Il santuario lourdiano di Molochio e la chiesa di S. Antonio di Taurianova, per il vescovo Bux, sono solo cappelle private
redazione | Il 24, Gen 2012
Attraverso una lettera il vescovo interdice al rettore padre Benigno Morabito, la possibilità di dire messa per i fedeli. Sale l’indignazione dei fedeli. Il sindaco Romeo gli scrive una missiva
Il santuario lourdiano di Molochio e la chiesa di S. Antonio di Taurianova, per il vescovo Bux, sono solo cappelle private
Attraverso una lettera il vescovo interdice al rettore padre Benigno Morabito, la possibilità di dire messa per i fedeli. Sale l’indignazione dei fedeli. Il sindaco Romeo gli scrive una missiva
Il vescovo della diocesi di Oppido-Palmi Luciano Bux, alle soglie della pensione, ha decretato la fine di tutte le celebrazioni religiose che, da decenni ormai, si svolgono nel santuario della Madonna di Lourdes di Molochio e nella chiesa di Sant’Antonio di Padova di Taurianova, entrambi retti da padre Benigno Morabito. Secondo il vescovo, le due chiese non sarebbero mai state dichiarate oratori pubblici e pertanto al loro interno non sarebbe possibile celebrare messe per i fedeli, ma solo per i frati cappuccini che vi soggiornano. «Le due cappelle dei conventi cappuccini di Molochio e Taurianova – si legge nella missiva che il vescovo ha inviato al padre provinciale dei frati cappuccini Giovanni Battista Urso – sono da sempre e restano, a norma dei cann. 1226 e 1238 del Codice di diritto canonico, solo cappelle private, in favore dei dimoranti nei due conventi. Solo per la loro utilità è concessa la custodia eucaristica e la celebrazione della messa feriale o festiva. Le due cappelle non sono mai state dichiarate oratori pubblici aperti ai fedeli. Pertanto non vi sono consentite celebrazioni come in chiesa pubblica, né feriali né tantomeno festive. Ho scritto al padre provinciale Giovanni Battista Urso, che se finora ciò è stato tollerato, mi sembra giusto lasciare nella legalità canonica al mio successore anche questo aspetto». Una decisione, quella del vescovo Bux che ha fatto indignare i fedeli, i quali si stanno già mobilitando per contrastare il provvedimento del vescovo, costituendosi in comitati spontanei pronti a protestare affinché monsignor Bux ritiri la delibera. Il primo a mobilitarsi in questo senso, il sindaco di Taurianova Domenico Romeo, che ha inviato la seguente lettera al vescovo:
Ecc. za Rev.ma, Mons. Luciano Bux, Vescovo e Amministratore Apostolico della Diocesi di Oppido Mamertina – Palmi,
in qualità di Sindaco della città di Taurianova, Le porgo prima di tutto – anche a nome dell’Amministrazione Comunale che rappresento – i miei più cordiali saluti, accompagnati dai più deferenti sentimenti di stima.
Mi permetto di scriverLe questa succinta lettera per comunicarLe che, di recente, ho avuto modo di apprendere – da parte di un considerevole numero di fedeli – di una Sua missiva, con la quale Ella ricordava, a norma del Codice di Diritto Canonico, che la Cappella del Convento dei Cappuccini, facente più precisamente capo a Taurianova, è stata da sempre cappella privata. Una disposizione, questa, che di conseguenza impedisce di definire la surriferita struttura conventuale come oratorio pubblico, tantomeno di consentire la possibilità di eseguire – nello stesso contesto – le feriali e festive celebrazioni liturgiche, se non per la personale utilità dell’alloggiante.
Sono pienamente consapevole, Ecc. za Rev.ma, che l’evidenziazione di una siffatta risoluzione scaturisca dal sacrosanto rispetto di precise e perentorie condizioni canoniche. Si è del parere, tuttavia, che in complesse realtà – proprio come quella che s’identifica in Taurianova – la sunnominata Cappella del Convento si sia ormai proposta quale centrale e vitale punto di riferimento ecclesiale, al punto da rendere costantemente presenti – e, in modo particolare, efficaci – le ormai consolidate funzioni celebrative, per la più ampia comunità di appartenenza. Nel corso di svariati anni, difatti, è stato possibile assistere alla costruzione di una profonda esperienza liturgica, che è stata capace di trasmettere – anzitutto – vita e sapienza spirituale. Mi risulta, d’altra parte, che tutti i fedeli siano stati introdotti – non senza un appropriato processo di discernimento e di crescita – in un articolato e sollecitante cammino, verificato sulla forza del Vangelo, la cui testimonianza è stata trasmessa da una generazione all’altra.
Sembra insomma evidente che, per la Cappella Conventuale di Taurianova, sia stato possibile registrare una progressiva maturazione della fede, che ha dinamicamente coinvolto tutti cristiani laici, al punto da favorire l’inserimento di questi ultimi nella vita della più ampia comunità sociale ed ecclesiale, che – mi permetto, ancora una volta, di ribadirlo – proprio nella celebrazione liturgica è riuscita a trovare la sua forma: ordinaria e fondamentale.
Per non parlare, poi, anche della dimensione sociale, che la realtà strutturale di Taurianova ha saputo opportunamente valorizzare, trasformando il complesso conventuale in punto di riferimento, volto a mettere insieme forme di vere proprie socializzazione, all’insegna della formazione dei giovani e dei giovanissimi, di cui ne è stata compiuta una vera e propria missione.
Ecc. za Rev.ma, Mons. Luciano Bux, alla luce di quanto detto mi permetto – rendendomi interprete del sentimento di centinaia di fedeli – di sottoporre alla sua magistrale e paterna attenzione la possibilità che possa essere individuata e disposta una differente posizione pastorale, volta a consentire che la Cappella del Convento Cappuccini – di Taurianova – possa continuare a essere destinata per il pubblico culto divino, oltre che allo svolgimento della normale vita pastorale. Mi permetto di chiederLe quanto sopra, Ecc.Za Rev. ma, prioritariamente per consentire agli innumerevoli fedeli la facoltà di proseguire il cammino intrapreso, al fine di continuare a essere consapevoli di percepire – sempre più – la grazia di essere inseriti nel mistero, di quanto si considera essere pienamente salvifico per la propria esistenza.
Sento di formulare queste parole certo di entrare anche nella sfera del pubblico – da sempre dignificata dalla presenza delle fede cattolica – con l’aspetto dell’etica sociale, del quale così tanto si parla in questo periodo, e con la certezza che Vostra Ecc.za Rev.ma voglia – ancora una volta – mostrare l’importanza assunta anche dall’argomento del valore di coesione sociale della fede.
La storia del santuario di Molochio
Quello di Molochio, è il primo santuario in Italia e unico in Calabria, ad essere dedicato alla Madonna di Lourdes, la cui costruzione è dovuta a padre Francesco Maria Zagari. La prima pietra fu posta dal cardinale Gennaro Portanova, allora arcivescovo di Reggio Calabria, alla cui arcidiocesi appartenne Molochio fino al 1927. Nel 1900, dopo dieci anni di lavoro il Santuario fu ultimato e si cominciarono ad allestire i preparativi per l’inaugurazione. Il 29 luglio di quell’anno però, re Umberto I venne assassinato dall’anarchico Gaetano Bresci e l’inaugurazione venne rimandata all’anno successivo. Fu così che, il 14 settembre del 1901, lo stesso cardinale Portanova benedì il nuovo santuario e collocò sull’altare maggiore la statua lignea dell’Immacolata di Lourdes, aprendolo al culto e dichiarandosi “protettore del santuario”. Successivamente papa Leone XIII lo benedì, lo raccomandò all’episcopato calabro e lo arricchì di indulgenze, mentre il cardinale Luigi Tripepi volle essere sepolto al suo interno.
I documenti che testimoniano la visita dell’arcivescovo Portanova a Molochio per la benedizione del santuario
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