Gioia Tauro, duro attacco di Schiavone a Pedà e Toscano Senza giri di parole per il consigliere di minoranza gioiese: Il New Deal dell'assessore Toscano "è una grande stronzata"
Riceviamo e pubblichiamo:
“Basterebbe un laconico: sono problemi di maggioranza e non ci voglio mettere bocca, se non fosse che questa barzelletta riguarda la mia città. Il New Deal è una grande stronzata, non siamo negli anni 30′, non siamo l’America, non abbiamo sovranità monetaria e non occorre ricostruire.
Occorre amministrare la prima città della provincia in maniera dignitosa. Occorre rimboccarsi le maniche e lavorare: l’emergenze, l’ordinario diventato un lusso, i disastri disseminati in giro, i topi, i veleni, l’ospedale che non c’è, sarebbero mille i problemi da affrontare, invece, sento parlare ancora di New Deal.
Abbassare le tasse ed investire denaro pubblico in infrastrutture, questo è il New Deal, un insieme di interventi sulla spesa pubblica, sulla tassazione, sulla regolazione e sulle politiche monetarie, interventi normativi quindi, statali, comunitari, di certo non comunali, cosa c’entra allora il Comune di Gioia Tauro?
Cosa c’entra la spazzatura per strada, le scuole inagibili, le strade allagate con la crisi della Grecia, con le elezioni americane con la tecnocrazia europea bancaria e nazista?
Vorremmo sapere perché la città è in queste condizioni, per un attimo che si lasciassero perdere i problemi dell’umanità e che si risolvessero i nostri.
Pedà ha vinto le elezioni perché supportato da 100 candidati, agguerriti che hanno condotto una campagna elettorale ‘muscolosa’, energica, lottando voto su voto col coltello tra i denti. Toscano (che non era nemmeno candidato) è convinto che le ha vinte per il New Deal, nessuno fino ad oggi ha cercato di ‘riprenderlo’ di fargli capire cosa è il Comune, cosa è Gioia Tauro, chi sono i gioiesi, così, a furia di ripeterlo e senza sentirsi smentire da nessuno, ha finito per crederci davvero.
I Guerrisi, i Ranieri, i Dal Torrione, i Fondacaro, i D’Agostino, i Ruggero, hanno vinto loro le elezioni, altro che New Deal. Originariamente, lo sapeva anche lui che era una stronzata, ma adesso ci crede veramente, è un visionario.
Adesso chiede il rimpasto, di se stesso, ma è chiaro che rimpastando gli stessi ingredienti il prodotto non cambia. Dice che i risultati sono pari a zero, dimenticando che hanno rimosso la gru davanti alle cisterne e che lui stesso, con i nostri soldi, ha offerto una esaltante stagione teatrale ai gioiesi, da direttore artistico navigato. Ma il New Deal? Del teatro? Delle feste?
E poi mi piace tanto fare due citazioni in questa vicenda, una è quella di Seneca fatta dall’assessore alla Cultura:”non c’è vento buono per il marinaio che non sa dove andare” l’altra è meno classica, lo so, ma la trovo altrettanto adatta: “Stupido è chi lo stupido fa” cit. Forest Gump”