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TAURIANOVA (RC), VENERDì 13 DICEMBRE 2024

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Incendio Legnochimica, dopo 3 mesi ancora nessuna bonifica #DecidiamoNoi inveisce contro la classe politica

Incendio Legnochimica, dopo 3 mesi ancora nessuna bonifica #DecidiamoNoi inveisce contro la classe politica
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Giugno 2017, ennesimo incendio presso le vasche che contengono i veleni
della ex Legnochimica. Noi eravamo lì. Le “istituzioni” accorse ad
inscenare la solita commedia della responsabilità hanno assecondato
l’ipotesi meno scomoda, quella dell’incendio doloso ignorando totalmente
il fenomeno dell’autocombustione verificatasi esattamente un anno prima
e durante altre calde estati di cui i residenti ancora conservano il
ricordo vivido del benzene respirato.

Per rinverdire meglio la memoria, prendiamo un pezzo di un articolo
apparso sui media locali: «Sul posto si era recato anche il Presidente
della Regione Mario Oliverio che aveva parlato con alcuni cittadini.
Oliverio li ha rassicurati sul suo impegno personale e su quello della
Giunta regionale rispetto ad una situazione che – ha detto – «non può
più essere tollerata oltre”».

Nel report, realizzato per l’occasione dallo staff del Presidente della
Regione, si affermava anche che l’Ente (Regione) avrebbe vigilato sulla
vicenda nonostante non abbia nessun tipo di competenza: «è il Ministero
che ha la competenza a dire cosa bisogna fare, impegnando le necessarie
risorse per provvedere alla bonifica ed alla messa in sicurezza
definitiva di un’area che rappresenta un serio rischio, essendo
collocata nel cuore di un area urbana».

Ad oggi, grazie alla vecchia arte della contro-informazione, ci risulta
che il Ministero abbia chiesto fortemente l’iscrizione al registro
regionale dei siti inquinati dei terreni della Legnochimica. Rimaniamo
esterrefatti che ancora dopo tanti decenni non si sia provveduto a tale
iscrizione: ciò testimonia l’interesse che i governanti del passato e
del presente hanno per la salute di tutti noi che viviamo nei territori
regionali. Ma questo non è neppure il peggio visto che, nonostante il
via libera ministeriale, non si è registrata alcuna attività da parte
dell’Assessorato regionale all’Ambiente: non una comunicazione, non una
nota, non un atto. Avevano promesso tutti: Prefetto, Governatore e
Protezione Civile, che le Associazioni territoriali sarebbero state
informate tempestivamente su tutte le novità. Stessa falsa promessa per
quanto riguarda la messa in sicurezza dell’area (telecamere rilevanti la
temperatura e pompe nella prossimità dei laghi); e dire che sono passati
“solo” 3 mesi! Stessa falsa promessa per i famosi cento mila euro,
ancora non reperiti, necessari alla redazione del Progetto Operativo di
Bonifica (POB), senza il quale non è possibile far partire le procedure
per la bonifica. Riepiloghiamo dunque: il Comune vuole redigere il POB
ma non ha i soldi e li chiede alla Regione. Questa risponde che non è
competente e che si tratta di un sito privato. L’interlocuzione a questo
punto è tra il Comune e il Ministero che, con un’abile giravolta, chiede
l’iscrizione alla Regione, che si giustifica dicendo di non aver mai
ricevuto la documentazione dal Comune.

E’ stata semplice la nostra profezia affidata ad un post il 12 giugno:
«Ci sembra il solito gioco dello scaricabarili, la solita tecnica dei
tavoli istituzionali che servono solo a differire le scelte, diluire le
responsabilità politiche. Non tollereremo altri rinvii. La situazione è
grave, l’inquinamento dell’area è noto, la tossicità dei fumi
dimostrata. Non è più tempo di comunicati rassicuranti, è tempo che
tutte le istituzioni agiscano con la tempestività e la radicalità dovute
ad una simile emergenza».

L’inverno è alle porte e gli incendi lontani, ma la nostra attenzione è
più accesa che mai! Ciò detto, non ci illudiamo certo circa la volontà
politica, la capacità tecnica e la dimensione etica dell’attuale governo
regionale nei confronti delle questioni ambientali e territoriali. Si
tratta di un governo regionale svuotato di potere, inutile quanto
inconcludente per le popolazioni, eterodiretto dai livelli decisionali
più alti che impongono paletti legislativi sempre più fitti e che
lasciano spazio solo ad una burocrazia efficace quanto rapace nella
gestione deviata delle risorse economiche pubbliche. L’unica strada
percorribile, pertanto, dopo quest’ultima verifica, è quella di
considerare gli assetti di governo locali per quelli che sono e puntare,
di contro, al coinvolgimento diretto della popolazione, sinora vittima
dell’esteso processo di avvelenamento del nostro ambiente e di
distruzione delle nostre vite. Processo che ha avuto come protagonisti
le aziende private, coadiuvate e protette dai governanti locali e
nazionali di turno!!! La vera partita è lontana dal potere pubblico
locale, si gioca piuttosto sulla nostra capacità di movimento, di
sperimentazione di nuove forme di decisionalità e di gestione delle
risorse pubbliche, che sia in grado di invertire le regole e la
direzione del comando. Pensare la Calabria dei territori all’altezza
delle sfide del presente, dunque, richiede non solo la presa d’atto
delle trasformazioni in corso, ma anche un nostro sforzo collettivo,
volto ad immaginare e agire un modello di sviluppo fondato sui principi
di giustizia sociale e ambientale. Bisogna trovare il coraggio e la
forza di invertire e rilanciare: stiamo arrivando!!!

*#DecidiamoNoi*

Coordinamento Territoriale delle Associazioni, Comitati, Movimenti e
Singolarità