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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 24 APRILE 2024

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COL BIBERON TRA LE MOSCHE:

Tutta la sofferenza di un popolo in una fotografia. E’ il caso di un bambino pakistano, Reza, solo 2 anni, diventato il protagonista di uno scatto che ha fatto il giro del mondo, opera di Mohammad Sajjad, un fotoreporter dell’agenzia Associated Press.

COL BIBERON TRA LE MOSCHE

Tutta la sofferenza di un popolo in una fotografia. E’ il caso di un bambino pakistano, Reza, solo 2 anni, diventato il protagonista di uno scatto che ha fatto il giro del mondo, opera di Mohammad Sajjad, un fotoreporter dell’agenzia Associated Press.

 

Tutta la sofferenza di un popolo in una fotografia. E’ il caso di un bambino pakistano, Reza, solo 2 anni, diventato il protagonista di uno scatto che ha fatto il giro del mondo, opera di Mohammad Sajjad, un fotoreporter dell’agenzia Associated Press. Reza Khan, questo il nome completo del bimbo, vive in un campo di fortuna ad Azakhel, a una ventina di chilometri da Peshawar: l’immagine, che lo ritrae circondato di altri bambini, tutti ricoperti di mosche mentre beve del latte (poco, in verità) da un biberon, è emblematica delle difficoltà degli aiuti umanitari dopo le inondazioni che hanno messo in ginocchio il Pakistan, oltre ovviamente alla guerra di confine con il vicino Afghanistan. L’autorevole quotidiano britannico The Guardian ha rintracciato il bambino e ha raccontato la sua storia. Il campo in cui vive, in cui ci sono 19 famiglie (tutte di profughi afghani), conta una dozzina di tende, tutte donate da varie organizzazioni umanitarie, ma non c’è nessuno che aiuti gli ‘abitanti’, che devono provvedere da soli a loro stessi, sperando nella carità di qualche passante. La famiglia di Reza è originaria di Butkhak, paese vicino Kabul. “Non hanno niente da mangiare, perché non c’è cibo, non ce l’abbiamo”, ha detto la madre Fatima, madre di altri sette figli (tutti di età inferiore ai nove anni), al Guardian. “E’ da un mese che Reza non beve latte – continua – dobbiamo andare in giro per cercare del cibo, non c’è nessuno che ci aiuta. Vorrei chiedere al mondo: non c’è nessuno che può darci del cibo? Guardate, i miei bambini stanno per morire di fame”.