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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 24 APRILE 2024

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PLACIDO: “VALLANZASCA?

PLACIDO: “VALLANZASCA?

«Ci sono persone che stanno in Parlamento e hanno fatto peggio di Vallanzasca. Prima di fare questo film mi sono posto il problema perchè sono stato prima in un collegio di preti e poi ho fatto il poliziotto»

PLACIDO: “VALLANZASCA? IN PARLAMENTO C’È DI PEGGIO”

«Ci sono persone che stanno in Parlamento e hanno fatto peggio di Vallanzasca. Prima di fare questo film mi sono posto il problema perchè sono stato prima in un collegio di preti e poi ho fatto il poliziotto»

«Ci sono persone che stanno in Parlamento e hanno fatto peggio di Vallanzasca. Prima di fare questo film mi sono posto il problema perchè sono stato prima in un collegio di preti e poi ho fatto il poliziotto», ha detto Michele Placido alla conferenza stampa a Venezia per il film Vallanzasca – Gli angeli del male, oggi fuori concorso tra le polemiche. «Qualcuno dice che Vallanzasca è un personaggio troppo bello ma negli anni ’70 è stato un vero mito. Se lei incontra – ha detto ad una giornalista – Vallanzasca oggi, viene subito sedotta».

PLACIDO: «IL CINEMA È LIBERO» «Il presidente dell’Associazione di volontariato Vittime del Dovere, Emanuela Piantadosi – che oggi ha scritto una lettera al Corriere della Sera definendo libro e film su Vallanzasca inaccettabili – si informi perchè il cinema è libero e in altri paesi più che da noi», ha replicato poco fa Michele Placido, regista di Vallanzasca – Gli angeli del male oggi fuori concorso a Venezia 67. «Faccio solo un caso: il film su Jacques Mesrin, il nemico pubblico n.1 in Francia ,finanziato addirittura dal ministero. Noi – ha aggiunto Placido – siamo condizionati da un certo moralismo. Però che dire: abbiamo fatto anche una fiction sul Capo dei capi, Riina, e Gomorra dal libro di Saviano. Noi Abbiamo rifiutato per questo il concorso a Venezia: tutti avrebbero protestato».

IL FILM «Aspetatte a vederlo – aveva detto alla stampa e ai familiari delle vittime MIchele Placido – Questo mio film è un film contro Vallanzasca». Oggi, dopo aver visto ‘Vallanzasca – Gli angeli del male’, passato oggi fuori concorso al Festival di Venezia è più difficile sostenere questa tesi. Anzi. Sia il regista Michele Placido che il protagonista Kim Rossi Stuart non possono che riconoscere che il capo delle banda della Comesina affascinate lo era e lo è davvero e che forse il film addirittura, come ha fatto intendere Placido in questo senso, non gli rende giustizia. «I ragazzi italiani non credo siano capaci di dedicarsi al male dopo aver visto un film simile – spiega Placido -. Che dire poi di Renato? Era un angelo del male e sicuramente aveva una grande capacità di seduzione . Così, se nel film appare seduttivo è solo perchè siamo stati fedeli al suo personaggio. Tra l’altro – conclude il regista – nella sua vita di criminale non ha mai tradito nessuno. Pensava prima agli altri che a se stesso e non si è neppure arricchito». Dice invece Rossi Stuart che ha convinto Placido a fare questo film di cui è anche co-sceneggiatore: «Quello che mi colpisce di lui è la sua capacità di auto-ironia. Certo oggi non è felice di aver lasciato a terra tante persone. Insomma non incarna il male assoluto, ma una persona in cui male e bene convivono in una lotta estrema». E ancora Placido:«aveva a suo modo una sua etica: Non ha mai ad esempio fatto alleanze nè con la mafia, nè con la camorra, nè con la politica eversiva che in quegli anni cominciava ad affollare le carceri. Anche quando Turatello gli offre una quota dei ricavi delle bische lui rifiuta spiegando che lui non guadagnava facendo cose simili».

I FAMILIARI DELLE VITTIME: «FILM INACCETTABILE» I familiari delle vittime cadute per mano di Renato Vallanzasca dicono ‘nò alla presentazione del film di Michele Placido alla Mostra del Cinema di Venezia. Lo fanno attraverso una lettera al Corriere della Sera dell’Associazione di volontariato Vittime del Dovere, i parenti dei poliziotti trucidati negli anni Settanta dal bandito. «Non è il sentimento di vendetta – scrive il presidente dell’Associazione, Emanuela Piantadosi, – ma solo il desiderio di giustizia. Necessario e fondamentale il recupero previsto dal nostro ordinamento penitenziario per quanti hanno sbagliato, tuttavia il passato non si può e non si deve cancellare. I mass media hanno il grande potere di veicolare messaggi positivi ai nostri giovani. E se è vero che rappresentare vite sbagliate, come dice qualcuno, può avere una funzione educativa, riteniamo – conclude la lettera – che le trasposizioni cinematografiche o letterarie che narrano le gesta di criminali,protagonisti di fatti di cronaca, edulcorate da dialoghi romanzati, dalla presenza di attori conosciuti e dalle ambientazioni studiate ad arte, costituiscano una pericolosa tentazione all’ emulazione per soggetti particolarmente fragili o non ancora maturi».