Dilagano i “clown del terrore”, e la psicosi di massa è servita I pagliacci violenti, figli della cultura pop, si diffondono sui social network generando paura a volte anche ingiustificate
Li chiamano i “clown del terrore”, e se prima si limitavano a spaventare la gente
spuntando nel bel mezzo della notte nei centri urbani, ora balzano agli onori delle
cronache anche per qualche episodio di violenza, fisica e verbale sempre meno isolato.In
Francia il fenomeno è già conosciuto, ma adesso questi personaggi – il cui scopo
pare quello di terrorizzare la gente – hanno fatto capolino anche in Italia.Il terrore
si diffonde – una paura – quella che questi pagliacci riescono a suscitare – che
trova fondamento, per fare un esempio, nell’episodio dello scorso fine settimana
in cui un uomo nel Sud della Francia è stato derubato e brutalmente picchiato con
una spranga da uno di questi giovani pagliacci.Ma chi sono questi clown? Per qualcuno
si tratta di giovani problematici, che nel branco, coperti da una maschera, si fanno
forti.Proprio in seguito alla loro comparsa nelle nostre città si rincorrono su
Facebook le immagini di coloro che vogliono testimoniare la loro presenza.”La paura
dei pagliacci ha origine in diversi personaggi cari alla cultura pop”, spiega il
giornale francese “Ouest France” che parla di “rumors 2.0”. Il riferimento, ovvio,
va a Joker, il nemico di Batman. Ma non solo. Altro terribile esponente dei clown
del terrore è il protagonista del romanzo “It” di Stephen King.”Le Monde”, invece,
spiega che la “grande paura del clown” ha origine da una piccola città della California
. “Dal progetto artistico di una coppia che ha scattato le foto di un clown spaventoso
per le strade della città”, spiega il quotidiano francese.Non bisogna dimenticare
infine la popolarità che ha raggiunto la serie “American Horror Story”, che nella
quarta stagione presenta Twisty, un clown malefico.O, infine, i video comparsi su
YouTube di tale “Killer Clown”, un personaggio vestito da clown che finge di attaccare
i passanti. Terrorizzandoli a morte.Ancora una volta la rete dimostra la faccia della
medaglia negativa dello spirito emulativo generato da fenomeni e mode che altrimenti
rimarrebbero relegati a rari episodi, sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello
“Sportello dei Diritti”, che invita le forze dell’ordine a non abbassare
la guardia e a non sottovalutare questa pericolosa tendenza che è sfociata in qualche
caso raccontato nel resto d’Europa, in atti di vera e propria violenza perseguibili
penalmente.