Medici nel vortice della violenza Al Ppi di Palmi un energumeno ha aggredito il medico con un pugno. Prognosi di 30 giorni per il sanitario
Riceviamo e pubblichiamo
A distanza di poche settimane dagli ultimi accadimenti torniamo a commentare l’ennesimo episodio di violenza nei confronti di medici della nostra provincia e ad esprimere, come Consiglio dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Reggio Calabria, il massimo supporto e la sincera vicinanza al collega vigliaccamente aggredito presso il Punto di primo intervento di Palmi.
Nella notte tra domenica e lunedì, infatti, il dr Gino Dalbis, di turno al Ppi palmese, è stato reiteratamente aggredito da un energumeno che avrebbe accompagnato un minorenne con ferita da arma da taglio. Dopo una prima aggressione senza gravi conseguenze per il sanitario che ha potuto proseguire il servizio, in un secondo momento, alla presenza dei Carabinieri, l’uomo si è scagliato sul medico colpendolo con un violento pugno all’altezza dell’orecchio e procurandogli una lesione al timpano con prognosi di trenta giorni. Nel mentre, non essendo nessun altro medico reperibile per rilevare il sanitario ferito, è stato necessario interrompere il servizio presso il Punto di primo intervento fino al turno successivo ma ovviamente nessuno metterà in evidenza questo particolare. Immaginiamo quali danni avrebbe potuto subire un paziente che necessitando di assistenza immediata salvavita fosse giunto al Ppi nel momento di assenza del medico di guardia.
Dinnanzi all’ennesimo episodio di violenza contro la categoria non ci resta che invocare pene esemplari e, soprattutto, richiedere ai mass media di dare massimo risalto alla notizia della condanna di coloro che si rendono responsabili di questi episodi particolarmente deprecabili in quanto perpetrati ai danni di chi si spende, ogni giorno, in condizioni spesso assai difficili, per la salute dei cittadini calabresi.
A tal proposito, nei giorni scorsi, raccogliendo l’invito rivoltoci in sede di Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, abbiamo stilato ed inviato all’attenzione del Prefetto di Reggio Calabria che presiede e coordina il predetto organismo, un articolato documento contenente analisi e proposte inerenti a questo triste ed ormai conclamato fenomeno criminale; un vortice di violenza che sta rendendo quasi impossibile l’esercizio della professione negli ospedali, nelle guardie mediche, negli studi di medicina generale ed in tutti i luoghi in cui si cerca di garantire il diritto alla salute dei cittadini con professionalità ed abnegazione e malgrado l’arcinota situazione deficitaria della sanità calabrese boccheggiante per la carenza di uomini e mezzi per lo sciagurato piano di rientro ed il conseguente blocco del turnover.
L’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della provincia di Reggio Calabria, in armonia con l’azione intrapresa dall’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori sanitari che sta analizzando questo fenomeno, non si rassegnerà ad accettare passivamente questo status quo consapevole che, se da un lato ciò colpisce direttamente i sanitari, dall’altro si riverbera su tutto quel sinallagma medico-paziente che va preservato con tutti i mezzi possibili, in quanto base propedeutica imprescindibile per la piena realizzazione dell’alleanza terapeutica.
Rinnoviamo, dunque, gli appelli che peraltro reiteriamo ormai da troppo tempo, affinchè, chi di competenza, possa attuare quanto necessario per fermare questa spirale di violenza garantendo la sicurezza di chi opera in sanità ed un livello di assistenza idoneo a rispondere alle istanze dei pazienti prima di dover amaramente commentare altri e più cruenti episodi contro coloro che, ogni giorno, nella nostra provincia, sono in trincea per tutelare la salute dei pazienti.