Non sto scherzando: anche in Calabria ha vinto la voglia di cambiamento
redazione | Il 27, Feb 2013
Editoriale di Luigi Pandolfi
–Considerazioni sui risultati delle elezioni politiche a Rizziconi – di Bruno Morgante
–In Calabria vincono i due Peppe, Grillo e Scopelliti – la nota politica di LL
Non sto scherzando: anche in Calabria ha vinto la voglia di cambiamento
Editoriale di Luigi Pandolfi
Non sobbalzate sulla sedia per quello che sto per dire. In Calabria, come nel resto del paese, ha vinto la voglia di cambiamento. Si, proprio così: Scopelliti, la destra al governo della regione, c’entrano poco con il risultato delle urne, che ha premiato due forme di populismo tra di loro speculari, quello di Grillo e quello di Berlusconi.
Più della metà dei calabresi che si sono recati alle urne hanno scelto di votare contro l’agenda del rigore e la follia delle politiche depressive imposte dall’Europa. Una parte, peraltro consistente, anche contro un ceto politico ormai logoro ed inadeguato.
L’hanno fatto, come d’altronde nel resto dell’Italia, scegliendo il centrodestra berlusconiano ed il Movimento 5 Stelle, quelli che più efficientemente, più proficuamente, ancorché da un versante demagogico, hanno saputo cogliere la portata del livore di larga parte della popolazione italiana nei confronti delle politiche di austerità che, nell’ultimo anno e mezzo, hanno mandato in recessione l’economia del paese.
D’altronde non c’erano sul mercato elettorale altre alternative. O meglio: non c’erano altre alternative avvertite come tali. Si, c’era Rivoluzione Civile, ma gli elettori hanno percepito questa lista come un caravan serraglio di fallimenti politici, compilata col bilancino nelle segrete stanze romane senza tener conto dei territori e delle loro esigenze di rappresentanza, con un leader certamente rispettabile sul piano umano, ma assolutamente inadeguato al compito cui era stato rocambolescamente chiamato. Alla fine questa lista è stata schiacciata tra voto utile da un lato e voto di protesta dall’altro. Anche in Calabria.
Detto ciò, veniamo alle contraddizioni di questo voto. Non c’è dubbio che i calabresi che hanno scelto di votare per la coalizione di Berlusconi hanno avuto in testa più la restituzione dell’Imu e l’acredine per Monti che un giudizio sul governo della regione e sulla qualità dei candidati nelle liste. Non possiamo credere, d’altro canto, che il suffragio abbondante accordato alla lista del Pdl al Senato sia stato determinato, per fare un esempio a suo modo calzante, dalla presenza in essa dell’On. Domenico Scilipoti!
E poi se il trofeo fosse stato per i risultati del governo regionale, un pezzettino sarebbe andato anche all’Udc, che invece non ha brillato particolarmente in questa tornata elettorale.
Diverso è invece il caso del Pd. Qui la fuga di elettori verso il Movimento 5 Stelle è stata determinata proprio dalla valutazione negativa delle liste presentate. Basta un solo dato per convincersi di questo assunto: in provincia di Cosenza, da cui provenivano i principali candidati della prima fascia nelle liste di Camera e Senato, il partito di Bersani è arrivato terzo, dietro il Pdl ed il M5S. Nella città bruzia il Pd si è fermato addirittura al 17%, con Grillo che è schizzato al 32%. Si tenga conto, a proposito di questi numeri, che nel 2008 il Pd ottenne a Cosenza più del 34%!
Potremmo dire: a livello nazionale il Pd ha dilapidato in poco più di un mese un patrimonio enorme di voti e di intenzioni di voto, ma in Calabria sono riusciti a fare di meglio!
Qualcuno potrebbe fare osservare che il Pdl, alle elezioni del 2008, ottenne in Calabria la bellezza di 438 mila voti alla Camera, il 41% circa, ed oggi ne ha confermati soltanto la metà. È vero, ma in politica questo tipo di calcolo deve essere sempre ponderato con le risultanze dei mutamenti di contesto: allora non c’era Grillo e Berlusconi arrivò all’appuntamento elettorale con la vittoria in tasca, oggi c’era Grillo, il Pdl sembrava bollito e la vittoria in tasca ce l’avevano il Pd ed i suoi alleati. È in questo scenario che il centrodestra arriva primo alla Camera e conquista il premio di maggioranza al Senato in Calabria, nonostante Scilipoti, i problemi giudiziari del governatore, il caso Reggio, le mille emergenze che affliggono la società calabrese.
In base a questo mio ragionamento, si possono sviluppare anche delle considerazioni in vista delle prossime elezioni regionali. Se da un lato il centrodestra non può cullarsi sul buon risultato ottenuto, che, come abbiamo detto, è figlio innanzitutto della rabbia per le tasse e le misure recessive di Monti, dall’altro il centrosinistra si vedrà costretto a rivedere la propria strategia, anche in ordine alla scelta dei candidati. Tira una brutta aria nel paese per le vecchie nomenclature della politica politicante ed eventuali errori nella scelta dei candidati (e del candidato) potrebbe rivelarsi fatale.
Grillo e lì, come un falco, e quel 32% di Cosenza incombe. Forse più di quel 25% che fa del Movimento 5 Stelle il primo partito della regione.