Longo: “La cultura dell’accoglienza si pratica e non si enuncia”
redazione | Il 17, Dic 2011
Il consigliere provinciale Prc interviene sulla questione migranti a Rosarno
di DANILO LORIA
Longo: “La cultura dell’accoglienza si pratica e non si enuncia”
Il consigliere provinciale Prc interviene sulla questione migranti a Rosarno
di Danilo Loria
ROSARNO (RC) – Giuseppe Longo, consigliere provinciale Prc, interviene sull’emergenza africani a Rosarno. Longo esordisce dicendo che “si è tornati a parlare di emergenza africani a Rosarno e credo lo si stia facendo anche in modo improprio, perché il timore, a mio parere errato, che serpeggia tra i cittadini rosarnesi è quello di una imminente nuova rivolta, come se gli africani fossero tornati nella Piana di Gioia Tauro a creare disordini rispetto invece alla loro reale voglia di lavorare in maniera dignitosa ed onesta”. L’emergenza di fatto esiste a Rosarno ma “la si deve saper affrontare con gli strumenti che la buona politica può offrire al territorio, senza creare puntualmente false illusioni che offendono la dignità e l’intelligenza dei nostri fratelli africani”. Il consigliere provinciale di opposizione aggiunge che “tra pochi giorni verrà riaperto il centro di accoglienza che potrà ospitare non oltre 100 migranti, lasciando in condizioni vergognose la maggior parte degli africani, nonostante più volte il presidente Scopelliti, bravo a sperperare risorse pubbliche per balletti e ballerine abbia promesso interventi importanti per migliorare la funzionalità e la capacità di accoglienza del centro”. Il politico cinquefrondese intende “elevare un plauso a tutte quelle associazioni sane che quotidianamente offrono il loro tempo per accogliere i migranti in maniera dignitosa, cercando di lenire le difficoltà a cui vanno incontro gli africani”. Un plauso è doveroso farlo all’esperienza dei produttori locali che con la campagna “Sos Rosarno” producono e vendono olio e agrumi tramite agricoltura biologica certificata impiegando per oltre il 50% manodopera immigrata assunta regolarmente “a dimostrazione che la cultura dell’accoglienza bisogna saperla praticare e non enunciarla dai banchi delle istituzioni o peggio ancora dai palchi, in occasione degli appuntamenti elettorali”.
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