Cinquefrondi, appello Conia alla piazza: “Dateci fiducia” Il sindaco sceglie l'agorà per il resoconto del triennio amministrativo. Niente inciuci, qualche stoccata ai dissidenti e giudizio rimesso ai cittadini
di Giuseppe Campisi
Cinquefrondi – Per riannodare i fili di un discorso politico iniziato tre anni fa con la vittoria elettorale che lo ha portato ad essere per la prima volta sindaco, Conia sceglie la piazza per fare il suo resoconto ai cittadini. Con lui sul palco, Francesco Rao, portavoce di Rinascita, che ha anticipato la creazione di laboratori per il fact checking amministrativo e Fausto Cordiano, capogruppo in consiglio comunale, che ha esaltato il programma della maggioranza fin qui realizzato nonostante le ristrettezze economiche. Quindi il lungo monologo del primo cittadino che ha tirato le somme di questo triennio amministrativo dovendo fare i conti, prima di tutto interni, con una compagine diversa da quella di partenza frutto di un travaglio politico e di vicende ricche di retroscena, talvolta rocambolesche.
«Grazie a chi ha scelto di rimanere con me su questa nave» ha esordito – recuperando la metafora marinara utilizzata nel corso della drammatica assemblea pubblica di metà marzo scorso che ha sancito la definitiva rottura con i tre assessori Longo, Valentino e Sorbara – commuovendosi nel ricordare all’uditorio di essersi speso senza riserve in questi mesi di consiliatura. Dopo aver ribadito di avere restituito un’immagine pubblica positiva alla città e sottolineato l’indipendenza della sua gestione Conia si è soffermato sulla annosa questione debitoria del Comune giunta, sotto la sua sindacatura, a sentenza definitiva. «Ho ereditato 8 milioni di euro di debiti non più rinviabili dal 1983 al 2015» chiarendo le trattative necessarie per la loro riduzione e la successiva rateizzazione nonostante i tagli dei trasferimenti nazionali. Quindi ha sciorinato un lungo elenco di cose fatte richiamandosi fedelmente alla “bibbia” del programma elettorale: dal taxi sociale al servizio civile, dalla politica dell’accoglienza «che impiega 8 giovani laureati di questo paese» al bando per favorire la creazione di nuove attività commerciali, la riqualificazione del centro storico con il rifacimento del lastricato di corso Garibaldi, piazza Carmine e vie adiacenti e delle periferie.
Una lista composta, in buona parte, di opere pubbliche piccole e grandi cantierizzate o di prossima realizzazione nella quale ha voluto capitalizzare al massimo l’impegno profuso dalla sua azione amministrativa: bando per le case ad 1 euro (a cui sarebbero interessati anche tour operator stranieri), il recupero idrogeologico di vallone Macario, il rifacimento della pubblica illuminazione sulle vie principali, il riassetto e la riqualificazione delle contrade Corvo e Fusolano, del vecchio asilo nel quartiere Borgo, la casermetta e l’ostello della gioventù in montagna, solo per citarne alcune. Conia ha voluto ricordare il lungo braccio di ferro con la Sorical richiamata alle proprie responsabilità sulla gestione della rete idrica ed il feeling con le associazioni cittadine che lavorano per la crescita della comunità.
Nessun accenno diretto ma il convitato di pietra è stato sicuramente l’ex vicesindaco Giuseppe Longo (con la metafora più volte richiamata di Superman e Clark Kent) a cui sarà arrivato chiaro il messaggio «non mi piegheró mai ad accordi sui voti, faccio accordi solo con chi ama Cinquefrondi» rimarcando la volontà di Rinascita di voler stare alla larga da inciuci politici. Concetto ripreso e cristallizzato – non solo nel ricordo di alcune espressioni di Berlinguer attinte a piene mani anche dal consigliere Cordiano – ma anche nelle battute conclusive: «Due cose non baratteró mai con nessuno: la mia dignità ed il mio amore per Cinquefrondi. Mancano ancora due anni, fateci lavorare, dateci fiducia e ritrovate l’orgoglio di vivere questa comunità. Ci giudicherete sui fatti e sui risultati».