Montebello Jonico festeggia 200 anni
redazione | Il 22, Nov 2011
Nicolò: “Montebello s’inserisce con la sua storia in parte scritta nel nome “mons bellum”, monte di guerra e con il ruolo attivo nella costruzione dell’Unità nazionale di cui quest’anno ricorre il centocinquantesimo”
Montebello Jonico festeggia 200 anni
Nicolò: “Montebello s’inserisce con la sua storia in parte scritta nel nome “mons bellum”, monte di guerra e con il ruolo attivo nella costruzione dell’Unità nazionale di cui quest’anno ricorre il centocinquantesimo”
“Una pagina impregnata di nobili radici e di storia gloriosa: la tavola rotonda che rivive i 200 anni della fondazione di Montebello Jonico vuole andare oltre il momento puramente celebrativo e rappresentare, nello spirito partecipativo e costruttivo, un momento di riflessione su aspetti significativi della nostra storia alla quale la Calabria ha dato un contributo fattivo”.
E’ quanto dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale, Alessandro Nicolò che aggiunge: “D’altra parte, la memoria di un popolo non è fatta solo di un mero susseguirsi di eventi, ma di sentimenti, spirito di sacrificio e lotta per gli ideali che si traducono in importanti chiavi di lettura del presente e costruzione del futuro. Ed è in questo contesto – continua – che si inserisce il Comune di Montebello, ridente paese dall’impianto urbanistico medioevale caratterizzato da viuzze e scalinate, ricordato soprattutto per l’accoglienza e l’ospitalità accordata all’eroe dei due Mondi che, com’è noto a tutti, sbarcò a Melito Porto Salvo in contrada ‘Rumbolo’”.
“Montebello s’inserisce con la sua storia in parte scritta nel nome “mons bellum”, monte di guerra e con il ruolo attivo nella costruzione dell’Unità nazionale di cui quest’anno ricorre il centocinquantesimo. Un anniversario nell’anniversario, che diventa spunto prezioso per riscoprire il suo contributo nel decennio francese e nel Regno Borbonico e celebrare contestualmente il processo di unificazione, nonché il famoso decreto datato 4 maggio 1811 emesso a Parigi a firma di Gioacchino Murat, Re di Napoli”.
“Pertanto – conclude il vicepresidente – l’alto spessore culturale e il prestigio dei relatori presenti a questo importante evento diventano momento qualificante affinchè le nostre tradizioni e i sacrifici dei nostri padri non cedano mai il passo all’oblio. Perché è sempre al passato che bisogna guardare come imprescindibile punto di riferimento e bussola per le nuove generazioni, così come è doveroso da parte delle Istituzioni preservare e custodire la storia. Proprio come si sta facendo attraverso le iniziative per celebrare il passaggio di Garibaldi nell’area grecanica, tra cui la collocazione di un Faro in prossimità del luogo del secondo sbarco di Garibaldi e di una stele davanti alla casina “Alati” dove l’eroe dei due Mondi trovò ospitalità”.