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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 24 APRILE 2024

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Le lobby finanziare guardano con terrore al Brexit Tomba dei loro privilegi

Le lobby finanziare guardano con terrore al Brexit Tomba dei loro privilegi
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Siamo all’alba di un Armageddon finanziario nel Regno Unito che polverizzerà il sistema imposto dai fautori della Globalizzazione. Le grandi società quotate in borsa temono ripercussioni sulle quotazioni dei titoli azionari.

In questi giorni tutte le principali borse hanno riportato pesanti perdite, tutti gli analisti hanno imputato il crollo delle borse al timore dell’uscita del Regno Unito dall’euro e, per convincerci delle loro affermazioni hanno puntato il dito sui sondaggi che vedono i fautori del Brexit in crescita.

Siete veramente convinti che l’uscita delRegno Unito dall’Unione Europea, porterà tante aziende quotate in borsa al fallimento, oppure il calo delle borse è da ascrivere ad altri motivi?

Impariamo a dipendere meno dalle notizie che ci fanno passare come verbo, e iniziamo a ragionare da esseri pensanti, chi ci inocula le informazioni finalizzate, pensa di avere una platea di teste in affitto.

Cercherò di spiegare che quello che stiamo ascoltando o leggendo da certi organi di stampa non è altro che un vestito confezionato a Wall Street. Vorrei dipanare quei tanti dubbi che volutamente economisti vogliono farci credere. E mi prendo la responsabilità di dare una risposta.

Parto dal convincimento che il Brexit non comporterà nessuna conseguenza economica rilevante né per la il Regno Unito né per i Paesi Membri della UE.
Pensate veramente che Bruxelles, possa attuare azioni punitive nei confronti del Regno Unito?
Non penso che decida in tal senso, sarebbe controproducente per la UE che vanta un ampio avanzo commerciale con il Regno Unito.

A seguire, a che titolo la UE afferma che con il Brexit decadono gli accordi economici con la UE? Intendo riallineare nel verso giusto una informazione fallacemente mistificata, gli scambi economici con l’Europa sono garantiti da accordi con l’Organizzazione mondiale del Commercio, che il Brexit non può annullare.
Il Regno Unito in caso di Brexit, si troverebbe nello stesso status giuridico della Svizzera, quindi si può pensare che vengano usati due pesi e due misure?
Se la UE dovesse punire il Regno Unito, la Svizzera subirebbe le stesse conseguenze. Pertanto gli accordi economici con l’Europa continueranno ad esistere.

In questi giorni contro il Brexit si sono esposti tutti, dai leader politici, ai grandi artisti, non ultimo Bob Geldof noto cantante irlandese che nella pomeriggio di ieri, ha noleggiato un piroscafo con cui ha navigato il Tamigi con l’intento di spiegare i pericoli del Brexit.

Strano che la polizia fluviale non abbia multato l’imbarcazione dotata di mega altoparlanti che hanno sforato i decibel autorizzati, guarda caso lo stesso non è accaduto per i fautori del Brexit.

La UE vuole far credere che l’Uscita dall’Unione abbia un costo e mette le mani avanti per tutelare un castello di menzogne, teme che altri paesi seguiranno l’esempio del Regno Unito. Il costo che la UE pompa, in verità sarebbe irrisorio,potrebbe riguardare il riconoscimento degli standard, l’omologazione di nuovi medicamenti e poco altro ancora.
Non sono altro che misure di poco conto, facilmente aggirabili che non vanno ad intaccare le prospettive dell’economia del Regno Unito.

Qual’èin realtà la vera preoccupazione? L’unica ad uscire con le ossa rotte con il Brexit è
City londinese, che vedrebbe precipitare la sua influenza sull’economia del Regno Unito.
Ma ciò non è altro che un antibiotico per liberarsi da tossine virtuali che bloccano l’economia reale. Con il Brexit si anticipa la fine della finanza speculativa anglosassone, che, in ogni caso ha gli anni contati.

Sempre più forti sono le voci che prospettano nuove misure per ridimensionarla, visto che i correttivi fin qui applicati non hanno assolutamente impedito la possibilità che possa ripetersi una crisi sistemica pari a quella del 2008.

Questo nuovo capitolo finanziario inizia a farsi sentire anche negli Stati Uniti, lo stesso candidato alla Presidenza Donald Trump lo ha inserito tra le priorità del suo programma.
Altri finanzieri della nuova leva, stanno cavalcando le linee guida di Donald Trump, cresce questa nuova corrente che chiede una nuova finanza al servizio dello sviluppo dell’economia reale e la fine della finanza speculativa e creativa che produce solo, centinaia e centinaia di miliardi di carta straccia e che non risolve il problema della crisi, anzi, continua a farsi sovvenzionare dalla mano pubblica, come accade oggi con la politica monetaria perseguita dalle banche di Stato.

Detto questo il Brexit, mi ripeto, porterà un ridimensionamento della City londinese e anticiperà quello che accadrà nel prossimo futuro. Non solo, ma una visione della City londinese di nuova entità, porterà la Sterlina a deprezzarsi, e questo è un bene per l’economia del Regno Unito, per intraprendere quel percorso verso l’economia reale che è l’unica via che proietterà il Paese verso un futuro prospero.

Le minacce di questi giorni dei leader europei, che vergognosamente si sono spesi contro il Brexit, non sono altro chemanifestazioni di paura.

Non dobbiamo dimenticare che il Regno Unito non ha mai adottato l’Euro e questo rende il processo verso il Brexit più semplice e meno invasivo. Se per il Regno Unito il Brexit porta solo vantaggi, lo stesso non può dirsi per l’Unione Europea.

Sono convinto il Brexit farà da apripista per altri Paesi ancora titubanti, in primis l’Olanda che scalpita per poter seguire l’esempio del Regno Unito. L’Olanda è un altro Paese con l’Economia florida, che in virtù del suo benessere non si tirerà certo indietro, ad uscire dall’Euro.

In conclusione penso che presto al Brexit seguirà il Nexit, il Daxit, e lo Swxit. Detto questo la vera ragione della crisi delle borse non è dovuto al Brexit ma al successo che il Brexit darebbe a quei movimenti trasversali che stanno attraversando l’intera Europa e che si sta radicando negli Stati Uniti.

A breve assisteremo alla morte della Globalizzazione UNICA, VERA responsabile della crisi economica planetaria. Il Brexit sarà il mezzo di rivolta contro l’establishment finanziario, economico e politico che governano il mondo, responsabile della crisi finanziaria del 2008 e che impedisce attraverso la difesa dei suoi privilegi quelle riforme di sistema che ci permetterebbero di uscire dalla crisi.

Dopo questo lungo pistolone necessario per capire, concludo dicendo che il voto del 23 giugno a cui sono chiamati gli elettori del Regno Unito, mostra la fragilità del potere costretto a giocare la sola arma che gli rimane,spaventare l’elettorato e denigrare l’avversario politico, visto l’incapacità di controbatterne i promotori del Brexit, nei confronti elettorali.
Ora è più facile capire perché le borse scendono, la vittoria della Brexit è la rivincita contro l’establishment e il suo modello economico, fallato nel suo impianto. Ma è anche la vittoria di coloro che non intendono più farsi depredare la Sovranità Nazionale di uomini liberi con diritti che la Globalizzazione si preparava a minacciare imponendociistituzioni sovranazionali e società multirazziali e multiculturali.

I cittadini del Regno Unito hanno le armi appuntite con cui possono dimostrare che le minacce della paura e delle falsità sono oramai spuntate e, sono pronti a lottare contro quell’establishment che in questi giorni ha assunto mille facce, che vanno dai mass media agli intellettuali fino ai partiti della sinistra tradizionale per finire ad ingerenze a gogò.

Maurizio Compagnone
(Opinionista della Gazzetta italo brasiliana)