“Il coraggio di dire no alla ‘ndrangheta”
redazione | Il 02, Mar 2013
Risveglio ideale alla settimana bianca di formazione antimafia a Folgaria del coordinamento nazionale antimafia “Riferimenti”
“Il coraggio di dire no alla ‘ndrangheta”
Risveglio ideale alla settimana bianca di formazione antimafia a Folgaria del coordinamento nazionale antimafia “Riferimenti”
LEA GAROFALO, un nome venuto alla ribalta a seguito di un efferato omicidio di ‘ndrangheta. Una donna che non ha condiviso le azioni e le gesta della sua “famiglia” e si è ribellata, ha fatto denunzie e per questa ragione è stata assassinata.
Di Lea Garofalo e di altri Testimoni di Giustizia si è diffusamente occupata l’On. ANGELA NAPOLI come Componente della Commissione Parlamentare Antimafia e specificatamente come Coordinatrice del Comitato Antimafia sui Testimoni di giustizia.
La storia ed il coraggio di questa Donna con la D maiuscola sono garbatamente narrate dal giornalista e scrittore PAOLO DE CHIARA … nel suo toccante libro “IL CORAGGIO DI DIRE NO, LEA GAROFALO LA DONNA CHE SFIDO’ LA NDRANGHETA”.
E non manca certo di coraggio un’altra donna, ADRIANA MUSELLA, che con le sue battaglie ed i suoi circuiti di aggregazione entra nella pancia della società civile facendo rete e presa con il suo Coordinamento Nazionale Antimafia RIFERIMENTI contro la malavita che le ha brutalmente strappato il padre. Il costante impegno di Adriana Musella è noto in tutto il Paese, una delle sue iniziative appunto quella a Folgaria (TN).
La seconda edizione della Settimana Bianca di Formazione Antimafia che si sta svolgendo in questi giorni a Folgaria ha ospitato il 27 febbraio la presentazione del libro su Lea Garofalo di Falco Editore, relatori l’autore De Chiara e l’On. Angela Napoli.
Una platea gremitissima di studenti delle scuole superiori di varie zone d’Italia attentissimi ad ogni passaggio degli interventi e pronti poi ad interagire con i relatori.
Lea Garofalo ha denunziato quella realtà, si è messa contro la sua famiglia per difendere la figlia, farle conoscere la tranquillità e farla vivere in ambienti normali, lontani dalla malavita. Lea era perseguitata da chi doveva essere l’uomo della sua vita ma che l’ha portata alla morte. Lea come altre donne, due calabresi in particolare, aveva cercato di cambiare le cose. Ma la ‘ndrangheta non perdona chi si ribella e corrono ancora più pericoli se a denunziare sono gli stessi componenti della loro ambiente o famiglia. Lea è stata uccisa, le altre ragazze sono state costrette a suicidarsi.
Angela Napoli ribadisce ancora una volta che reputa grave l’assoluta indifferenza dello Stato, degli organismi preposti alla sicurezza della donna. Lea Garofalo in maniera errata era stata considerata una collaboratrice di giustizia invece era solo una testimone di giustizia, le hanno affidato il regime di sicurezza poi le era stato ritirato. Era stata anche vittima di un tentativo di sequestro. Nonostante ciò, nonostante la sua sicurezza e quella della figlia fossero messe a repentaglio, e forte del fatto che la stessa Lea aveva espresso il suo diniego ad essere protetta lo Stato ha pensato bene ad abbandonarla lasciarla al suo destino quando era già scomparsa.
C’è anche un’interrogazione dell’On. Napoli sulla scomparsa della Garofalo, per la quale la Deputata è stata anche verbalmente rimproverata dall’allora Sottosegretario che si occupava della tutela dei Testimoni di giustizia, che chiedeva lumi su come mai non fosse tutelata. L’unica risposta che ebbe fu quella che la stessa Garofalo chiese di non essere protetta. E Lea purtroppo è morta, ammazzata. Ha lasciato una figlia Denise, coraggiosissima come la madre, tenuta nascosta per evitare l’irreparabile.