“Cipriano Scarfò e la liberazione della Calabria”
redazione | Il 26, Mag 2012
Stamattina a Taurianova la cerimonia commemorativa dell’artigiano ucciso dai nazisti
ALL’INTERNO DELLA NEWS I VIDEO DELLA MANIFESTAZIONE DI OGGI
“Cipriano Scarfò e la liberazione della Calabria”
Stamattina a Taurianova la cerimonia commemorativa dell’artigiano ucciso dai nazisti
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TAURIANOVA – “Cipriano Scarfò e la liberazione della Calabria. Un monito per il ripudio di ogni forma di violenza”. Questa l’iniziativa congiunta del comune di Taurianova e dell’istituto Ugo Arcuri di Cittanova, per rendere omaggio alla figura di Cipriano Scarfò, ucciso dalle truppe tedesche durante la seconda guerra mondiale.
Stamattina, nell’aula consiliare del municipio, il vice sindaco Roberto Bellantone, ha avviato i lavori, rilevando che “sebbene in abbondante ritardo, la città ha voluto ricordare e tributare i giusti onori alla figura di Cipriano Scarfò, che col suo sacrificio costituisce un fulgido esempio da tramandare alle generazioni future”.
Presente anche il viceprefetto Alfonsa Caliò, che ha portato i saluti del prefetto Vittorio Piscitelli, sottolineando l’importanza di “onorare tutti coloro, come Scarfò, che hanno lottato per la libertà, per la liberazione dell’Italia”.
La parola è passata poi al presidente dell’istituto Arcuri Rocco Lentini, il quale ha evidenziato “l’importanza di simili doverose manifestazioni perché figure come quella di Scarfò non solo rappresentano uno straordinario esempio per i giovani, ma permettono a tutti di riannodare il filo della memoria”.
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Lentini ha quindi ricordato il contesto in cui è maturata la fucilazione di Scarfò in contrada Micigallo ad opera della Panzerdivision tedesca. I soldati nazisti arrestarono l’artigiano con l’accusa di sabotaggio, perché lo stesso aveva poco prima tagliato i fili del telegrafo al fine di impedire le comunicazioni con le altre divisioni, creando quindi difficoltà ai reparti tedeschi che erano di stanza nell’immediata periferia cittadina. Catturato in piazza Duomo e caricato su un autocarro, venne condotto al campo tedesco e alle 14,30 di quello stesso giorno fu barbaramente trucidato per rappresaglia, dopo essere stato legato ad un albero di ulivo. Alcune testimonianze riferirono che Scarfò, al momento della fucilazione sputò con disprezzo contro gli aguzzini, gridando “vigliacchi”.
La testimonianza diretta di chi quel dramma lo visse nel modo più intenso e coinvolgente è stata data dal figlio Benito Scarfò, il quale visibilmente emozionato ha ricordato il padre nei momenti familiari, spiegando come ogni tentativo di far recedere i soldati tedeschi dal loro proposito omicida fu vano.
In conclusione è intervenuto anche Giovanni Rigoli, dell’Associazione Parallelo 38. “La resistenza attuale contro ogni forma di violenza e coloro che “calpestano” i valori costituzionali – ha spiegato – è quella che vede noi giovani combattere da ‘partigiani della Costituzione’ contro la criminalità organizzata. Ricordo le parole di un presidente partigiano, Sandro Pertini, che nel discorso di fine anno del 1978 (erano gli anni di piombo, era l’anno in cui morirono tra gli altri Peppino Impastato vittima della mafia e Aldo Moro, vittima delle Brigate Rosse), rivolgendosi ai giovani e alla nazione affermò ‘I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo'”.
Prima della manifestazione è stata benedetta, da parte di don Antonio Spizzica, una lapide in memoria di Scarfò, che è stata poi posizionata in piazza Concordia dove abitava la famiglia, a perenne ricordo di questa grande figura che dopo tanti anni è stata giustamente rievocata.
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