“La buona volontà del presidente rischia di essere trasformata in errore” Rosanna Scopelliti (Ncd) interviene in merito all'interrogatorio di Napolitano sulla trattativa Stato-mafia
ROMA – “Un giornalista francese ha scritto che
l’interrogatorio di Giorgio Napolitano è una grande vittoria di Cosa
Nostra, perché ottiene di trascinare il Presidente della Repubblica nello
stesso processo in cui sono imputati tutti i principali esponenti della
mafia, dal suo capo Totò Riina in giù. Come non condividere questa
affermazione? Oggi infatti assistiamo all’indecorosa scena, che rimbalzerà,
deformandosi, su tutti i media del mondo, degli avvocati dei capi della
mafia siciliana che potranno interrogare, nell’interesse e per conto dei
loro assistiti, addirittura il Capo dello Stato”.
E’ il commento in merito alla odierna udienza al Colle sulla presunta
‘trattativa Stato-mafia’ dell’On. Rosanna Scopelliti (Ncd) componente della
Commissione parlamentare Antimafia nonché figlia del sostituto procuratore
della Suprema Corte di Cassazione Antonino Scopelliti, assassinato nel
1991, a detta dei ‘pentiti’, su mandato della Cupola mafiosa di Cosa
nostra.
“La decisione paradossale – continua, in una nota, la parlamentare – della
Corte d’Assise di Palermo, che consente ai legali dei capimafia di
interrogare il Capo dello Stato, ha come conseguenza, anche se certamente
non era questo l’obiettivo dei giudici palermitani, di sporcare
irrispettosamente l’immagine della più autorevole istituzione della nostra
Repubblica. E a questo punto devo dire con molto disappunto che l’atto di
apertura del Presidente Napolitano di essere sentito al Quirinale dai
pubblici ministeri palermitani, forse teso ad evitare di ampliare un
conflitto istituzionale già aperto con la richiesta della Procura di
Palermo di utilizzare le intercettazioni telefoniche del Quirinale, rischia
di essere, nonostante la sua nobile intenzione, trasformata in un errore”.
“Perchè – spiega Rosanna Scopelliti – la buona volontà del Presidente
Napolitano ha purtroppo aperto la strada ad una situazione imbarazzante e
inconcepibile, come quella di un Capo di Stato interrogato per conto di un
capo, o dell’ex capo, della mafia”. “Inevitabile a questo punto – continua
la deputata dell’Antimafia – che l’interrogatorio di oggi si trasformi
nell’immaginario collettivo mondiale in una tragicommedia grottesca che i
media internazionali non esiteranno a definire ‘all’italiana’. Una vergogna
per il nostro Paese, ed un’ulteriore offesa per le vittime di mafia e per
chi ne custodisce il ricordo”.
“E ne risentirà sicuramente anche la credibilità del processo più discusso
e popolare d’Italia, quello sulla presunta ‘trattativa’ tra Stato e mafia
nel biennio ’92-’94, che a Palermo mira a dare un nome e un volto ai
responsabili di uno dei periodi più neri della storia della Repubblica
italiana, e per mezzo del quale – conclude la figlia del magistrato ucciso
– tutti noi italiani aspettiamo che invece si possa scrivere una pagina
finale di verità”.