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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 28 MARZO 2024

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“La sanità calabrese per anni è stata un bancomat” La Cisl alza la voce: "Occorre stravolgere il sistema"

“La sanità calabrese per anni è stata un bancomat” La Cisl alza la voce: "Occorre stravolgere il sistema"
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Si è svolto nella sede provinciale della CISL un approfondimento sulle questioni sanitarie che attanagliano il sistema calabrese, con particolare riferimento al contesto di Reggio Calabria. Ma l’occasione è stata propizia per lanciare qualche idea e qualche ‘ricetta’ per invertire il trend che vede il comparto sanitario tra gli ultimi per qualità ed efficienza di servizi, di tutto il Paese. Un momento di confronto grazie alla presenza del dottor Rubens Curia. Rosi Perrone (Segretaria provinciale UST Cisl) facendo gli onori di casa ha evidenziato che ‘il confronto con il dott. Curia è un punto essenziale che incastoniamo in un percorso già attivato dalla CISL metropolitana su temi socio-sanitari’. Il riferimento è all’istituzione della task-force che l’organizzazione sindacale ha messo in campo per discutere e affrontare la questione sanità. Ha coordinato i lavori Enzo Sera (Segretario Cisl Fp), il quale ha ribadito che ‘non si può far a meno di parlare di sanità senza affrontare i problemi socio-sanitari, pertanto non possiamo restare indifferenti a delle criticità che riguardano la vita di tutti i giorni. La task-force avrà il compito di tirare fuori delle proposte’.

Rubens Curia, ex direttore generale dell’ASP di Vibo e dirigente dei LEA presso il dipartimento Salute è stato chiaro: ‘La sanità è un argomento trasversale’. Secondo Curia è un fattore trasversale “perché si riferisce tanto al bene comune ma guarda al turismo nella misura in cui la sanità è motore attrattivo di pazienti e quindi utenti. Può avere ricadute occupazionali e smuovere processi economici che animano e movimentano il tessuto sociale di una comunità”. Molto critico sul piano di rientro per la sanità calabrese: “Abbiamo utilizzato la sanità come un bancomat. ‘Grazie’ alla Cassa del Mezzogiorno, nella nostra regione sono sorti ospedali dappertutto. In una fase storica questi ospedali zonali hanno funzionato, ma poiché il costo delle attrezzature cambiava e l’innovazione tecnologica incalzava l’era contemporanea, non abbiamo avuto un management all’altezza di questo cambiamento. Si doveva riconvertire il sistema strutturale, e così non è stato. I risultati sono stati devastanti, ed oggi ne paghiamo le conseguenze”. Curia ha posto l’accento anche alla ‘faccenda’ del regionalismo differenziato: “Occorre fare attenzione, massima attenzione. E’ evidente se il regionalismo differenziato, in termini di sanità, andasse ad intaccare la percentuale di iva dalle regioni forti del nord, allora sarà evidentemente che a farne le spese saranno le regioni più deboli, quelle del sud”.
Un contributo significativo è arrivato da Caterina De Stefano (Sert), Pino Rubino (Segretario generale aggiunto Cisl fp), Lillo Romeo (Segretario Cisl Medici) e Mimmo Foti (Cisl Fnp).

I lavori sono stati chiusi dal Segretario provinciale Rosi Perrone, che non ha fatto sconti ad anni di malasanità e cattiva gestione del comparto sanitario: “Quello di oggi è un passaggio importante che accompagnerà e stimolerà ancor di più il nostro approfondimento su un tema delicato come quello della sanità. Al contempo, la task-force attivata continuerà nel suo percorso di monitoraggio e proposta, perché il commissariamento, il piano rientro e la devastante situazione debitoria sono delle criticità che stanno assumendo caratteri sempre più drammatici soprattutto se incastonati in un progetto di regionalismo differenziato che se mai dovesse essere realizzato sarebbe il danno oltre la beffa per un sud che a questo punto potrebbe considerarsi il suffisso di “sud’ditanza”! Una duplice proposta per superare questa situazione emergenziale per il Segretario UST CISL sarebbe indispensabile guardare al futuro pensando ad una riforma sanitaria ed affrontare il presente per una sanità degna della metronotte. Per Rosi Perrone “è assolutamente necessario che la politica la smetta di balcanizzare l’apparato sanitario con nomine che seguano logiche correntizie ma che decida di affidarsi alla bussola della meritocrazia. Al contempo -come abbiamo sempre fatto del resto – faremo la nostra parte aprendo un confronto con il Commissario Cotticelli e con i dg delle Asp e delle AO”. Rosi Perrone è risoluta: “C’è l’impellente bisogno di lavorare ad una rigenerazione progettuale dell’infrastruttura sanitaria, in termini di management e risorse umane e di organizzazione territoriale quindi di servizi di qualità al cittadino in un progetto sanitario metro che coniughi pubblico e privato di qualità. E una volta ritrovato il percorso di normalizzazione, occorre l’impegno e il coraggio di tutti affinché si possa puntare in alto: ad una vera e propria riforma della sanità”.

Entra nel merito Perrone suggerendo alcune linee d’intervento: “Iniziare a svecchiare e rendere a misura d’uomo il sistema sanitario. Accorciare il gap con le regioni del nord, incentivare il turn over e cancellare il blocco assunzioni, investire sulla formazione e sulla specializzazione del personale, lavorare sull’efficienza e sull’ aspetto motivazionale della ‘forza lavoro’ – inestimabile patrimonio professionale, ed infine, rendere fruibile la medicina per i cittadini del territorio metro senza soffocare con ricoveri impropri gli ospedali, valorizzare e mettere al servizio degli utenti gli hospice strutture che sono un accompagnamento di cuore e di cure per i malati terminali ed oasi di supporto emozionale per i parenti degli stessi, valorizzare gli ambiti socio-sanitari, collante perfetto tra comunità civile e servizi sanitari , ecco solo per fare qualche esempio su cosa bisogna da subito intervenire.

Rosi Perrone ha chiosato con un passaggio a forte impatto sociale: “Un processo di normalizzazione del sistema sanitario sarà facilmente realizzabile nel momento in cui si deciderà di stimolare una ‘comunità consapevole’, con l’intento di coinvolgerla in un percorso di responsabilizzazione. Addetti ai lavori, associazioni di pazienti, parti sociali, istituzioni, imprese dovranno agire in sinergia e condivisione nell’esclusivo interesse collettivo, perché la sanità è un bene irrinunciabile e che appartiene alla vita di tutti i giorni di ognuno di noi”.