Dagli scavi della Mesopotamia, ammirando quelli di Pompei fino alle rovine di Via Toscanini a Taurianova È accettabile una situazione del genere che dura oramai da molti mesi? A nostro avviso no, sperando...
Di GiLar
Tra le tante scoperte di una civiltà, quella che ha avuto maggior successo, ma soprattutto sviluppo sociale, economico e soprattutto di sicurezza, lo si deve ai cosiddetti “ingegneri romani” che hanno creato o meglio, inventato una vera e propria “pavimentazione” ben definita su un terreno per favorire gli attraversamenti terreni. Da quel momento in poi, tali opere vennero comunemente definite etimologicamente, “strade”. E leggendo in molti libri di storia o di chi si occupa di archeologia e affinità (elettive) lo sa che tali opere esistevano già dai tempi degli antichi etruschi, quindi ancor prima dell’ascesa dell’impero romano. Utilizzo con meticolosità e riferimento prettamente storico il termine “impero”, quei tempi vivaddio sono passati (si spera).
A Taurianova in alcuni contesti stradali (e chiediamo scusa alle vere strade per l’abuso del vocabolo), c’è una situazione allo stato brado (non ebraico, “brado”), e che induce ad una seria e profonda riflessione (quasi quante sono i crateri della strada in questione e che sono diventati dei laghetti artificiali). Cercando anche noi di essere “collaborativi” anche in merito alla visita di Roy Biasi che viene accolto dal Principe di Monaco o viceversa, il discorso non cambia, di avvisare che c’è un problema che oramai si trascina da diversi mesi. Molte segnalazioni sono arrivate anche in orari casalinghi mentre stavi per assaggiare un primo boccone o mentre stavi in qualche supermercato, oltre alle mail da mesi, ribadiamo, da mesi per situazione che si trova nei pressi dell’ex Via Circonvallazione in una sua traversa qual è la Via Toscanini.
Osservando i lati positivi in questione pur volendo trarre beneficio anche nei “drammi”, non sarebbe poi così catastrofica in quanto è come se praticasse un safari con l’estasi naturale delle chiazze enormi d’acqua che sgorgano come ruscelli limpidi e naturali. In un percorso con delle caratteristiche che molto spesso si nota nei dipinti di Renoir con una scenografia naturalistica delle canne in lontananza che fanno ricordare le parole di Grazia Deledda con le sue “Canne al vento”. Fosse ancora viva avrebbe avuto lo spunto per scrivere un libro del tipo “Canne alla Toscanini” e come trama il maestro d’orchestra che dirige una banda (di operai) con una bacchetta formata da quelle canne, muovendosi a ritmo di una sinfonia tale da renderla “civilmente” percorribile, ancor prima che qualcuno davvero si faccia male perché lì abitano persone che hanno tutto il diritto di vivere tranquillamente e senza quelle fiumare che stanno scavando crateri e non si quali altri danni. Magari in un contesto paesaggistico e urbanistico che sa di terzo millennio, avulse da promesse da marinaio e, siamo sicuri che in mezzo alle tante opere da progettare in “direzione sud”, ci si fermi ad una piccola realtà da sistemare decorosamente. D’altronde la vita è fatta di cose semplici e soprattutto di piccole cose… basta tenerlo a mente perché oramai la festa della Patrona è passata, il principe sta per arrivare e… la strada (di Via Toscanini)?