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TAURIANOVA (RC), SABATO 14 DICEMBRE 2024

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Polistena, l’Estate Ragazzi firma un rosso impegno La Parrocchia Santa Marina Vergine, l'Associazione "Il Samaritano" e l'Estate Ragazzi aderiscono all'appello lanciato da don Luigi Ciotti "Una maglietta rossa per fermare l'emorragia di umanità"

Polistena, l’Estate Ragazzi firma un rosso impegno La Parrocchia Santa Marina Vergine, l'Associazione "Il Samaritano" e l'Estate Ragazzi aderiscono all'appello lanciato da don Luigi Ciotti "Una maglietta rossa per fermare l'emorragia di umanità"
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di Giuseppe Campisi

Polistena – Un piccolo gesto con un grande potere simbolico quello di vestire 600 persone con una maglietta rossa per aderire all’iniziativa di don Luigi Ciotti e di Libera “per fermare l’emorragia di umanità”. La massiccia risposta del gruppo di animatori e partecipanti all’Estate Ragazzi – attività promossa dalla parrocchia di S.Marina guidata da don Pino Demasi che giorno 21 chiuderà l’esperienza del 2018 – si inquadra in un contesto di ulteriore responsabilizzazione delle coscienze singole e collettive correlato al fenomeno, quello dell’emigrazione e dell’accoglienza, quanto mai stringente ed attuale. Un passo reputato “opportuno e necessario poiché siamo convinti – raccontano i responsabili dell’iniziativa – che la nostra funzione sociale ed educativa debba avere sempre a che fare con la responsabilità di condividere gesti e pratiche per promuovere nuove forme di solidarietà e di consapevolezza collettiva”. Un modo, quindi, per rimettere la dignità della persona quale tema centrale nel dibattito quotidiano strettamente collegata al concetto di umanità per stralciare paure e preconcetti “culturali e sociali che contribuiscono a generare una guerra tra poveri che produce profitto sempre e solo per i ricchi ed i “furbi” della Terra”. Non più minacce da avvertire ma braccia aperte per accogliere l’altro più sfortunato e per stare senza esitazioni dalla parte di “chi fugge dalla guerra e dalla fame, dalla parte di chi lascia la propria famiglia per costruire per se e per loro un futuro dignitoso, dalla parte di chi nel nostro Paese da straniero ha contribuito alla nostra crescita, dalla parte di quei bambini che sono morti nel Mediterraneo e che meritano tutte le nostre attenzioni, ma soprattutto tutto il nostro impegno”. Una sorta di protesta pacifica ma anche un modo per esternare la propria contrarietà e canalizzare la rabbia in presa di coscienza “per chiedere a tutti di assumersi la responsabilità umana e politica di cambiare rotta” ma anche per scuotere la società civile per “riqualificare il nostro mondo affinché esso sia un mondo di solidarietà e di giustizia sociale”.