Perché la Siria è una pedina così importante per gli equilibri geopolitici?
redazione | Il 30, Lug 2012
Editoriale di Maurizio Compagnone
Perché la Siria è una pedina così importante per gli equilibri geopolitici?
Editoriale di Maurizio Compagnone
Per capire cosa rappresenta la Siria nello scacchiere medio orientale, bisogna analizzare ogni singolo tassello e i puzzle che si intrecciano.
La scacchiera è composta di tanti tasselli quelli che sono semplici “gregari” ma che diventano determinanti nella combinazione di mosse. Fino ad arrivare ai potenti della terra, quelli che si muovono senza rispettare le mosse diplomatiche per puntare direttamente alla mossa vincente.
Partiamo dal primo tassello – Vladimir Putin
appena tornato alla Duma, ha immediatamente messo in agenda le azioni da compiere per difendere la Russia dalle minacce di geopolitica, portate da gruppi finanziari internazionali.
E al primo punto della sua agenda ha inserito l’escalation implosiva in Medio Oriente, con un occhio attento alle vicende siriane.
L’orso Putin ha messo in campo tutti i mezzi soprattutto quelli diplomatici per evitare che gli incendi si propaghino a tutto il Medio Oriente. Se non si interviene in tempo, tutti i paesi medio orientali rischiano di essere coinvolti, compresi lo Stato di Israele e la Turchia. A tutti è chiaro che se Turchia e lo Stato di Israele si sentono minacciate, il conflitto si estenderà a macchia di leopardo, anche l’Arabia Saudita e gli Emirati arabi non staranno certo a guardare prima di venirne coinvolti.
Pertanto Putin ha ben chiaro lo scenario e ha capito che la Russia non può assolutamente stare a guardare, sa che un errore di calcolo può portare alla terza guerra mondiale.
Per questo motivo usando tutti i tatticismi che la diplomazia consente, mantiene aperti dialoghi con i leader dei Paesi più importanti dell’area, in primis con Erdogan presidente della Turchia per l’importanza politica, militare e geografica, (oltre 900 km di confine con lo Stato siriano) che riveste nello scacchiere medio orientale, inoltre la Turchia non avendo mai risolto il problema curdo è la più vulnerabile nel momento in cui il regime siriano dovesse crollare, le velleità mai sopite del popolo Curdo di unire le loro etnie presenti in Iraq, Iran, Turchia e Siria per il riconoscimento di uno Stato Curdo preoccupa molto Ankara. Oltre ai canali diplomatici aperti con Ankara, sono molto attive le diplomazie tra Russia e Israele, per convincere Netanyahu a desistere da propositi bellicosi nei confronti di un altro Stato sovrano, l’Iran.
Le diplomazie in Medio Oriente hanno il bel da farsi, ma la tela più complessa da tessere per la diplomazia russa è quella con Washington un dialogo complesso e altamente criptico.
2 tassello – Siria
La Siria non è il Paese disegnato dai media occidentali, è uno Stato multietnico, laico, costituito da tante tribù di culti diversi, predomina la popolazione mussulmana suddivisa in confraternite, da una di queste, “alawita”, minoranza nel Paese, discende la famiglia del Presidente Bashar Al-Assad, sposato con una donna inglese di origine sunnita (fondamentalisti islamici).
La popolazione è composta oltre che dalla tribù alawita, da drusi, curdi, sunniti, cristiani, ortodossi e armeni.
Per capire cosa sta succedendo dobbiamo soffermarci sulle tribù, i sunniti (fondamentalisti islamici) maggiore confraternita del Paese, non hanno mai accettato le aperture del Presidente Al-Assad al modo di vita occidentale, donne libere di guidare, indossare abiti occidentali, uscire senza velo, questo modo di essere è ritenuto profanazione all’Islam e inaccettabile. Pertanto hanno fomentato la popolazione contro il regime per costituire una “Fratellanza mussulmana”, che diventi forza politica dominante in tutto il medio oriente.
Una posizione che ne Netanyahu ne Putin e neppure la Cina vedono favorevolmente.
La tribù è una costola sciita, si differenziano dai sunniti fondamentalisti, gli alawita sono aperti ai cambiamenti sono favorevoli al modo di vita occidentale.
Ora si apre uno scenario cruento, se il regime di al-Assad soccombe ci sarà un massacro che i fondamentalisti Sunniti compieranno verso le altre tribu, alawiti, sciiti, cristiani, drusi e curdi. Il loro scopo è prendere in mano il potere spazzando le altre etnie con un genocidio di massa di 4 milioni di individui.
A questo punto le riflessioni sono tante come difficili sono le azioni da intraprendere, lo scenario è molto complesso più della Libia, Egitto e Tunisia.
Noi guardando con i nostri occhi non siamo più così convinti di appoggiare i cosiddetti “Fratelli mussulmani” che stanno mettendo a ferro e fuoco il Paese. Le stesse fazioni di ribelli non hanno una guida spirituale, ognuno opera per proprio conto e agiscono in modo indiscriminato.
Nella città di Aleppo le cose sono diverse, forse perché la città è polo economico e finanziario, non solo per la Siria ma anche per il Libano e la Turchia il cui confine dista appena 40 Km.
Se si dovesse perpetrare una persecuzione alla tribù alawita, si infiammerebbero anche le regioni limitrofe della Turchia Hatay e Antakya con forte presenza di alawita. Stando il questi luoghi gli eventi si osservano con altri occhi e tutto quello che ci è stato perpetrato per mesi dalle tv e media in generale, ci ingenerano forti dubbi sulla conformità delle informazioni fino ad ora ricevute.
Nella zona dove ci troviamo i ribelli non sono i ragazzi che abbiamo visto in questi giorni, giovani studenti sprovveduti armati di fucili Kalashnikov o bombe a mano artigianali, qui i ribelli sono armati fino ai denti, hanno armamenti di alta tecnologia, Mitragliatori M107, F2000, X25, Metal Storm, non solo ma in assenza di comunicazione loro riescono a comunicare…. Qualcosa ci appare poco chiaro, a partire dalle armi non sono giocattoli qualunque, sono molto costose, quindi qualcuno finanzia questi gruppi armati destabilizzanti.
Chi sono i giovani ribelli di Aleppo? Persone mandate a morire inculcando loro che la morte può essere anche liberazione, non solo per se stessi ma soprattutto per gli altri che ne gioveranno dal loro sacrificio?
A noi sembra una brigata in avanscoperta dietro ci sono “loro”. Chi sono! Da dove vengono! Per chi lavorano! Ecc ecc….
Tante domande che rimangono senza risposta. Certo qualcuno ha ordito tutto questo, e ignari studenti perdono la vita per un gioco sporco che anche per noi diventa difficile da capire.
Siamo venuti qui anche per capire, quanto di vero c’è nell’informazione che i media ci hanno propinato per mesi e ora tutto è meno chiaro, ombroso, siamo colti da dubbi, incertezze, insicurezze, scetticismo, interrogativi che ci spingono a porci tante domande. Perché oltre a sparare contro il nemico si spara anche contro l’amico, un vero rebus sembra una guerra telecomandata, tanti Robocop non vorremmo pensare che qui si sperimentino soldati hi-tech pronti ad uccidere a comando, altrimenti come si può puntare l’arma verso il nemico e poi verso l’amico. Sicuramente quello a cui si assiste è fuori da ogni logica insurrezionale.
Da osservatori notiamo che le forze in campo crescono in modo spasmodico, da dove vengono e poi basta sentirli parlare, hanno inflessioni diverse, è veramente complicato dipanare la matassa.
Sicuramente la permanenza qui sarà prodromica a tanti nostri dubbi, forse la verità è lontana ma almeno appaghiamo la nostra sete di informazione.
Altra strana fotografia si presenta ai nostri occhi, perché i ribelli oltre che da combattenti operano da Cameraman?
Ogni loro azione è ripresa meticolosamente a che pro?
Non possiamo credere che lo facciano solo per darsi coraggio, c’è qualcosa che ancora ci sfugge, è un tassello che manca ma da segugi quali siamo, riusciremo in questo periodo di permanenza, a mettere a fuoco quelle immagini ancora sfocate degli eventi e dargli una ricostruzione logica.
Un’altra anomalia che abbiamo notato è che le foto pubblicate sugli organi di stampa uscite sui giornali in Italia, spesso non corrispondono ai luoghi dove sarebbero state scattate, e se corrispondono i periodi sono antecedenti alle pubblicazioni ……. un altro tassello fuori posto.
Fanta-geopolitica
La riflessione è d’uopo, la posta in gioco in questa partita a scacchi geopolitica è molto alta, non c’è a questo punto crediamo la sola sopravvivenza della Siria come nazione sovrana, ma c’è un disegno sottile molto più complesso al limite della cospirazione, la sopravvivenza dell’Iran, della Cina e addirittura della Russia.
Non prendeteci per visionari sembra fanta-geopolitica, ma qualcosa di grosso bolle in pentola, altrimenti non si spiegherebbe l’arrivo di tante navi russe da ovest Flotta atlantica e via Bosforo flotta nel Mar nero.
Non è la prima volta di essere stati tacciati come visionari, lo preferiamo, meglio essere visionari che trovarci a fatti compiuti da cui non si può tornare indietro.
Chi non ci dice che sia in gioco anche la Sovranità di Russia e Cina potenti Stati dall’economia molto forte e membri del BRICS “Organismo che riunisce le economie emergenti di “Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa” immuni alla crisi che sta colpendo le economie americane ed europee, e poco benvisto dai potenti gruppi finanziari internazionali.
Siamo così sicuri che questi “Gruppi para governativi” non vogliano mirare agli interessi economici degli altri paesi membri del BRICS ?
Sicuramente non possiamo negarlo, Paesi come il Brasile, Sud Africa e India hanno immense ricchezze naturali, e ciò fa gola alle fauci fameliche di questi “Gruppi dal potere oscuro”, non è solo il petrolio, l’oro e i minerali preziosi su cui vogliono mettere le mani, ma c’è qualcosa di ancora più prezioso per la sua rarità ma importantissimo per la scienza militare, sono elementi unici nel suo genere presenti solo nel sottosuolo brasiliano, elementi come la Tantalite, la Colombite, la grafite, il tellurio, l’indio, il gallio rappresentano quello che di più sofisticato la natura può offrire. Quanto tempo ci vorrà prima che qualcuno si inventi un motivazione per ingenerare una sommossa in Brasile?
Sarà pure fanta-geopolitica ma lasciateci ragionare a voce alta, unendo le nostre energie riusciremo a fermare qualcosa che è già partito.
Non siamo superficiali vogliamo stimolare la riflessione e guardare gli eventi con occhio critico, siamo fiduciosi che le nostre preoccupazioni saranno anche le vostre.
Ad oggi il pianeta è attraversato da molte guerre, insurrezioni che arricchiscono i paesi fornitori di armi e nel contempo indeboliscono i contendenti.
Ogni guerra oltre al costo in vite umane ha un costo economico spaventoso, un’economia che si blocca, un paese da ricostruire dalle ceneri, ma per i signori della guerra questo è doppio business, prima per la fornitura di armi e poi le loro aziende amiche che parteciperanno alla ricostruzione dei paesi distrutti… dalla vendita delle loro armi.
Cosa ci riserva il futuro?
L’impedimento di una nuova guerra per la sopravvivenza della civiltà umana, questa volta i morti non saranno milioni ma miliardi.
Mosca – Siria
Perché Putin continua fermamente a chiedere la non ingerenza nello Stato siriano. Vi siete mai chiesti come mai Putin continua a parlare di rischio di una nuova guerra mondiale? La Russia non ha nessuna intenzione di mettere le mani sul Medio Oriente, non ha ne la forza economica e neppure militare.
Il motivo è solo economico, il controllo del porto di Tartus, con lo sfaldamento dell’unione sovietica la Russia non ha più basi militari fuori dello Stato russo e in caso di risoluzione la Russia non potrà più contare sull’unico porto di attracco amico nel Mediterraneo.
Inoltre ci sarebbe una complicazione interna alla Duma, qui in Siria sono presenti centinai di miglia “agenti russi” e inoltre la Siria è il maggior acquirente di Elicotteri di attacco MI-25 sbarcati al porto di Tartus con cargo russi.
Già mesi addietro i russi avevano tentato di far transitare su cargo battente bandiera off-shore i famigerati elicotteri che abbiamo avuto modo di osservare, arrivano silenziosi dal cielo sputando fuoco, di solito compaiono al tramonto, coperti dal riflesso di luce, ma sono stati bloccati durante il transito al largo delle coste della Gran Bretagna.
Dopo quanto successo ogni trasporto sarà scortato da navi da guerra russe per impedire qualsiasi blocco al convoglio.
Chi sono i Sunniti la forza di opposizione?
E un movimento mussulmano appoggiato dalla Fratellanza Mussulmana americana e sono pronti a scatenare proteste per destabilizzare il Medio Oriente, l’Asia minore fino alle ex repubbliche sovietiche.
Ecco perché anche in Cina c’è seria preoccupazione.
I media non lo dicono, cosa che i Popolari hanno sempre detto in quanto assertori di una informazione libera, nelle zone ricche di petrolio della Cina Xinjiang e Uigura sono in atto scontri, rivolte di organizzazioni mussulmane, che stanno destabilizzando l’area.
Chi finanzia costoro? Fonti rivelano che dietro si nascondono petrolieri americani, che vogliono mettere le mani sul mar della Cina, una zona dove ogni giorno fomenta una rivolta.
Questo spiega l’asse Russia-Cina contro il veto di un intervento armato e dell’embargo alla Siria. Con la risoluzione si è distrutto un altro paese sovrano la “Libia” guarda caso ricco di petrolio.
Fino ad oggi l’asse Russia-Cina membri anche del BRICS oltre che membri permanenti di veto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU hanno messo il veto a nuove sanzioni contro la Siria.
Ormai il progetto di George Bush, il “Greater Middle East”che si era impantanato, ha ripreso vigore e cammina spedito verso la sua realizzazione, se ciò accade Obama non controlla più la politica internazionale.
Greater Middle East
La Governance globale è un processo incompatibile con un modello fondato sulla centralizzazione del comando. Se osservata sul piano delle decine di attori che possiedono ed esercitano dei poteri ed influenzano la politica, l’economia e le società globali, la parvenza multipolare del mondo attuale svanisce, lasciando sul piano politico poco più che dei simulacri statuali. Se Cina, India, UE, USA, Russia e Giappone, possiedono la metà della popolazione mondiale, il 75% del PIL mondiale e l’80% della spesa militare del pianeta, nel nuovo sistema di relazioni globale gli stati nazione stanno perdendo progressivamente il monopolio della sovranità, ed hanno già perso il controllo di alcuni dei loro poteri tradizionali, soprattutto nell’ambito dell’economia e della finanza, sopraffatti da un’organizzazione delle relazioni e delle reti sempre più irriducibile alle geometrie ed alle cartografie convenzionali. Il vero “nuovo ordine” globale si sta formando all’interno degli stati, oltre che al loro esterno, e si basa su pratiche di negoziazione, coordinamento e pianificazioni consensuali che funzionano solo quando una pluralità di attori statali e non statali, economici, istituzionali e sociali, concertano il raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Il processo decisionale delle politiche che si collocano su scala globale non può quindi che basarsi sull’intesa tra i diversi attori coinvolti.
Quanto sopra esposto non ci porta certo a sottoscrivere l’operato di al-Assad ma neppure i comportamenti di queste organizzazioni di “Fratellanza mussulmana” sono così limpidi.
Maurizio Compagnone – Segretario Organizzativo dei Popolari Glocalizzati
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