La Procura di Roma chiede l’archiviazione dell’inchiesta sull’immobile ereditato da An a Montecarlo
redazione | Il 26, Ott 2010
Secondo i magistrati capitolini, quindi, nessuna truffa si celerebbe dietro la cessione dell’appartamento ereditato nel 1999 e poi ceduto nel 2008 per 300 mila euro
La Procura di Roma chiede l’archiviazione dell’inchiesta sull’immobile ereditato da An a Montecarlo
Secondo i magistrati capitolini, quindi, nessuna truffa si celerebbe dietro la cessione dell’appartamento ereditato nel 1999 e poi ceduto nel 2008 per 300 mila euro
PAOLO MONTALTO
La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sulle presunte irregolarità in merito alla vendita dell’immobile a Montecarlo ereditato da Alleanza Nazionale. Secondo i magistrati capitolini, quindi, nessuna truffa si celerebbe dietro la cessione dell’appartamento ereditato nel 1999 e poi ceduto nel 2008 per 300 mila euro.
Le conclusioni cui sono arrivati il procuratore capo della Repubblica di Roma, Giovanni Ferrara, e l’aggiunto Pierfilippo Laviani, sono contenute in un comunicato nel quale s’informa che il procedimento penale sorto a seguito della denuncia presentata il 30 luglio da Roberto Buonasorte e Marco Di Andrea e riguardante la vendita a società off-shore di un appartamento a Montecarlo da parte dell’associazione/partito Alleanza Nazionale, nel 2008, è stato definito con richiesta di archiviazione. La procura spiega anche cronologicamente quanto accaduto. Si è proceduto alle investigazioni del caso, pertinenti alla denunciata truffa, mediante audizioni di persone ed acquisizioni documentali, sia presso la sede del partito sia a mezzo rogatoria al Principato di Monaco. Acquisiti i necessari elementi per l’individuazione degli autori del fatto per le valutazioni di merito, si procedeva alle rituali iscrizioni e si constatava l’insussistenza di azioni fraudolente giacché’ nessun artifizio o raggiro si rilevava nella condotta di alienazione dell’immobile. Una procedura, quest’ultima, decisa e attuata – a mezzo procuratore – dal presidente dell’associazione/partito, rappresentante della stessa e titolato a disporre del suo patrimonio. Nessuna truffa, quindi continua la procura capitolina nel documento stampa – per difetto assoluto di uno degli elementi costitutivi del reato. I magistrati vanno anche oltre, spiegando che trattandosi di associazione non riconosciuta, non era ipotizzabile l’ipotesi delittuosa di infedeltà patrimoniale prevista esclusivamente per gli amministratori di società. Il Principato di Monaco ha valutato l’immobile di Boulevard Princesse Charlotte tre volte il valore dichiarato ai fini successori (273 mila euro) ma per la Procura di Roma tale valutazione è stata effettuata in astratto, senza tener conto delle condizioni concrete del bene, descritto dai testi come fatiscente. Eventuali doglianze sulla vendita a prezzo inferiore secondo i magistrati – non compete al giudice penale ed è eventualmente azionabile nella competente sede civile.
Il Presidente della Camera Gianfranco Fini, in qualità di ex presidente di An e il senatore Francesco Pontone, ex tesoriere del partito, erano stati iscritti nel registro degli indagati (nei loro confronti era stato ipotizzato il reato di truffa aggravata) all’indomani dell’audizione dell’ex tesoriere di An e dopo l’acquisizione di una documentazione, nella sede di An, dalla quale emergeva che erano loro ad aver gestito la vendita dell’immobile. Nella denuncia di Marco Di Andrea e Roberto Buonasorte che aveva portato all’apertura del fascicolo d’inchiesta, si chiedeva di accertare se l’immobile ereditato dalla contessa Annamaria Colleoni era stato oggetto di una svendita.