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TAURIANOVA (RC), VENERDì 13 DICEMBRE 2024

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Devozione mariana: Madonna della Montagna di Taurianova Migliaia di devoti celebrano la patrona della città

Devozione mariana: Madonna della Montagna di Taurianova Migliaia di devoti celebrano la patrona della città
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di Domenico Caruso

Per il popolo Maria costituisce una presenza viva e misericordiosa, sempre pronta a rispondere ai bisogni concreti di ognuno. Come una madre affettuosa, avverte la nostra pur segreta disperazione, avendo sofferto durante la sua esperienza terrena per la crudele sorte del Figlio diletto.

Anche la preghiera popolare, comunitaria senza il carisma dell’ufficialità, spontanea e insistente, esprime la certezza che la nostra richiesta non viene delusa. Durante le manifestazioni che coinvolgono un intero paese per mezzo di processioni, drammi rituali e momenti corali di esultanza, si rinsaldano i vincoli di socializzazione conquistati dalla tradizione.

La visita ai santuari, gli ex-voto, la diffusione di qualche effigie nelle abitazioni, i canti sinceri e suggestivi testimoniano come la devozione di Maria faccia parte della nostra quotidianità.

Nella molteplicità di titoli vi è un’identica realtà: la Madonna, ponte fra cielo e terra, creatura a noi vicina con la quale poter instaurare un legame filiale fattivo e sincero. Le forme espressive di pietà popolare sono portatrici di valori creativi e mezzi d’incontro spirituale con la Madre Celeste.

Il pellegrinaggio, considerato dalla Chiesa espressione legittima di fede, è il simbolo della condizione itinerante del cristiano. Il desiderio di un incontro più diretto con il divino si risolve spesso con una guarigione spirituale e un’apertura verso il prossimo. Nelle diverse località della Piana di Gioia Tauro, la Vergine Maria occupa un ruolo di prim’ordine nella devozione popolare. Parecchi figurano anche i Santuari frequentati dai fedeli.

Appena fuori dall’abitato di Molochio vi è Santa Maria di Lourdes, ad Oppido Mamertina ed a Sinopoli Maria SS. delle Grazie, a Palmi la Vergine del Carmine, a S. Procopio la Madonna degli Afflitti, a Seminara la Madonna dei Poveri. Non meno importanti si rivelano le altre Chiese intitolate alla Divina Madre. Le più numerose sono dedicate alla Madonna del Carmine ed a quella del Rosario; seguono l’Assunta, le Grazie e l’Immacolata; quindi l’Addolorata, Santa Maria degli Angeli, l’Annunziata, la Catena e la Montagna.

A Taurianova oggi si festeggia Maria SS. della Montagna, Patrona della città.

La prodigiosa effigie fu ordinata nel 1787 per sciogliere un voto da un certo don Vincenzo Sofia – benestante del luogo – a Michele Salerno di Serra San Bruno con bottega a Napoli. Sistemata – quindi – dentro una cassa sopra un bastimento in partenza per Gioia Tauro, nel golfo di Salerno fu colta da una violenta tempesta. Vani furono i tentativi dei marinai, ignari del prezioso contenuto, di sbarazzarsi del carico per alleggerire la nave ed evitare di andare a fondo.
Nel contempo un marinaio scorse, alta sul ponte, una signora con le braccia alzate nell’atto di placare gli elementi. Cessate le onde e arrivati a Gioia Tauro, dove il Sofia l’attendeva, la cassa fu aperta. Incredibile ma vero, quel marinaio riconobbe nella statua della Madonna la signora intravista sul ponte!

Fu così che i cittadini di Radicena (ora Taurianova) sentirono la necessità di sostituire la miracolosa immagine con quella più antica offerta e importata da Capistrano nel 1763 dall’Arciprete Don Domenico Antonio Zerbi.

Il 9 settembre 1894 si verificò un nuovo prodigio: si videro gli occhi di Maria muoversi con singolare vivacità. Era stato deciso – allora – di portare la statua in solenne processione per le vie cittadine quando, in mezzo alla luna alta nel cielo, apparve una grande croce luminosa – come accadde a Costantino prima della battaglia sul Ponte Milvio. Ciò rappresentava un segno eloquente della protezione divina dai disastri tellurici che da lì a poco si sarebbero verificati.
Così il nostro poeta e umanista Francesco Sofia Alessio (1873-1943), testimone del tempo, ha descritto l’evento:

Ecco nel ciel risplendere
misteriosa Croce,
nei rai di luna argentea
quasi di Dio la voce,
che grida ai volti pavidi:
“Perdon prometto e pace,
l’ira divina tace,
levate ogni timor”.

Il popolo ha voluto ricordare quel prodigio con il canto che segue, definito appunto “Il Miracolo”, da noi pazientemente rielaborato. Sono diverse, infatti, le versioni pervenuteci – in lingua e in vernacolo – e numerose sono le lacune riscontrate (comprese quelle grammaticali) che non si possono del tutto eliminare.
Al novantaquattro il primo miracolo,
al nove settembre un grande spettacolo:

all’otto di sera nel tempio santo,
scena terribile e dirotto pianto.

Spaventa il popolo che allora si prostra
cercando grazie alla Montagna nostra.

– Calma, Montagna, Tu l’ira di Dio,
perdona il popolo perverso e rio.

Siamo tuoi figli, o Madre serena:
proteggi il popolo di Radicena;

siamo noi tutti cuori dannati:
vi è molto scandalo, enormi peccati.

Guarda, Montagna, che Sei protettrice,
il popolo Tuo fu sempre felice! –

La banda suonava con tanta allegrezza,
il popol piangeva di tenerezza.

Eran radunate seimila persone,
tutte gridavano: – In processione! –

– Vieni, Montagna, gira il paese! –
Seguono tutti con candele accese.

Quando la Vergine usciva di porta
con gli occhi amabili sembrava morta.

La guarda il popolo con fede magna:
– Non Sei Tu forse la nostra Montagna.

Come Sei pallida, o Stella del mare,
forse Tuo Figlio ci vuol fulminare?

Prega Tuo Figlio, o Madre serena,
implora perdono per Radicena! –

Si parte Maria in processione,
mentre Suo Figlio le grazie dispone.

Cercano grazie gli Jatrinolesi:
– Vieni, Montagna, al nostro paese! –

I deputati benigni e pazienti
scendon la Vergine a contentar la gente.

Dinanzi la Chiesa, riposta a quel monte,
la pallida luna risplende di fronte.

Oh quanto spavento e terribili voci
ché in mezzo alla luna compare la Croce!

Piccoli e grandi, battendosi il petto:
– Prega, Tu Vergine, il Figlio diletto;

fummo manchevoli e lo confessiamo,
son veri miracoli e Ti adoriamo! –

Si volta Maria di fronte alla luna,
sparisce la Croce, il cielo s’imbruna.

Quei protestanti facendo i ribelli:
– Calma, Tu Vergine, questi flagelli! –

Quando Montagna va a Radicena,
il popolo tutto è senza lena.

Arriva Maria nel tempio santo
e tutto il popolo è in grande pianto.

Prostrati tutti in quel momento,
la faccia in terra e pieni di spavento.

Al nove ottobre un’altra tempesta:
il popolo vuole la seconda festa.

E così, infatti, ognun s’è tassato
per come poteva, secondo il suo stato.

Con bande e bandiere si gira il paese,
il popolo tutto accetta le spese;

il sindaco Zerbi coi suoi deputati,
tutti di cuore le hanno accettate.

Quel nove ottobre si fa grande festa
con banda militare e grande orchestra.

Sparano fuochi in abbondanza,
l’onore più bello alla fratellanza.

Gli Jatrinolesi, lodando Maria,
portano banda e lumi in ogni via.

Voi fortunati, o Radicenesi,
la bella Montagna dal Cielo discese.

Mostrando prodigi in quel Monte santo,
chiama noi figli sotto il Suo bel manto.

Voi se vorrete, o figlie amorose,
al monte portate i gigli e le rose.

Si fa gran festa con pompa e allegria
e il popolo grida: – Evviva Maria! –

La memoria di quegli eventi è rimasta viva nel cuore dei taurianovesi e ogni anno, dal 7 al 9 settembre, migliaia di devoti ringraziano la Santa Vergine per le grazie ricevute.