Egitto: orrore a Tahir, spunta ‘cacciatore di occhi’
redazione | Il 26, Nov 2011
Due morti in carica della polizia. Fermati 3 italiani, in corso accertamenti
Egitto: orrore a Tahir, spunta ‘cacciatore di occhi’
Due morti in carica della polizia. Fermati 3 italiani, in corso accertamenti
(ANSA) ROMA – Il ‘cacciatore di occhi’, come lo hanno ribattezzato i dimostranti di piazza Tahrir al Cairo, e’ alle strette: la procura generale ha aperto una inchiesta nei suoi confronti. La vicenda ha i contorni del film horror: l’ufficiale Mahmoud Sobhi El Shinawi, un cecchino esperto, e’ accusato dai dimostranti egiziani di aver sparato proiettili di gomma mirando agli occhi di alcuni dei loro compagni. Almeno cinque quelli colpiti. I giovani di Tahrir hanno distribuito la sua foto in piazza, scritto sui muri nome e grado, aggiungendo “ricercato”. Gira anche una offerta di ricompensa da 800 dollari “per chiunque fornisca informazioni sul cacciatore di occhi”. La procura ha acquisito i file video pubblicati su Youtube e Facebook che mostrano le immagini dei feriti, con l’occhio destro in un bagno di sangue.
El Shinawi ha prestato servizio in questi giorni nella zona di Mohamed Mahmoud, teatro degli scontri di questi giorni al Cairo, e un portavoce del ministero dell’Interno, Alaa Mahmoud, ha confermato alla Cnn che si tratta di “un cecchino molto addestrato”, rifiutandosi pero’ di entrare nel merito delle accuse. Le sospette vittime del cacciatore hanno tutte perso l’uso di un occhio: tra loro Ahmed Harrara, che aveva gia’ perso un occhio negli scontri di gennaio, colpito domenica e ora ceco. Lui e Malek Mustapha, un altro dei feriti non sono pero’ in grado di confermare da chi sono stati colpiti. “Sono arrivato in prima linea, poi alle tre del mattino mi hanno centrato un occhio con un proiettile di gomma sparato da circa 7-10 metri”, ricorda Ahmed. Non gli rimane che provare ad andare in Svizzera “entro i prossimi dieci giorni”, per tentare di recuperare.
“Lui pensa che l’Egitto sia piu’ importante dei suoi occhi”, afferma il fratello: “Il poliziotto che lo ha colpito va punito e giustiziato”. Le autorita’ sono divise: il ministero dell’Interno ha escluso l’uso di proiettili di ogni genere contro i manifestanti, mentre quello della Sanita’ sostiene l’esatto contrario. Alcuni blogger, con tragica ironia, chiedono per ‘il cacciatore’ che sia applicata la Sharia, e una pena “occhio per occhio”.
DUE MORTI IN CARICA DELLA POLIZIA – Salgono a due i morti durante la carica della polizia per disperdere i manifestanti davanti al Consiglio dei ministri egiziano al Cairo, con il decesso di una persona che era rimasta gravemente ferita dopo essere stata investita da una camionetta delle forze dell’ordine. Lo riferiscono fonti mediche.
FERMATI TRE ITALIANI, IN CORSO ACCERTAMENTI – Tre cittadini italiani sono stati fermati in nottata al Cairo dalla polizia egiziana e sono stati trasferiti in un commissariato nel centro della capitale egiziana per accertamenti. Il caso viene seguito dall’ambasciata d’Italia al Cairo.
Secondo quanto scrive l’agenzia Mena i tre italiani sono stati fermati insieme ad una giornalista palestinese con l’accusa di avere appiccato il fuoco ad alcune piante all’ingresso di un grande albergo nel centro del Cairo. Secondo l’agenzia egiziana i quattro sono stati fermati dalla security dell’albergo.
CONTINUA LA PROTESTA IN PIAZZA TAHRIR – L’incarico a formare il nuovo governo a Kamal el Ganzuri, classe 1933, per tre anni premier sotto Hosni Mubarak negli anni ’90 ma considerato uomo da tempo fuori dai giochi di potere e personalmente ”pulito”, non è bastata a disinnescare la protesta di piazza in Egitto. Piazza Tahrir si è nuovamente riempita di decine di migliaia di manifestanti, che hanno espresso il loro no all’uomo designato del Consiglio militare di formare un nuovo governo dopo le dimissioni di Essam Sharaf.
Migliaia di manifestanti si sono ritrovati qualche chilometro più in là al Cairo per sostenere i militari, ma le due piazze non si sono mai scontrate. La tregua raggiunta due giorni fa fra forze dell’ordine e manifestanti ha continuato a reggere, anche se il bilancio delle vittime dei furibondi scontri, soprattutto nei pressi del ministero dell’Interno, è salito a 41. Poco prima della conferma ufficiale dell’incarico, a Ganzuri da Washington è arrivata la sollecitazione al passaggio a un governo civile “il più presto possibile”. La lista dei ministri del premier incaricato è ancora avvolto nel mistero. Lo stesso Ganzuri ha spiegato che il governo non vedrà la luce prima di lunedì e che sarà aperto alle proposte e ai suggerimenti dei giovani della rivoluzione. Una disponbilità che non ha trovato orecchie disponibili nei movimenti rivoluzionari, i cui simpatizzanti si sono recati a migliaia davanti alla sede del Consiglio dei ministri per impedire a Ganzuri di entrare.
E per ripetere i loro slogan preferiti, “fuori fuori” e “il popolo vuole fare cadere il maresciallo”. In una improvvisata conferenza stampa, alcuni loro rappresentanti hanno annunciato la formazione di un contro-governo guidato da Mohamed el Baradei. L’ex segretario dell’agenzia Onu per l’energia atomica (Aiea) e Nobel per la Pace, candidato alla presidenza egiziana, che nei giorni scorsi aveva dato la sua disponibilità a guidare un esecutivo di unità nazionale, a condizione di avere mani libere rispette ai militari, è stato oggi a piazza Tahrir, accolto con entusiasmo da molti supporter. Il suo movimento, l’Associazione per il cambiamento, ha bocciato la nomina del nuovo premier accusando i militari di voler perpetuare il regime di Mubarak. L’altra piazza, quella dei supporter delle forze armate, scandiva lo slogan che durante la rivoluzione segnava l’alleanza fra esercito e rivoluzionari “il popolo e l’esercito in un a sola mano”. “Maresciallo ti amiamo” e “Abbasso Tahrir” erano altri slogan gridati dai manifestanti a sostegno del capo del consiglio militare egiziano. I manifestanti si apprestano a passare un’altra notte di attesa in piazza Tahrir e conclusione di questo venerdì che hanno chiamato “dell’ultima chance”. La piazza non dà segni di volere smobilitare, soprattutto in vista dell’inizio del voto legislativo, previsto per questo lunedì.