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TAURIANOVA (RC), VENERDì 13 DICEMBRE 2024

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Il Vaticano appoggia Monti: appello a bene comune

Il Vaticano appoggia Monti: appello a bene comune

| Il 27, Dic 2012

L’Osservatore romano sancisce in un articolo sostegno al professore e al suo salire in politica

Il Vaticano appoggia Monti: appello a bene comune

L’Osservatore romano sancisce in un articolo sostegno al professore e al suo salire in politica

 

 

(ANSA) ROMA – L’Osservatore romano sancisce in un articolo l’appoggio del Vaticano a Mario Monti, affermando che il suo “salire in politica”, è “un appello a recuperare il senso più alto e più nobile della politica che è pur sempre, anche etimologicamente, cura del bene comune”.

Il ‘placet’ alla ‘salita in politica’ di Mario Monti si evince da un articolo dedicato alle “elezioni in Italia” a firma di Marco Bellizi pubblicato nelle pagine interne, in cui si dà conto della conferenza stampa di domenica scorsa del premier dimissionario. In prima pagina del numero di domani, il quotidiano dà invece risalto allo scambio di auguri tra il pontefice e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, precisando che anche con Monti il Papa ha avuto una colloquio telefonico “particolarmente cordiale”.

“La decisione di Mario Monti di rendersi disponibile a un nuovo impegno al servizio del Paese – afferma Bellizi nel suo articolo – sta orientando, come previsto, il dibattito politico e l’avvio della campagna elettorale in Italia”. “Annunciando il suo impegno in politica attraverso le modalità illustrate – aggiunge, dopo aver citato i passaggi più salienti della conferenza stampa – il senatore a vita intende aprire la seconda fase di un programma riformatore che è stato solo abbozzato nel corso dell’ultimo anno sulla spinta della congiuntura finanziaria. Monti è stato chiamato dai partiti a prendere decisioni inderogabili, di cui nessuno intendeva però prendersi la responsabilità diretta, per il timore di pagare un prezzo elettorale troppo alto. Quelle stesse forze politiche si ritrovano ora a interrogarsi sull’impatto che può avere la ‘salita in politica’ di chi doveva, quasi per mandato, diventare impopolare. Una prospettiva che fornisce da sola molto materiale alla riflessione dei partiti, così come il successo che anche i sondaggi sembrano ora attribuire a chi ha imposto agli italiani sacrifici pesanti”. “L’espressione ‘salire in politica’, usata da Monti nel corso della conferenza stampa di domenica – prosegue L’Osservatore romano – è stata accolta con ironia, in qualche caso con disprezzo. Ma si nota la sintonia con il messaggio ripetuto in questi anni dal presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, non a caso un’altra figura istituzionale che gode di ampia popolarità e alla quale tutti riconoscono il merito di aver individuato proprio nel senatore a vita l’uomo adatto a traghettare l’Italia fuori dai marosi della tempesta finanziaria. E’ in sintesi l’espressione di un appello a recuperare il senso più alto e più nobile della politica che é pur sempre, anche etimologicamente, cura del bene comune. Ed é questa domanda di politica alta – conclude l’articolo – che probabilmente la figura di Mario Monti sta intercettando o sulla quale comunque il capo del Governo uscente intende legittimamente far leva e che interpella i partiti al di là dei contenuti del suo manifesto politico”.

Monti “ha ragione” di dire che “sale” in politica “perché aveva un rango inferiore a quello di presidente del Consiglio. Io ho detto ‘sceso in campo’ perché avevo un rango superiore”. Lo ha affermato Silvio Berlusconi a Uno Mattina.

“Non mi sono accorto di chi è andato via, sono andati via in due o tre, senza voti e senza influenza. Ora ho solo supporter che mi amano, mi mandano i regali di Natale e sono tutti attorno a me”. Lo dice Silvio Berlusconi intervenendo a Unomattina.

FINI: BERLUSCONI DICE MENZOGNE, LO SFIDO A CONFRONTO IN TV – “Le menzogne di Berlusconi sono spudorate. Tutti sanno che non ho lasciato il Pdl, bensì che mi ha cacciato perché non volevo difendere i suoi personali interessi giudiziari. Se Berlusconi si vuole confrontare pubblicamente con me su questi temi, anche sulle reti Mediaset, sono a disposizione”. Lo dice Gianfranco Fini.

“Il Partito Liberale Italiano ha dichiarato di condividere integralmente l’Agenda Monti che contiene gran parte dei contenuti del documento approvato dal recente Congresso Nazionale del PLI. Ha deciso pertanto di partecipare alle prossime elezioni politiche in tutti i Collegi della penisola, auspicando il collegamento con la coalizione che si ispira al memorandum del Presidente del Consiglio ed ha avviato in tutta Italia la raccolta delle firme necessarie”. E’ quanto si legge in una nota dell’ufficio stampa del partito. “Pertanto il PLI sta compiendo, con successo, un importante sforzo di sintesi, volto a riunire in un’unica lista di ‘Liberali per l’Italià, tutti i gruppi di ispirazione liberale esistenti, oltre a molte associazioni impegnate nella società civile. Nei prossimi giorni – conclude il comunicato – verrà tenuta una conferenza stampa per presentare il simbolo e sottolineare le priorità programmatiche sollecitate dai Liberali per i primi cento giorni della prossima Legislatura”.

“Non sta a me fare valutazioni sulla candidatura di Monti. Come qualunque cittadino, se vuole candidarsi ha diritto a farlo. Sono presidente del Senato, lui è attualmente presidente del Consiglio e abbiamo dei ruoli. Quando si candiderà, se deciderà, si aprirà il confronto alle critiche, agli apprezzamenti in questa nostra democrazia”. L’ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, a Bronte, in provincia di Catania. “Le valutazioni sulla sua opportunità di premier tecnico, diventare politico e candidarsi contro alcuni partiti che lo hanno sostenuto – ha osservato Schifani – faranno parte del dibattito politico da parte della stampa, della politica e del libero pensiero. Non può fare parte delle valutazioni e delle espressioni del presidente del Senato in quanto, ancor oggi, mi muovo, e mi sforzo di muovermi, in una logica di terzietà. Le valutazioni le facciano gli altri. Ma sono valutazioni che sono aperte al libero dibattito”.