L’esposizione ai raggi “X” è più pericoloso di quanto si pensi
Giovanni D'agata | Il 10, Giu 2014
Le radiazioni ionizzanti anche a basse dosi alterano il Dna e possono provocare il cancro
L’esposizione ai raggi “X” è più pericoloso di quanto si pensi
Le radiazioni ionizzanti anche a basse dosi alterano il Dna e possono provocare il cancro
L’esposizione ai raggi “X” durante gli esami medici è più dannosa per la salute
di quanto si è creduto sinora. A denunciarlo mercoledì scorso non una ricerca qualsiasi,
ma l’agenzia federale per il controllo nucleare del Belgio (AFCN) in un comunicato
stampa. Tale evidenza si basa su uno studio del Professor Hubert Thierens, dell’Universiteit
di Gent, che dimostra che le radiazioni ionizzanti anche a basse dosi alterano il
DNA e possono provocare il cancro. Il professor Thierens ha condotto test su 100 bambini
in collaborazione con cinque ospedali fiamminghi. Analizzando i campioni di sangue
prima e dopo TAC, si è collegato per visualizzare e quantificare le doppie – eliche
del DNA che si rompono. Queste interruzioni sono infatti all’origine delle mutazioni
e, in una fase successiva del cancro. Tra tutti i partecipanti allo studio sono stati
osservati effetti statisticamente significativi. Questi effetti aumentano nei bambini
in giovane età sottoposti ad una dose di radiazioni ionizzanti. Lo studio dimostra,
tuttavia, che i danni non evolvono in modo proporzionale all’esposizione alle radiazioni.
“Ci si poteva aspettare che una riduzione del 10% delle dosi di radiazione provoca
una riduzione simile del danno. Ma questo non è il caso; i danni sono superiori”,
spiega Hubert Thierens. Sottolinea, inoltre, che i tessuti rispondono ai raggi “x”
e non solo le cellule. Il rischio di cancro causato da radiazioni ionizzanti è pertanto
superiore a quello che è stato ammesso finora. “Il DNA è danneggiato anche da basse
dosi di radiazioni”, insiste il ricercatore. Il legame tra cancro e rotture del DNA
dovrebbe essere oggetto di una nuova ricerca. Ma, secondo un recente studio internazionale,
le radiazioni ionizzanti aumentano il rischio di leucemia. L’AFCN ha invitato da diversi
anni ad un uso moderato dell'”imaging” medico. Se molto rimane da fare, l’agenzia
ha comunque notato una diminuzione dell’utilizzo dei “raggi x” emessi per gli
esami radiologici. Questi risultati sono dovuti all’ottimizzazione delle procedure
che utilizzano scanner più recenti. Una sensibilità, quella dimostrata dall’ente
Belga assai significativa, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello
dei Diritti”, che trova pochi casi simili nel resto d’Europa. Ecco perché
anche nel resto dell’UE ed in Italia bisogna fare ancora molto per sensibilizzare
la popolazione e gli operatori sanitari ad una drastica riduzione di questo tipo
di esami clinici.