La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 13, Giu 2013
Il potere della delinquenza e l’insicurezza dei cittadini. Taurianova dovrebbe essere governata dagli dei
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
Il potere della delinquenza e l’insicurezza dei cittadini. Taurianova dovrebbe essere governata dagli dei
a cura di Giuseppe Larosa
Come Brecht mi siedo “dalla parte del torto”,
considerando che gli “altri posti” sono tutti occupati. E cercherò nel mio
stare seduto nel torto di
capire, senza pretendere di avere ragione, cosa sta succedendo in un paese; a
prima vista tranquillo (ma non troppo), a seguito dei tanti eventi
delinquenziali che lo stanno segnando profondamente.
Non ambisco ad avere le “illuminazioni”, ma osservo
mentre scrivo il cielo e lo immagino stellato, senza pensare che in questa
perfetta natura ci sia “un orologiaio” che lo renda perfetto (così com’è).
Cos’è Taurianova? O meglio, cos’è stato Taurianova?
Alcuni dicono un paese come tutti gli altri, mentre si denota un chiaro segnale
di decadenza e di abbandono. Un’isola senza alberi (ed ogni tanto, con tanta
spazzatura per rimanere nel concetto attuale politico di “maleodorante”).
Chi è stato chiamato ad amministrare questo paese,
lo ha sempre fatto sempre non con poche difficoltà, sia amministrative che
sociali. E lo ha fatto nel bene o nel male, con un chiaro concetto di
salvaguardia di certi “equilibri” che non dovevano essere alterati perché
difficili da rivoluzionare come sistema. Mi riferisco alla cultura del passato,
a quella gestione che fu per tanti anni di una famiglia padronale che gestiva
il buono ed il cattivo tempo, tra azioni politiche e “ufficio di collocamento”
tra Comune ed ex Asl. Un paese che su certi aspetti ancora vive di quella stessa
economia, tra attuali “beneficiati” e pensionati di quel beneficio acquisito
“per chiamata diretta”. Tralascio perché non interessa ai fini del tema in
essere, le varie ingratitudine da parte dei “beneficiati” nei confronti del
“benefattore”, d’altronde chi “beneficia” di un posto di lavoro è come
la donna
di Byron che come “prima passione ama il suo amante (ossia il nostro
benefattore), in tutte le altre ciò che ama è il suo amore”, ovvero il
beneficio (sic). Lo è stato così anche in seguito, ed in altri contesti, in
altri beneficiati con altri benefattori. Ma questa è un’altra storia.
Taurianova è stata la prima città sciolta per
infiltrazioni mafiose nel 1991, dove è stata applicata per la prima volta la
legge attuale sulle infiltrazioni mafiose. Dopo circa sedici anni, nel 2007,
Taurianova è stata sciolta nuovamente per lo stesso motivo. E per lo stesso
motivo il Prefetto di Reggio Calabria, ha nuovamente inviato una commissione di
accesso agli inizi di settembre del 2012, attenzionando ulteriormente la città,
a seguito di numerosi attentati gravissimi ai danni del Sindaco e della sua
famiglia. Di quella Commissione, è stata redatta una relazione che in questo
momento sta all’attenzione del Governo che sta decidendo se ci siano o meno,
nuovi elementi per (ri)sciogliere il Consiglio per la terza volta.
Ma Taurianova è anche altro, si chiederà qualcuno?
Certamente, specie in questi ultimi anni. Più di un centinaio di macchine
incendiate, diversi appartamenti svaligiati così come qualche attività
imprenditoriale e magari, “aggiustiamo” il tutto con un pizzico di qualche
bomba, che uccide un cavallo, oppure posta presso qualche attività e finanche
in un’abitazione privata. Badi bene, per non cedere nell’enfasi, stiamo
parlando di Taurianova e non di Beirut. Anzi, lì sembra che ultimamente stiano
più tranquilli.
Per non parlare poi delle attività istituzionali
che hanno interessato Taurianova, lo scorso anno in poche settimane si sono
succedute tre interrogazioni parlamentari (Napoli, Tassone e Pionati), cavolo,
eravamo importanti! E l’esito? Quanto è affascinante osservare la neve che si
scioglie al sole, ti da un senso poetico profondo e nostalgico.
Ed ora cosa succede? Le stesse cose di sempre. Un
imprenditore finisce di lavorare, sta per rientrare a casa con l’incasso del
suo ristorante e viene derubato. Un francescano che nella sua missione fa voto
di povertà, si vede sparire circa cinquemila euro. Per non parlare dei ladri
che rubano in presenza del proprietario come è accaduto mesi fa, forse non
volevano essere scostumati e magari entrare senza avvisare nessuno. E l’elenco
si allunga se ci mettiamo pure gli
attentati che ha subito una scuola elementare.
No basta questo per prendere seri provvedimenti?
Occorre che ci siano altri contorni? Ci siamo arresi nel chiedere un consiglio
comunale aperto perché la risposta è stata sempre “picche”, oppure “inutile”,
o altri “sarebbe una parata”. A mio avviso, poteva essere un supporto psicologico
e sociale di vicinanza alla gente che credo abbia paura anche di stare chiusa
in casa. Ma le opinioni seppur contrastanti, vanno rispettate, è un concetto
liberale di democrazia in un Paese civile. Però, in un Paese democratico con le
sue leggi, essi possono essere applicate, come ad esempio quella famosa Legge
125/2008, dove all’art. 6 comma 1 lett.ra a) si legge, “Il sindaco, quale
ufficiale del Governo, sovrintende: all’emanazione degli atti che gli sono
attribuiti dalla legge e dai regolamenti in materia di ordine e sicurezza
pubblica (…)”.
Vede a proposito di delinquenti, Rousseau disse che
molte volte per ignorare “l’offeso perdona, ma l’offensore non perdona mai”.
In parole povere, ci sarà sempre un delinquente che recherà offesa a questo
povero, triste e sfortunato paese.