Il caso De Masi scatena la rivolta di Confindustria. «Lo Stato non funziona, pronti a dar battaglia»
redazione | Il 02, Lug 2013
Dopo la decisione dell’imprenditore reggino di non proseguire l’attività per i problemi bancari e le pressioni della criminalità, partono le reazioni delle istituzioni. Prima fra tutte l’associazione degli industriali. Anche Cafiero de Raho lancia un appello alle banche: «Devono ripensare l’accesso al credito, soprattutto per chi denuncia». L’imprenditore ha incontrato oggi l’assessore regionale Salerno che ha promesso l’attenzione della Giunta sulla vicenda
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Il caso De Masi scatena la rivolta di Confindustria. «Lo Stato non funziona, pronti a dar battaglia»
Dopo la decisione dell’imprenditore reggino di non proseguire l’attività per i problemi bancari e le pressioni della criminalità, partono le reazioni delle istituzioni. Prima fra tutte l’associazione degli industriali. Anche Cafiero de Raho lancia un appello alle banche: «Devono ripensare l’accesso al credito, soprattutto per chi denuncia». L’imprenditore ha incontrato oggi l’assessore regionale Salerno che ha promesso l’attenzione della Giunta sulla vicenda
REGGIO CALABRIA – L’imprenditore Nino De Masi è pronto a chiudere battenti e la sua decisione scatena la rivolta contro il sistema delle banche, soffiando sulla brace del malumore. E il presidente di Confindustria Calabria a raccogliere «il grido di dolore e la vicenda di Nino De Masi»: «Sono davvero emblematici di come (non) funziona il nostro Stato». E l’appello arriva anche dal procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho: «Le banche dovrebbero ripensare l’accesso al credito».
Tutto è nato dall’annuncio di De Masi che si è detto pronto a lasciare la Calabria dal 10 luglio dopo essersi visto rifiutare ancora una volta il mutuo antiusura (LEGGI L’ARTICOLO). De Masi accusa anche le istituzioni per essere stato abbandonato rispetto alle sue battaglie contro l’usura delle banche e le continue minacce della criminalità organizzata. Chiuso in una morsa, che è stata anche ripresa nell’intervento di Confindustria Calabria.
Nel commentare la decisione di De Masi, il leader degli industriali calabresi, Giuseppe Speziali, lo definisce «un imprenditore coraggioso che non ha avuto paura di aprire importanti contenziosi con pezzi forti del potere economico come le banche e, nello stesso tempo, combattere con sagacia il crimine organizzato e la ‘ndrangheta. Un uomo che solo per le sue battaglie di legalità e giustizia dovrebbe essere portato come esempio non soltanto di buon imprenditore ma di calabrese onesto ed operoso. Battaglie che lo hanno fortemente esposto sul piano imprenditoriale ed umano».
Battaglie che, contesta Speziali, oggi «vengono rese inefficaci da lungaggini burocratiche, interpretazioni e decisioni relative all’applicazione degli strumenti antiusura a dir poco schizofreniche e paradossali»: «Non bastano – afferma le ripetute sentenze favorevoli né i sette anni trascorsi ad attendere invano: cosa deve ancora succedere, dopo i colpi di kalashnikov, perchè si possano far valer i propri diritti e vedere coronati gli sforzi e la lealtà di essere sempre stati dalla parte giusta? E’ una domanda che, al momento almeno, non ha risposta e che invece dovrebbe averla forte e chiara».
E Speziali annuncia battaglia: la Confindustria calabrese – dice – «non solo è vicina a Nino De Masi ma metterà in essere tutte quelle iniziative ed azioni perchè i suoi grandi sforzi e la sua coraggiosa tenacia non siano resi vani».
Ma sul sistema bancario si è soffermato anche il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho: «Le banche dovrebbero ripensare l’accesso al credito – ha detto rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un parere sul caso De masi – e si dovrebbe aumentare la sospensione per quanto riguarda le procedure esecutive per le imprese che denunciano. Un solo anno probabilmente è poco per chi ha subito anni di vessazioni». Cafiero De Raho non si dice d’accordo sull’espressione “crimine di Stato” usato dall’imprenditore, ma ammette che sarebbe il caso di ripensare il sistema a favore di chi denuncia.
SALERNO INCONTRA DE MASI, ATTENZIONE GIUNTA SU VICENDA
L’assessore regionale al Lavoro, formazione professionale e politiche sociali, Nazzareno Salerno, ha incontrato l’imprenditore Antonino De Masi per approfondire ogni dettaglio riguardante la situazione dell’impresa e le motivazioni delle problematiche in essere e per discutere del futuro degli stabilimenti di Gioia Tauro. Nei giorni scorsi – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta – De Masi aveva infatti annunciato alle organizzazioni sindacali la chiusura delle attività determinata, a suo avviso, dai tassi d’interesse applicati dalle banche e dalle intimidazioni perpetrate dalla criminalità. “Ho avuto modo di ascoltare direttamente da De Masi – ha affermato Salerno – la complessità della situazione e ho ribadito che la Regione è vicina a quelle realtà che puntano a creare sviluppo sul territorio. Il nostro impegno a tutela dell’occupazione non verrà mai meno in quanto sappiamo che il lavoro costituisce il presupposto per una vita effettivamente libera e democratica. L’impresa De Masi ha condotto nel corso degli anni una valente battaglia per la legalità ed ha dimostrato di saper far fronte con successo alle sfide imposte dalla competizione. Non è afflitta da una crisi di carattere industriale, ma soffre una forte carenza di liquidità. Addirittura, le prospettive di mercato lascerebbero pensare ad una espansione ed alla potenzialità, la cui concretizzazione è materialmente impedita dalle difficoltà finanziarie, di accrescere significativamente il numero dei posti di lavoro”. “Certamente – ha concluso Salerno – chi vuole continuare ad investire in Calabria non può essere lasciato solo e, anzi, merita pieno sostegno”. Pertanto l’assessore Salerno ha manifestato la disponibilità della Regione ad esaminare le questioni esposte confermando l’attenzione della Giunta regionale, guidata dal Presidente Giuseppe Scopelliti, verso le tematiche occupazionali, produttive e concernenti l’affermazione della legalità e riconoscendo la rilevanza del sostegno delle Istituzioni, soprattutto in un momento storico condizionato da una crisi economica e sociale generalizzata.