La dolorosa evoluzione del tattoo
Giovanni D'agata | Il 10, Set 2014
Prende piede anche in Italia la tendenza alla “scarnificazione” già diffusa in alcune culture tradizionali. E’ tutto lecito?
La dolorosa evoluzione del tattoo
Prende piede anche in Italia la tendenza alla “scarnificazione” già diffusa in alcune culture tradizionali. E’ tutto lecito?
Piercing, branding, tatuaggi. Ci sono numerosi modi – più o meno dolorosi – per
“abbellire” (ma noi preferiamo da tempo ripetere, imbruttire) il proprio corpo in
modo permanente.Particolarmente doloroso – e quindi nel mondo occidentale non molto
diffuso sino a ieri – il metodo delle cicatrici ornamentali che possono essere permanentemente
incise nel corpo.Quello che è veramente nuovo non è questa forma di decorazione
del corpo. Le scarnificazioni sono profondamente radicate nelle tradizioni di molti
popoli e riti di iniziazione spirituale sia tra i giovani uomini e donne.Soprattutto
per le persone il cui colore della pelle rende poco visibile i tatuaggi, le cicatrici
ornamentali sono molto diffuse: a segnare il passaggio dall’infanzia all’età adulta
così come l’affiliazione al clan o di altri importanti eventi della vita, servono
a far rimanere conservati in modo permanente ed in bella vista il ricordo di questi
eventi.Per “disegnare” il soggetto in modo permanente nella pelle occorre quantomeno
un bisturi prima di tagliare i contorni e poi per rimuovere i successivi strati superiori
della pelle.Ed i rischi per la salute sono davvero tanti: la ragione è che gli standard
di igiene clinici non sono soddisfatti se quelle che appaiono come vere e propri
interventi vengono effettuati in ambienti non idonei e da soggetti (ovviamente) senza
una laurea in medicina e chiurgia. Le infezioni locali che possono portare a conseguenze
potenzialmente fatali sono all’ordine del giorno. Le infezioni da epatite o HIV sono
una possibile conseguenza.L’artista – organo esecutivo deve anche aver acquisito
una solida conoscenza di anatomia umana per evitare di tagliare troppo in profondità
nel tessuto della pelle – una delle ragioni per cui solo pochi centri offrono questa
forma di modifica.E poi l’epilogo: per una guarigione della ferita rallentata per
questa forma di decorazione del corpo benvenuto vengono utilizzate sostanze irritanti
come l’acido e lo zucchero.La regola è: più lunga è la cura, più espressiva sarà
la cicatrice.Il numero di appassionati di questa procedura dolorosa sembra essere
limitato. Tutte le 74 persone che hanno la pagina Facebook “scarificazione” con “come”
etichettati …Insomma, prima che la moda prenda piede, spiega Giovanni D’Agata,
presidente dello “Sportello dei Diritti [1]”, allarmato da alcuni articoli apparsi
all’estero che vedrebbero tra gli “adepti” di questa tendenza anche qualche giovane
italiano, sarebbe utile che si vietasse completamente sul territorio nazionale ogni
attività del genere con pesantissime sanzioni amministrative e penali per coloro
che offrono, prima ancora di realizzare, questo tipo di dolorosi e potenzialmente
fatali servizi di umiliazione del proprio corpo.