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Evade dai domiciliari il boss pentito Saro Mammoliti

Evade dai domiciliari il boss pentito Saro Mammoliti

| Il 04, Feb 2014

Capo della cosca che opera a Oppido Mamertina, si è reso latitante dopo una condanna a 13 anni e 6 mesi per estorsione aggravata dalle modalità mafiose

Evade dai domiciliari il boss pentito Saro Mammoliti

Capo della cosca che opera a Oppido Mamertina, si è reso latitante dopo una condanna a 13 anni e 6 mesi per estorsione aggravata dalle modalità mafiose

 

 

mammoliti saro 

REGGIO CALABRIA – Il boss pentito della ‘ndrangheta Saro Mammoliti, capo della cosca che opera a Oppido Mamertina, si è reso latitante dopo una condanna a 13 anni e 6 mesi per estorsione aggravata dalle modalità mafiose. L’uomo era ai domiciliari in una località protetta. Quando i carabinieri di Tivoli, il 29 gennaio, sono andati ad eseguire il provvedimento del Tribunale di Reggio Calabria non lo hanno trovato. La fuga, di cui parla l’Ora della Calabria, è stata confermata dal procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho.
Saverio Mammoliti, detto “Saro”, di 72 anni, aveva iniziato a collaborare con la magistratura nel 2003, mentre si trovava detenuto per scontare una condanna per associazione mafiosa. E scelse un modo pubblico per rendere nota la sua decisione. Il 21 maggio 2003, infatti, collegato in videoconferenza con i giudici della Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria che lo dovevano giudicare, Mammoliti lanciò un appello a rompere l’omertà e denunciare i propri misfatti collaborando con la giustizia. Non tutti, però, credettero ad un reale pentimento del boss che, nel novembre del 2012 tornò in carcere. Mammoliti, insieme al figlio Antonino ed al figlio illegittimo Danilo Carpinelli, fu arrestato dai carabinieri nell’ambito di un’operazione contro la cosca Mammoliti-Rugolo. Al boss veniva contestata una tentata estorsione alla cooperativa di Libera Terra Valle del Marro. In particolare, Mammoliti avrebbe cercato di imporre ai giovani di Libera di rinunciare ad acquisire dei terreni confiscati alla sua cosca. La cooperativa subì anche il taglio di 640 alberi ed il danneggiamento di alcuni mezzi. Ritenuto un “pezzo da novanta” nel panorama ‘ndranghetistico, Piromalli aveva poi ottenuto gli arresti domiciliari in una località protetta. E dopo avere saputo l’esito del processo che lo vedeva imputato per quella estorsione, Mammoliti ha deciso di darsi alla fuga senza attendere l’arrivo dei carabinieri che adesso lo stanno cercando.

Boss pentito evaso aveva fama di playboy
Ritenuto uno dei boss più influenti della ‘ndrangheta nel suo complesso, Saverio “Saro” Mammoliti, detto il “bello”, aveva anche fama di playboy, dal momento che era solito circondarsi di belle donne. Dopo la collaborazione, avviata nel 2003, Mammoliti, arrestato nuovamente nel 2012, era dal programma di protezione ma continuava a vivere in una località protetta per tutelare la sua incolumità. Già in precedenza, Mammoliti aveva collaborato con la giustizia. Nel 1992, infatti, fu sentito da alcuni magistrati della Dda reggina ed aveva fatto dichiarazioni che avevano dato lo spunto per l’ avvio di alcune inchieste trovando riscontro in numerosi processi tra cui quello per la faida di Oppido Mamertina. Coinvolto nell’inchiesta sul sequestro di Paul Getty III, nipote del miliardario statunitense, al quale fu mutilato parte dell’orecchio per costringere i familiari a pagare, Mammoliti fu alla fine assolto. Il boss è uscito indenne anche da un’altra accusa, quella di essere uno dei mandanti dell’omicidio del barone Antonio Cordopatri, ucciso in un agguato a Reggio Calabria il 10 luglio 1991 perché, secondo l’accusa, aveva rifiutato di cedere alcuni terreni ai Mammoliti. Il boss, che ha scontato numerosi anni di carcere per associazione mafiosa, è stato latitante per lungo tempo, tanto da venire soprannominato la “primula rossa di Castellace” di Oppido Mamertina. Latitanza durante la quale riuscì anche a sposarsi nel suo paese. Nel suo passato Saro Mammoliti annovera anche un’evasione dal carcere di Nicotera, nel 1975.