Il senatore Caridi perplesso sulle misure di rilancio dell’occupazione giovanile e dell’economia
redazione | Il 25, Lug 2013
Dubbi in merito ad alcuni interventi del legislatore, a partire dalle modalità di spesa dei fondi europei
Il senatore Caridi perplesso sulle misure di rilancio dell’occupazione giovanile e dell’economia
Dubbi in merito ad alcuni interventi del legislatore, a partire dalle modalità di spesa dei fondi europei
«Apprezzo lo sforzo governativo per gli incentivi alle nuove assunzioni a tempo indeterminato e agli interventi straordinari per l’occupazione giovanile anche in concomitanza degli studi, ma rimangono perplessità». Questo il passaggio chiave dell’intervento del senatore Antonio Caridi a Palazzo Madama, in merito alla riconversione in legge del Dl 76 riguardante misure di rilancio dell’occupazione giovanile e dell’economia. «È necessario attivare interventi per il rilancio dell’economia, a partire dalla definitiva soluzione del blocco dell’aumento IVA» ha puntualizzato Caridi. Accanto all’apprezzamento per gli indirizzi generali del provvedimento, il senatore ha espresso dubbi in merito ad alcuni interventi del legislatore, a partire dalle modalità di spesa dei fondi europei. «L’articolo 3 del dl – ha affermato – prevede una serie di azioni contro la povertà nel Mezzogiorno che sembrano tuttavia dettate, in parte, più dalla necessità di accelerare la spesa dei fondi europei che non da una programmazione strutturata effettuata di concerto con le Regioni. Per il Sud del Paese – ha aggiunto – dobbiamo puntare a promuovere il recupero e la riconversione di siti industriali dismessi, anche sottratti alle organizzazioni criminali e presenti negli agglomerati industriali sparsi sul territorio nazionale rivitalizzando aree e strutture che hanno beneficiato in passato di finanziamenti e contributi pubblici non andati a buon fine. A tal fine sarebbe opportuno elaborare azioni di promozione e recupero del patrimonio immobiliare – ha proposto Caridi – per convertire gli opifici industriali in incubatori di imprese da offrire in locazione gratuita, per un periodo massimo di 5 anni, in favore di nuove imprese costituite da giovani o soggetti svantaggiati». Sugli interventi per il rilancio dell’occupazione giovanile, Caridi ha sottolineato perplessità circa alcuni interventi proposti dal dl, a partire dallo «sconto contributivo ai giovani tra i 18 e 29 anni che si sovrappone con il trattamento contributivo del contratto di apprendistato». «Non è chiaro – ha puntualizzato – se sia possibile accedere all’istituto in parola in presenza di un precedente rapporto di lavoro a tempo indeterminato e se il concetto di primo rapporto, ovviamente di natura subordinata, possa incontrare un limite temporale nella prescrizione decennale. Per quanto concerne l’acausalità contrattuale – ha osservato il senatore Caridi – la contrattazione collettiva anche aziendale può individuare ogni altra ipotesi di acausalità senza rispettare l’ambito di un processo organizzativo nel limite complessivo del 6% del totale dei lavoratori occupati nella unità produttiva. Difficile diviene anche il raggiungimento della flessibilità attraverso la contrattazione. Resta da capire se la contrattazione collettiva in relazione alla delega ricevuta può individuare delle alternative alla ipotesi legale di accesso al contratto privo di causale oppure se essa è delegata ad incidere anche sull’ambito temporale di riferimento ampliando il periodo di dodici mesi». Attenzione, infine, il senatore Pdl l’ha posta sul rischio di rendere alle imprese, mediante commi del dl 76, «più ampio e facile il ricorso al co.co.pro e aumentare il rischio di elusione della stipula di contratti a tempo determinato». In chiusura, l’onorevole Antonio Caridi, ha auspicato «l’elaborazione di nuovi e più incisivi strumenti di rilancio dei consumi anche attraverso la definitiva soluzione del blocco dell’aumento IVA e in relazione alle misure per contrastare la disoccupazione giovanile – ha concluso – concentriamo l’attenzione sull’obiettivo della nostra azione politica che è quello di creare un tessuto economico forte, occupazione stabile e l’opportunità di crescita professionale per tutti gli italiani».