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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 18 APRILE 2024

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Consiglio regionale dedicato alla legalità, intervento integrale del capogruppo Pdl Fedele

Consiglio regionale dedicato alla legalità, intervento integrale del capogruppo Pdl Fedele

Intevento in aula di Luigi Fedele

Consiglio regionale dedicato alla legalità, intervento integrale del capogruppo Pdl Fedele

Intevento in aula di Luigi Fedele

 

 

 

Si trasmette, nella sua stesura integrale, l’intervento del capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Luigi Fedele svolto oggi in Aula.

“Presidente del Consiglio, Presidente della Giunta, Onorevoli colleghi.

Ci sono momenti, nella storia delle istituzioni, in cui prevale il lavoro sotterraneo,  la ricerca sommessa e continua di elementi utili per confezionare leggi e provvedimenti.

Momenti  durante i quali l’attenzione della stessa società civile,  verso cui in ultima analisi si rivolge  l’azione legislativa,  è logicamente   scarna e fievole.

Ed altri  – come la giornata odierna – in cui è possibile prendere pubblicamente  atto che, dalla quantità enorme di lavoro svolto  durante i mesi fin qui trascorsi della nuova legislatura – grazie all’attenta  semina da parte dei singoli consiglieri e con il contributo  del presidente Scopelliti e del presidente del Consiglio, Talarico – è venuto fuori un risultato straordinariamente positivo nella lotta alla criminalità organizzata.

Sono del parere, infatti, che la Regione Calabria debba essere orgogliosa di questa ritrovata energia propositiva e di questo nuovo cammino intrapreso!

Dieci interventi, non staccati l’uno dall’altro, ma coerenti nel muoversi contro il fenomeno mafioso attraverso l’azione su più settori:

-Interventi regionali di sostegno alle imprese vittime di reati di  ‘ndrangheta e disposizioni in materia di contrasto alle infiltrazioni

mafiose nel settore dell’imprenditoria”, presentata dalla Giunta

regionale.

-Misure per garantire la legalità e la trasparenza dei finanziamenti

erogati dalla Regione Calabria’;

-Agevolazioni a favore dei collaboratori di giustizia e loro famiglie’;

-Modifiche alla legge regionale 12 dicembre 2002, n. 50  istitutiva della  Commissione consiliare contro il fenomeno della mafia in Calabria;

– Istituzione dell’Agenzia regionale per i beni confiscati alle organizzazioni criminali in Calabria.

-La mozione  che prevede la costituzione di parte civile della Regione nei processi di stampo  mafioso. Contro ogni forma di infiltrazione e condizionamento del fenomeno mafioso nella società, nell’economia e nella politica’.

-L’adozione  di un Codice etico di autoregolamentazione sulla trasparenza dei candidati alle elezioni, degli eletti ed amministratori pubblici per contrastare ogni forma di collusione con la ‘ndrangheta;

-Un provvedimento sul  consumo  critico contro il pizzo’;

– La donazione ai  Comuni calabresi della targa ”Qui la ‘ndrangheta non entra”;

-La costituzione presso il Consiglio regionale della Bottega della legalità.

Insomma, siamo di fronte ad un’incisiva, ampia e robusta azione legislativa che, sommata alle altre iniziative assunte nelle sedute tenute dall’inizio di questa legislatura, qualificano la Regione Calabria in un senso ben preciso: qui non ci sono equivoci! Né vi è la possibilità di equivocare sulla posizione che la classe politica regionale intende assumere, senza se e senza ma, contro la mafia considerata un cancro distruttivo del tessuto sociale.

So bene che l’attenzione c’è già, ma io a nome del mio Gruppo mi permetto di segnalare alcuni impegni su cui concentrare l’attenzione al più presto:

il potenziamento della SUA che sta dimostrando di essere un baluardo di legalità per la trasparenza nei pubblici appalti e la correttezza amministrativa;

una maggiore riflessione sulla proposta molto opportuna ed acuta, finalizzata a troncare la relazione patologica tra poteri illegali e politica, esposta dal  presidente Scopelliti.

l’introduzione delle liste bloccate con l’eliminazione delle preferenze,  quale risposta – magari  per un periodo predeterminato – ai rischi di condizionamento della politica a mio avviso dovrebbe avere un approfondimento da parte di tutte le forze politiche proprio in coerenza con l’impegno positivo che sta contrassegnando la legislazione regionale di questo Consiglio.

D’altronde se la politica deve compiere una severa autocritica per vicende poco chiare del passato, non dobbiamo dimenticare che la frantumazione dei partiti e le polemiche continue interne al mondo politico non consentono una reazione adeguata all’espansione criminale.

La lotta alla mafia non è e non può essere un’occasione per lotte politiche di schieramento.

La tentazione di piegare questo impegno a fini di parte e di partito, per ricavare vantaggi personali o di gruppo, purtroppo esiste ed è innegabile, ma con coraggio – ed in questo senso si muove la proposta del presidente Scopelliti – occorre denunciare di miopia questo calcolo ed affermare che è scellerato assecondare questo vizio!

Lo sforzo contro la ‘ndrangheta deve essere comune, parallelamente deve investire maggioranza ed opposizione, mettendo al bando i manicheismi e la propaganda fine a se stessa.

Riscoprendo lo spirito che ha portato all’istituzione a fine  2002 –  quando Presidente del Consiglio era il sottoscritto –  della Commissione antimafia oggi guidata dal presidente Magarò e lo spirito unitario che si colse  a gennaio del 2003,  nel corso di una seduta aperta dedicata alla mafia con il coinvolgimento del presidente della Conferenza Episcopale Calabria del tempo, monsignor Antonio Cantisani e la rappresentanza parlamentare calabrese, sindaci, forze sociali…

In sostanza, è  centrale ribadire un concetto: occorre, contro la mafia, ritrovare una solidarietà negli intenti e nei mezzi, quali che siano le nostre opinioni e la nostra militanza, le nostre opzioni politiche ed etiche.

Questa è una battaglia che non si può fare se siamo separati e divisi, il clima deve essere doverosamente unitario, perché non possiamo neanche immaginare di averla vinta sulla criminalità organizzata se ciascuna forza politica si muove unilateralmente.

Quanto facciamo oggi in quest’Aula, a mio avviso, è dentro la logica  del  mutamento di metodo e di scenario politico voluto dai calabresi col voto dello sorso anno.

Non una velleitaria testimonianza è l’elemento caratterizzante la seduta, ma ben dieci provvedimenti contro la mafia più potente del mondo che ha radici in Calabria e che, da tempo, si è sviluppata nel Nord ricco dell’Italia.

In tal senso, a nome del mio  Gruppo  esprimo, ancora una volta,  apprezzamento e condivisione per l’asse Calabria/Lombardia che la Commissione antimafia  ha saputo realizzare. Su questo Asse bisogna insistere, e soprattutto irrobustirlo, dimostrando che in Calabria la politica non sfugge alle proprie responsabilità.

Onorevoli Colleghi: oggi i dieci provvedimenti che approveremo ci dicono che stiamo facendo un ottimo lavoro e che, procedendo in questa direzione, uniti contro la ‘malapianta’, riusciremo a costruire una società migliore.

Questo pacchetto di proposte che senza mezzi termini, e recependo quanto di meglio ha saputo fin qui elaborare l’antimafia sostanziale che sul territorio quotidianamente svolge un ruolo di alternativa sociale ed economica, questa mattina  sottoponiamo all’Aula per l’approvazione, mi auguro che possa, senza più sciocche divagazioni polemiche, costituire il modello fattivo e propositivo con cui l’attuale maggioranza e l’intera rappresentanza politica presente in Consiglio regionale vorranno affrontare l’annosa problematica mafiosa.

La serie di provvedimenti, legislativi e non, dimostra, inoltre, che non solo l’aspetto repressivo questo Consiglio regionale ha voluto segnalare.

I vari provvedimenti  mirano  alla valorizzazione della persona umana ed alla sua formazione, nella direzione più volte indicata anche dalla  Chiesa calabrese nel suo recente documento sul Mezzogiorno;

mirano a cogliere il nesso poteri criminali/ sottosviluppo economico, in una terra in cui i cittadini purtroppo subiscono le conseguenze negative di uno sviluppo incompiuto, distorto, dipendente o frammentato ed a cui già la Regione con le innovazioni introdotte dal presidente Scopelliti sta dando una forte risposta;

I provvedimenti che ci accingiamo ad approvare tentano – ancora –  di costruire un contesto di fiducia verso gli amministratori locali e tutti coloro che a vario titolo svolgono funzioni pubbliche, spesso fatti oggetto di intimidazioni, attentati, in una spirale di pressioni e minacce che non risparmiano giornalisti, politici, imprenditori e che è diventata ormai intollerabile.

Nella solitudine dell’agire e nell’isolamento di una società come la nostra, ancora in bilico tra modernizzazione ed arretramento, s’innesta tutta la pericolosità del fenomeno criminale sempre più agguerrito contro chi rappresenta a vario titolo lo Stato.

Stato a cui noi non possiamo che richiedere maggiore attenzione, proprio perché storicamente al Sud è stato sempre garantito un livello di legalità inferiore a quello medio nazionale;

Stato a cui occorre richiedere un raccordo migliore con le esigenze prospettate da magistrati e forze dell’ordine nella lotta alla mafia;  ma riconoscendo, con altrettante lealtà, che lo Stato,  senza tema di smentite,  sta facendo egregiamente e pienamente la sua parte, consegnando alle patrie galere pericolosi latitanti ed assestando alla criminalità colpi pesanti.

Certo, lo dicevo prima, la lotta alla mafia non può prescindere, in una terra come la nostra in affanno economico,  da strategie più ampie che debbono avere tra le priorità lo sviluppo  e la crescita sociale, una riscoperta dell’impegno civico dei cittadini singoli ed associati, il rilancio dell’iniziativa privata non assistita e in grado di stare sui mercati.

Tutti temi che sono presenti nell’elaborazione del Governo regionale, la cui azione di rilancio dello sviluppo, attraverso l’ottimizzazione delle risorse pubbliche, un migliore utilizzo delle risorse comunitarie, merita apprezzamento e sostegno.

Così come apprezzamento e sostegno merita la  riguadagnata considerazione del Governo e del sistema imprenditoriale nazionale verso le nostre esigenze, come ha dimostrato la visita del ministro Tremonti, prima, e ultimamente del ministro Fitto.

La strada da fare per arrivare alla meta è ancora tanta, ce ne rendiamo conto. Nessuno asserisce che i provvedimenti odierni saranno risolutivi.

Di una cosa però possiamo andare fieri: oggi non stiamo facendo una  semplice testimonianza contro la mafia! Stiamo consegnando alla Calabria interventi che in questa strada che è maledettamente in salita ci aiuteranno senz’altro a fare prima, a recuperare tanto tempo perduto, sicuramente ad  essere più credibili.

E più credibili,  proprio perché sappiamo finalmente apprezzare il valore della coesione e dell’unità in questa battaglia in cui è in gioco il futuro della nostra Regione!”.