Bellezze naturali da scoprire nel reggino: scoglio dell’ulivo mozzafiato? Non avete visto quello di Cosoleto… A tre giorni dal terribile nubifragio, si candida a diventare un nuovo emblema... ma per pudore (nell'occhiello) non diciamo quale
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COSOLETO – Lussureggiante e maestoso, l’albero d’ulivo secolare, strappato dalla furia dell’acqua al suo fondo originario, giace in tutta la sua struggente bellezza nel bel mezzo della carreggiata. Sembra un’opera d’arte contemporanea e, chissà, magari tra qualche mese ruberà lo charme alla più celebre “ulivarella” che spicca sullo scoglio in quel di Palmi rappresentandone da secoli l’emblema. Anche il nostro ulivo aspromontano è un emblema: quello dell’abbandono, dell’incuria, della dimenticanza, dell’oblio, dell’irresponsabilità, di una politica che latita da decenni, della disaffezione per il territorio, del menefreghismo, della vergogna.
A tre giorni dal violento nubifragio che ha colpito gran parte della Calabria e che ha cagionato morte e distruzione, lungo la Strada Provinciale che collega il Comune di Cosoleto alle frazioni Sitizano e Acquaro (sede del Santuario dedicato a San Rocco di Montpellier, e perciò importante meta per centinaia di fedeli), il tempo si è letteralmente fermato e, ad oggi, ogni cosa è rimasta come l’ha lasciata la furia di madre natura: l’albero è in strada e, soprattutto, in prossimità di una delle tante curve; il tragitto è ricoperto dal fango; rami, sterpaglie e detriti restringono di molto i margini costringendo gli automobilisti a pericolose gimcane. Sono in tanti a dover percorrere quotidianamente quel tratto, principalmente per motivi di lavoro così come in tanti, da segnalazioni inviateci (e le foto allegate sono abbastanza eloquenti) evidenziano come non sia ancora giunto alcuno per effettuare un minimo sopralluogo ed accertarsi dei pericoli che insistono e che possono mettere a repentaglio la vita umana. Le strade provinciali, oggi sono competenza della Città Metropolitana. Dalla periferia dell’impero, distanti anni luce dalla mente di chi dovrebbe occuparsi delle criticità dell’intero territorio, è tutto. Per ora …