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TAURIANOVA (RC), SABATO 14 DICEMBRE 2024

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Le Apostole e la Pasqua

Le Apostole e la Pasqua

| Il 29, Mar 2013

Editoriale di Bartolo Ciccardini

Le Apostole e la Pasqua

Editoriale di Bartolo Ciccardini

 

 

In un recente dibattito televisivo, mi ha colpito una frase di una intelligente teologa, che commentando i nuovi commoventi atteggiamenti di Papa Francesco, se ne è uscita con una simpatica speranza. Alla domanda di quali apostoli oggi Gesù si servirebbe, se tornasse fra di noi, lei esplose: “Sceglierebbe delle apostole”. Dico subito che non ho nessuna obiezione a questo programma. Ed in ogni caso riterrei che qualsiasi scelta di Gesù sarebbe ottima. Però non vorrei che la gioiosa speranza della signora teologa facesse pensare i meno avvertiti che Gesù, nella precedete scelta, abbia fatto un torto alle donne. E’ bene ricordare, che prima di nascere uomo, il Verbo di Dio, scelse accuratamente l’essere umano più degno per realizzare questo disegno: e scelse la “completa nella grazia” (gratia plena), Maria. E non solo, ma chiese a Lei il suo consenso per il suo progetto e Maria acconsentì ad essere madre del Salvatore e madre del popolo di Dio.

Maria fu scelta per la sua umiltà, come mirabilmente canta il Boccaccio.

Non treccia d’oro, non d’occhi vaghezza,

non costume real, non leggiadria,

non giovinetta età, non melodia,

non angelico aspetto né bellezza

poté tirar dalla sovrana altezza

il re del cielo in questa vita ria

ad incarnare in te, dolce Maria,

madre di grazia e specchio d’allegrezza:

ma l’umilità tua, la qual fu tanta,

che poté romper ogni antico sdegno

tra Dio e noi, e fare il cielo aprire.

Quella ne presta dunque, Madre santa,

sicché possiamo al tuo beato regno,

seguendo lei devoti, ancor salire.

La sua umiltà è la preziosa collaboratrice al disegno della salvezza. Nel Vangelo non appare spesso e sembra perfino appartata, preziosamente e gelosamente nascosta da Gesù. Ma era protagonista a Betlemme, umile e decisa a Cana, e dolorosamente presente sotto la croce a Gerusalemme nei giorni della Passione. Ed è da meditare che sotto la Croce ci fossero le donne che avevano seguito Gesù, ma non ci fossero gli apostoli, tranne uno, che era ancora giovinetto, a cui Gesù, obbedendo alla legge testamentaria degli ebrei per i condannati a morte, affidò sua madre. E c’era Maria, prima degli

Apostoli, a presiedere l’assemblea, quando discese lo Spirito sulla nascosta e sparuta pattuglia degli apostoli. Gesù non usa spesso il termine di “Donna”, ma le poche volte che lo usa (quattro), sono tutte molto significative. Chiama due volte “Donna” sua madre, con una autorevolezza che sembra distacco. Una volta a Cana quando dice a Maria, quasi come un rimprovero, la misteriosa frase: “Donna, che c’è fra me e te?”. La seconda volta quando, morendo la affida a Giovanni: “Donna, ecco tuo figlio. Chiama “Donna” la samaritana, l’eretica pluridivorziata con la quale, per legge, non avrebbe mai dovuto parlare, a cui rivela per prima, la sua missione. E chiama “Donna” la Maddalena che non lo aveva riconosciuto dopo la Resurrezione, pregandola come testimone di portare la notizia agli apostoli, lei donna, la cui testimonianza, secondo la legge ebraica, non aveva alcun valore. I grandi mistici greci, autori degli splendidi canti in onore di Maria, si domandarono

dove fosse Maria mentre Gesù era nel sepolcro e come avesse ricevuto la notizia della Resurrezione dato che di lei non si parla. In tutto il Vangelo Maria è appartata ed umile, ma evidentemente c’è dell’altro: c’è una sorta di gelosia nel rapporto

particolare che il figlio aveva con la madre. È impensabile che Gesù non abbia per prima cosa consolato Maria. Ma i Padri greci dicono di più: immaginano che Maria fosse restata lì davanti al sepolcro, con la sua fede a pretendere il compimento della promessa, a partorire di nuovo il Risorto. Ma tutto questo è riposto nel silenzio di un Dio geloso.

La posizione della donna nella chiesa è stata avvolta in questo silenzio che da un lato è umiltà e dall’altro è riservatezza ed ascolto dell’Amore più grande. Tutta la Chiesa è donna. Tutto il corpo mistico del popolo di Dio è la sposa del Signore

Salvatore. L’alleanza nuziale fra Dio ed il popolo eletto si rinnova fra Gesù Cristo e la sua sposa mistica, di cui Maria è madre, immagine e Regina. (Del resto, il popolo di Dio invoca Maria come regina degli Apostoli: “Reginae Apostolorum”). La storia è matura perché le donne passino dalla umile, coraggiosa riservatezza alla debole ed umana fragilità degli Apostoli, ovverossia dei vescovi e dei sacerdoti da loro delegati? Forse sì, forse è giunto il momento di rendere più evidente la loro presenza, ma

senza sminuire o dimenticare che dal giorno delle nozze di Cana, in cui Gesù obbedì all’ordine di sua madre, di soccorrere i suoi ospiti, il primo posto nella Chiesa è quello della donna senza macchia. E per voi tutti, l’augurio di una Resurrezione intima, riservata, segreta come per Maria.