Il gruppo di minoranza della Regione presenta un emendamento al bilancio in favore del teatro
redazione | Il 16, Dic 2013
Mimmo Talarico, Demetrio Naccari Carlizzi, Emilio De Masi, Mario Franchino, Damiano Guagliardi e Carlo Guccione chiedono più risorse alle attività teatrali in Calabria
Il gruppo di minoranza della Regione presenta un emendamento al bilancio in favore del teatro
Mimmo Talarico, Demetrio Naccari Carlizzi, Emilio De Masi, Mario Franchino, Damiano Guagliardi e Carlo Guccione chiedono più risorse alle attività teatrali in Calabria
CATANZARO – I consiglieri regionali di minoranza Mimmo Talarico, Demetrio Naccari Carlizzi, Emilio De Masi, Mario Franchino, Damiano Guagliardi e Carlo Guccione hanno presentato un emendamento al bilancio di previsione 2014 della Regione Calabria per dare più risorse alle attività teatrali in Calabria. “C’è una legge, la n. 3 del 2004, sulla programmazione – affermano – e lo sviluppo del teatro calabrese che da anni ormai non viene finanziata adeguatamente. Anche quest’anno la dotazione del capitolo del bilancio della Regione, pari a 400 mila euro, è stata valutata assolutamente insufficiente da parte degli operatori del comparto, che hanno sottolineato come quella teatrale nella nostra regione non sia soltanto una questione culturale, ma anche economica, stante la ricaduta occupazionale che tali attività hanno avuto (circa 300 addetti) nell’ultimo periodo”. “L’emendamento, attraverso lo sfoltimento – proseguono i consiglieri – di alcuni capitoli di spesa afferenti la rappresentanza e la comunicazione istituzionale, propone pertanto un incremento delle risorse da destinare alle legge sul teatro”. Secondo i proponenti, “il teatro costituisce una risorsa troppo importante per la Regione, sia in termini culturali che occupazionali. E’ necessario quindi rendere effettiva la valorizzare dell’industria teatrale della nostra regione, dando impulso alla nascita di produzioni artistiche di qualità, favorendo l’esportazione della creatività calabrese fuori dai confini regionali e nazionali, invertendo la tendenza all’importazione culturale nella nostra regione”.