C’è anche la mano della Calabria nel decreto per il Bonus Chef Presentato il decreto attuativo del Bonus Chef per investimenti, formazione e sicurezza alimentare. Un successo anche calabrese
È stato presentato, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, il decreto attuativo del Bonus Chef, già visibile sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico e frutto della collaborazione tra la vicepresidente della Commissione Agricoltura, On. Maria Spena, e la Federazione Italiana Cuochi.
“Il bonus – ha evidenziato l’On. Spena – permetterà ai cuochi di operare maggiori investimenti, anche nell’ambito formazione. Questo significa che migliorerà l’offerta, garantendo una maggiore attività in termine di sicurezza alimentare e riducendo l’impatto ambientale”.
Alla conferenza stampa di presentazione sono intervenuti anche Gilberto Pichetto Fratin, vice ministro al MiSE, e gli chef Alessandro Circiello e Salvatore Bruno, in rappresentanza della Federcuochi.
“Vogliamo ringraziare innanzitutto l’On. Maria Spena – ha dichiarato Circiello -, prima firmataria e promotrice del Bonus, sottolineando quanto sia stato fondamentale per l’approvazione di questo decreto l’apporto e l’attività del vice ministro Laura Castelli che, insieme al vice ministro Gilberto Pichetto Fratin, ci ha sostenuti nell’iter che ha portato all’introduzione di questa importante misura. Il Bonus Chef è un concreto strumento a favore della categoria dei cuochi, fortemente penalizzata da due anni di sacrifici e chiusure a causa della pandemia. È un ulteriore passo verso la ripartenza, una misura concreta a sostegno di quanti lavorano ogni giorno con dedizione e passione in questo settore”.
Anche per questo motivo la Federazione Italiana Cuochi sta portando all’attenzione delle istituzioni competenti anche la proposta di Certificazione del Cuoco, figura professionale in grado di garantire al cliente finale le competenze, il servizio e la qualità cui esso ha diritto.
Il segretario generale della FIC, Salvatore Bruno, ha sottolineato la principale difficoltà riscontrata nella stesura del decreto, ovvero quella dell’individuazione di un ampio numero di codici Ateco che potesse consentire, sia ai cuochi dipendenti sia ai lavoratori autonomi a partita IVA, di accedere al Bonus, offrendo loro la più ampia copertura possibile.