Covo per latitanti rinvenuto a Ciminà All'interno armi, munizioni, vestiti, viveri e medicine. Nell'ambito degli stessi controlli del territorio arrestato un cittadino romeno ricercato dal dicembre scorso
Continuano i servizi di controllo straordinario del territorio disposti dalComando Gruppo Carabinieri di Locri ed effettuati anche con il supporto dei colleghi dello Squadrone Eliportato Carabinieri “Cacciatori” di Vibo Valentia.
Negli ultimi giorni, i militari dell’Arma, sono stati impiegati in numerosi rastrellamenti, anche in orari serali e alle prime luci del giorno,nelle aree rurali dell’entroterra della locride, alla ricerca di armi e materiale esplodente, nonché alla ricerca di latitanti. In tale ambito, i Carabinieri hanno setacciato le zone aspromontane ricadenti nei comuni di Ciminà, San Luca e Platì, ispezionando ampie zone boschive, casolari abbandonati, pozzi ed anfratti naturali.
Durante i serrati controlli svolti è emerso che i Carabinieri della Compagnia di Locri, e in particolare quelli della Stazione di Sant’Ilario dello Jonio, nella mattinata di ieri, hanno rinvenuto in un terreno demaniale dell’entroterra del comune di Ciminà, un caseggiato delle dimensioni di 4,5 X 3 metri ed altro circa 2,5 metri, completo di arredi in plastica, ambiente cucina, 4 letti con materassi di cui uno con catena ancorata alla rete da letto. Il modulo abitativo era completo di impianto elettrico, idrico e di areazione, con relativa caldaia, annessa al box doccia. L’accesso, abilmente occultato dalla fitta vegetazione, era consentito mediante una porta mimetizzata. All’interno del manufatto, probabilmente ancora in uso alle locali cosche di ndrangheta come deposito di armi e munizioni, sono stati rinvenuti, in ottimo stato di conservazione:
- oltre 900 cartucce di vario calibro e tipo;
- 2,5 Kg di polvere da sparo;
- 2 ottiche per fucile di precisione;
- 1 rastrelliera per fucili con relativo olio lubrificante per armi;
- numerosi capi di abbigliamento maschile per ambiente montano;
- creme di mascheramento, torce e lampade a batterie;
- viveri di conforto, generi alimentari e farmaci vari.
Il rifugio ha tutte le caratteristiche per essere considerato un “covo” per latitanti alla macchia da anni ovvero per essere stato utilizzato, in anni passati, per la custodia dei sequestrati, atteso il rinvenimento di una catena ancorata al letto.
Tutta l’area è stata sottoposta a sequestro così come il materiale rinvenuto.
Sempre durante i serrati controlli, i Carabinieri del N.O.R.M. della Compagnia di Locri hanno tratto in arresto SAUCIUC Robert Marian, 24 enne di origini rumene, in ottemperanza ad un mandato di arresto europeo emesso dall’Autorità Giudiziaria Rumena lo scorso mese di dicembre. Lo stesso, riconosciuto colpevole del reato di danneggiamento in quello stato, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Locri a disposizione dell’A.G., per la conseguente estradizione.