Ilarità dilagante a Catonateatro per la commedia “Chat a due piazze”
redazione | Il 08, Ago 2013
Il sequel di “Taxi a due piazze” riscuote un successo straordinario di pubblico. La commedia, firmata sempre da Ray Conney, di scena all’arena “Alberto Neri” attesta nuovamente la bravura dell’intero cast capeggiato da Gianluca Guidi
Ilarità dilagante a Catonateatro per la commedia “Chat a due piazze”
Il sequel di “Taxi a due piazze” riscuote un successo straordinario di pubblico. La commedia, firmata sempre da Ray Conney, di scena all’arena “Alberto Neri” attesta nuovamente la bravura dell’intero cast capeggiato da Gianluca Guidi
Raramente si può ammirare a teatro il “secondo tempo” di un’opera, ma “Chat a due piazze” ne è un’eccezione. La commedia di Ray Conney è infatti la continuazione (20 anni dopo) di “Taxi a due piazze” che la platea di “Catonateatro” ha gustato 24 ore prima.
Il cast, invariato rispetto al “primo tempo”, ha riportato sul palco le vicende tortuosamente incastonate nella vita del bigamo tassista Mario Rossi (Gianluca Guidi, che ha curato anche la regia delle due serate).
Ma se vent’anni prima, grazie all’aiuto del fedele amico Walter (Gianluca Ramazzotti) era riuscito a mantenere il suo segreto della doppia famiglia miracolosamente intatto, adesso è la tecnologia a mettergli il bastone fra le ruote.
E’ proprio una chat che mette fortunosamente in contatto i figli delle due mogli: Alice (Claudia Ferri) avuta da Carla (Biancamaria Lelli) e Gianluca (Antonio Pisu) avuto da Barbara (Silvia Delfino).
Scoperto l’intento dei due adolescenti, il “premuroso” padre Rossi inanella (come sua consuetudine) una serie di bugie per evitare l’incontro.
Ovviamente fondamentale, anche stavolta, l’apporto di Walter che diviene quasi il fulcro di questo castello di menzogne.
I tempi e le battute si incastrano in maniera perfetta, mentre l’ottimo ritmo della pièce cuce le contraddizioni e gli equivoci mostrati sul palco che vedono il povero Walter sospettato di omosessualità e il padre dello stesso (Nini Salerno) convinto di essere in un albergo a Cesenatico.
La platea apprezza, e molto, il passaggio osmotico tra Piazza Risorgimento e Piazza Irnerio dove abitano le due famiglie Rossi.
Dopo una serie infinita di tentativi e “salti mortali” architettati da Mario e dal fedele Walter, il tassista bigamo deve gettare la maschera e, giunti a questo punto, racconta alle due mogli la verità.
Ma quest’ultima appare inaspettata per Mario, poiché le consorti Carla e Barbara si conoscevano già: insospettite, negli anni avevano scoperto tutto ma avevano deciso di accettare questa “folle” situazione.
L’ultimo problema è non fare assolutamente incontrare Alice e Gianluca, i quali invece, nel marasma generale, sono riusciti a vedersi ugualmente.
Comprendendo l’interesse “sentimentale” di Alice nei confronti di Gianluca, Mario si inalbera, preoccupatissimo per quello che potrebbe succedere in seguito alla scoperta della verità.
Ma Carla (madre di Alice) non pare turbata dall’approccio dei due ragazzi e spiega le inaspettate motivazioni al tassista: la ragazza (altro colpo di scena) non è sua figlia ma del “fedele” Walter.
Il dongiovanni Mario, che credeva di essere stato un genio per vent’anni e di essere riuscito a mantenere intatta questa sua doppia vita, fa i conti con la realtà e capisce che i suoi inganni ne hanno solo generati altri.
Apprezzatissima la capacità degli attori che sono riusciti a mantenere il livello qualitativo della rappresentazione anche nella seconda serata.
Di alto livello anche le scene curate da Nicola Cattaneo e i costumi di Elena Palella e Maria Grazia Santonocito.
Le musiche di Riccardo Biseo hanno tornare gli spettatori alle sit-comedy degli anni Ottanta.
Nel complesso un risultato straordinario, registrato anche dai vertici della Polis Cultura, per due serate ricche di comicità pura.