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TAURIANOVA (RC), VENERDì 29 MARZO 2024

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La lanterna di Diogene

La lanterna di Diogene

La nobile arte del cortigiano, l’oggetto essenziale della sua cura, consiste nel tenersi informato sulle passioni e i vizi del padrone … Gli piacciono le donne? Bisogna procurargliene. E’ devoto? Bisogna diventarlo o fare l’ipocrita. E’ di temperamento ombroso? Bisogna istillargli sospetti riguardo a tutti coloro che lo circondano. Breve trattato sul “Lecchinaggio” ai tempi del cortigianesimo taurianovese

Sonetto di Domenico Caruso

La lanterna di Diogene

La nobile arte del cortigiano, l’oggetto essenziale della sua cura, consiste nel tenersi informato sulle passioni e i vizi del padrone … Gli piacciono le donne? Bisogna procurargliene. E’ devoto? Bisogna diventarlo o fare l’ipocrita. E’ di temperamento ombroso? Bisogna istillargli sospetti riguardo a tutti coloro che lo circondano. Breve trattato sul “Lecchinaggio” ai tempi del cortigianesimo taurianovese

 

«Io ho visto cose che voi umani non potreste immaginare…… ». Certo che iniziare così sarebbe quasi irrealistico ma qualcosa di reale e definito c’è, specie se si parla di persone, bè, non proprio persone, ma semplicemente “tali” che in modo complesso definiamo “parassiti”. Sono la categoria dei “Leccaculo”, “Lecchini”, “Lacchè” o “Leccafondi (definendoli in modo leopardiano)”. Nel dizionario “Sabatini Colletti” questo termine viene definito come “Domestico che seguiva o precedeva a piedi la carrozza del padrone” oppure in spregiativo (a mio avviso più appropriato perché solo disprezzo meritano), “persona esageratamente servile”. E purtroppo non è una specie in via di estinzione anzi si riproducono, anche la loro mamma, quella dei cretini, è sempre incinta.

Il Pessoa scrisse descrivendo gli attimi vissuti in un preciso istante (che fortunatamente non si riferiva ai “Lacchè”), «Alcuni, con gli occhi rivolti al passato, vedono quello che non vedono; altri, gli occhi fissi nel futuro, vedono quello che non si può vedere». Ma io azzardatamene (ed indegnamente) tento di descrivere attimi contigui e successivi del fenomeno umano (e dispregiativo) del Lacchè.

Il lecchinaggio consiste nel lisciare il proprio capo o che ne so un “Sindaco” per conquistarne qualche favore. Esso si consolida sposandosi bene con il servilismo e la viltà della coscienza insieme alla genuflessione “alla pecorina” per ottenere un incarico, un posto di lavoro, un appalto, un affidamento di progettazione finanche ad un incarico legale, quindi si noterà che i professionisti non sono avulsi a questo fenomeno anzi, sono i migliori praticanti costanti e coerenti con la loro servilità occasionale a seconda del capo (questo soggetto è indifferente).

Li trovi mimetizzati in ogni luogo, ma al momento opportuno sbucano fuori come funghi mettendosi in vetrina per attirare le attenzioni al primo “ricercatore” dotato di potere e fanno uso delle loro virtù come una volta si mettevano in vetrina i ballerini del Moulin Rouge o come “prodotti da consumo” tipo baldracche della Bassa Sassonia o vecchie meretrici circasse. E per fare tutto questo non è facile perché ciò comporta anni di studio e di preparazione che si perfezionano nel tempo fino a divenire arte e momento di occupazione sommaria. Lisciare la gerarchia del potere è essa stessa logica del profitto e del consumismo, ma anche (Uolter docet), è prevaricazione, competizione e primato da porre in essere per avanzare sempre in avanti; e non importa chi sia il “gerarca” di turno, di quale sia il colore politico o il colore ed il tipo delle sue mutande, il leccaggio è universale ed univoco pur di ottenere il “favore”.

Questa è una società dove saper leccare è definita una professione da perseguire e farne anche un vanto che anche il generale De Gaulle si sarebbe inorridito dato che lui voleva combattere e distruggere i coglioni, questi sono peggiori anche se in questo caso credo che de Cervantes avrebbe tratto spunto per il suo Don Chisciotte della Mancia contro i greggi di pecore. Quindi, l’arte del lecchinaggio, dovrebbe essere posta in essere come materia di studio e di ricerca magari promuovendo nelle varie università dei veri e propri corsi di laurea così definito «Corso di laurea in leccaculismo», con tanto di Honoris Causa, ma solo per i meritevoli che sono distinti nel corso della loro vita di meriti eccellenti e prodigiosi.

Girovagando sul web per trarre spunti e delucidazioni mi ha colpito una sorta di trattato sul leccaculo inserito in un blog, e precisamente due frasi che rispecchiano il sunto di un’opera che credo non abbia rivali ma è individuale, appunto l’opera del lecchino, le frasi sono: “Personalizzare la leccata a seconda del destinatario, scoprendone i punti deboli: figli, intelligenza, bellezza, professione, casa, squadra di calcio” e “Non desistere, anche se si è disturbati da altri concorrenti”. La straordinarietà di questa attività sta nascosta nelle fauci profonde di un “io” cui non conosce confini di decoro, esso li supera come bolide infuocato (così come la lingua, a furia di leccare). Oltre al fatto (interessante) di elencare i vari tipi di “Leccaculo” che per dovere di conoscenza elencherò di seguito:

1)  Il lungimirante: che guarda lontano, lecca oggi per incassare domani, s’ingrazia le simpatie del meccanico anche se la sua macchina, appena uscita dalla concessionaria, è perfetta, perchè non si può mai sapere!

2) Il cecchino: che prende bene la mira e spara le sue leccate soltanto al potente di turno, a chi gli può servire nell’immediato per ottenere questo piacere o quell’altro favore.

3) L’istintivo: che lecca tutto e tutti, sempre ed ovunque, che lascia la scia al suo passaggio, che sbava ovunque, perché è geneticamente predisposto. Non ha bisogno di allenarsi, gli viene spontaneo, ha un “dono di natura”.

4) Il cortigiano: che fa la corte all’impiegato appena assunto, solo per il fatto che è figlio di una persona molto importante al Comune, o è destinato a far presto carriera …..!

5) Il leccone  di scambio: campeggia su tutti per l’elevato tasso di rendimento. “Tu dici in giro che io sono bravo ed io faccio altrettanto con te!”  Con questa tecnica si sono costruite dal nulla vere e proprie fortune ed intere carriere.

A Taurianova è questo ma c’è anche di peggio e se è vero il detto “che tutto il mondo è paese”, la congiura e la dannazione dei lacchè è una piaga indelebile quasi impossibile da abbattere definitivamente, perché ci sarà sempre un leccalulo tra di noi: diamogli una casa….ed una dignità.

PS: La ricerca è stata scientificamente e statisticamente acclarata con cognizione di causa, di fatto e di….sostanza (di quel che rimane).

lalanternadidiogene@approdonews.it