ‘ndrangheta,  perché la forza di questa mafia non dipende solo dai suoi affiliati, ma anche dai tanti che di fronte alla violenza del crimine organizzato voltano la testa dall’altra parte”. Lo ha dichiarato il presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta, Salvatore Magarò intervenendo oggi, a Scalea all’incontro dibattito  in occasione del decimo anno dalla scomparsa del giovane Salvatore Arcuri, brutalmente ucciso l’undici ottobre del 2001 da ignoti.

“La liberazione del nostro territorio dalle mafie – ha detto Magarò –  passa attraverso le scelte che ognuno di noi compie. Don Puglisi diceva che se ognuno fa qualcosa, in tanti si può fare molto. Allora bisogna non restare indifferenti, bisogna sentirsi chiamati in causa”.

“Mantenere desta la memoria delle vittime di  reati impuniti – ha detto Magarò – è un atto di grande civiltà perché perpetua la necessità di fare luce sugli accadimenti, assicurare alla giustizia i colpevoli e risvegliare le coscienze dei cittadini su un’emergenza, quella della criminalità, che spesso attraversa e scuote anche le piccole comunità”

“Iniziative come quella di oggi – ha concluso il presidente della Commissione regionale – sono importanti anche per la battaglia contro la cultura della violenza e dell’ illegalità che  abbiamo sposato come Governo regionale sin dal nostro insediamento. L’azione di contrasto alla ‘ndrangheta, al malaffare ma anche alla criminalità diffusa, sarà più incisiva se è capillare e coinvolge ciascuno di noi, ognuno nella quotidianità delle proprie comunità”.